di Antonio Polito
Il numero di ucraini costretti a scappare dalle proprie case ha toccato quota 10 milioni: e migliaia attendono di fuggire da Mariupol, anche oggi bombardata dalle truppe russe. Il tutto mentre dalla Turchia arrivano spiragli sulla trattativa, e il mistero sulle minacce di Mosca all’Italia si fa più fitto
Che cosa succede?
Dieci milioni di ucraini hanno dovuto scappare dalle proprie case, secondo l’Onu. Tre milioni e trecentomila hanno lasciato il paese in 25 giorni di guerra, e chissà quando potranno tornare. In diecimila attendono di poter uscire da Mariupol, la città martire. Un gruppo di deputate ucraine ha denunciato stupri e impiccagioni di donne a opera dei soldati russi, su cui il governo intende indagare. Secondo il vice primo ministro di Kiev il numero dei civili finora uccisi è di molto superiore a quello dei soldati ucraini: la guerra prende ormai di mira le città più di ogni altro obiettivo. La stampa denuncia deportazioni verso campi di concentramento in Russia. Se anche metà di tutto ciò fosse vero, quale motivo politico o pretesa territoriale potrebbe mai giustificare un tale orrore? «Tutto questo è disumano — ha detto papa Francesco — anzi è sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana. Soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, e che viene prima di qualsiasi strategia»
Come se ne esce?
Domani dovrebbero riprendere i contatti tra Kiev e Mosca. Zelensky, cui ogni tanto qualcuno qui in Italia, dal suo salotto televisivo, intima di trattare, ha ribadito ieri che è «pronto a trattare con Putin, la guerra può finire solo con i negoziati». Il ministro degli esteri turco, Cavusoglu, che in settimana è stato sia a Mosca che a Kiev, dice che le due capitali sarebbero addirittura vicine a un accordo e che stanno trattando su sei punti: neutralità, disarmo e garanzie di sicurezza dell’Ucraina, la «denazificazione», qualsiasi cosa voglia dire, la rimozione agli ostacoli all’uso della lingua russa, lo status delle regioni separatiste del Donbass e della Crimea. Ma sembra più che altro l’agenda dei russi. I quali però, secondo Kiev, si sarebbero affidati a un’agenzia di mercenari, la Wagner, per tentare ancora una volta (la quarta per il Times di Londra) di assassinare il presidente ucraino.
E l’Italia?
Si è scoperto che Aleksej Paramonov, il diplomatico russo che ieri ha minacciato l’Italia di «conseguenze irreversibili» per le sanzioni, era stato insignito di due alte onorificenze della Repubblica durante i governi Conte I e Conte II: Cavaliere dell’Ordine del Merito nel dicembre del 2018, e Commendatore dell’Ordine della Stella nel dicembre 2020. Cresce il mistero anche sulla missione russa che nel marzo del 2020 portò aiuto all’Italia colpita dal Covid, e che ieri Paramonov ha rinfacciato al nostro ministro Guerini. SulCorriere
Fiorenza Sarzanini ricorda che nella lista dei 104 nomi c’erano solo 28 medici e 4 infermieri, tutti gli altri erano militari. La vicepremier ucraina ha ringraziato il nostro Paese per la svolta nei rapporti bilaterali: «L’Italia ha messo da parte ogni romanticismo nei confronti della Russia e non mai stata al nostro fianco in questo modo».
«Perché quasi niente quanto la guerra, e niente quanto una guerra ingiusta, frantuma la dignità dell’uomo»
(Oriana Fallaci)
20 marzo 2022 (modifica il 20 marzo 2022 | 19:42)
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, 2022-03-20 18:58:00, Il numero di ucraini costretti a scappare dalle proprie case ha toccato quota 10 milioni: e migliaia attendono di fuggire da Mariupol, anche oggi bombardata dalle truppe russe. Il tutto mentre dalla Turchia arrivano spiragli sulla trattativa, e il mistero sulle minacce di Mosca all’Italia si fa più fitto, Antonio Polito
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