In difesa d’Asia

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Dice Asia Argento che nessuno si uccide per una battuta cattiva. Sicuramente il rapporto causa-effetto è più complesso di come lo liquidano i suoi odiatori superficiali. Riassunto delle malignità precedenti: un biografo dell’ex compagno morto suicida, il cuoco Anthony Bourdain, rivela l’ultimo scambio di messaggi tra i due. Lui: «Posso fare qualcosa?» Lei: «Non rompermi le palle». Lui: «Ok».

Da qui a imputare il suicidio all’attrice il passo è breve, ma fraudolento

. In teoria uno dovrebbe sempre rivolgersi agli altri come se fosse l’ultima volta che parla con loro, ma alzi la mano chi nell’ultimo anno non ha mandato al diavolo un parente, un amico, un collega in qualche messaggio vocale o scritto (la comunicazione «live» è ormai un vezzo per nostalgici). Se il bersaglio del nostro malumore si fosse tolto la vita il giorno dopo, qualcuno in coscienza potrebbe attribuircene la colpa?

Come dice la Argento, che deve averci lavorato sopra parecchio, il suicidio è il gesto estremo di chi è in cerca di sollievo. Non esiste una causa scatenante improvvisa, ma una lenta deriva che può subire un’accelerazione in condizioni particolari: l’alcol, per Bourdain. L’unica educazione sentimentale che possiamo trarre da storie malate come questa è che l’amore salva solo chi si è già salvato da solo, perché funziona da specchio: non ti fa innamorare di chi vuoi, ma di chi sei. Se sei caos, incontrerai persone che producono caos. Per incontrarne una che ti faccia bene, devi prima stare bene tu.

Il Caffè di Gramellini vi aspetta qui, da martedì a sabato. Chi è abbonato al Corriere ha a disposizione anche «PrimaOra», la newsletter che permette di iniziare al meglio la giornata. La si può leggere qui. Chi non è ancora abbonato può trovare qui le modalità per farlo, e avere accesso a tutti i contenuti del sito, tutte le newsletter e i podcast, e all’archivio storico del giornale

4 ottobre 2022, 07:20 – modifica il 4 ottobre 2022 | 07:20

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-10-04 05:24:00,

Dice Asia Argento che nessuno si uccide per una battuta cattiva. Sicuramente il rapporto causa-effetto è più complesso di come lo liquidano i suoi odiatori superficiali. Riassunto delle malignità precedenti: un biografo dell’ex compagno morto suicida, il cuoco Anthony Bourdain, rivela l’ultimo scambio di messaggi tra i due. Lui: «Posso fare qualcosa?» Lei: «Non rompermi le palle». Lui: «Ok».

Da qui a imputare il suicidio all’attrice il passo è breve, ma fraudolento

. In teoria uno dovrebbe sempre rivolgersi agli altri come se fosse l’ultima volta che parla con loro, ma alzi la mano chi nell’ultimo anno non ha mandato al diavolo un parente, un amico, un collega in qualche messaggio vocale o scritto (la comunicazione «live» è ormai un vezzo per nostalgici). Se il bersaglio del nostro malumore si fosse tolto la vita il giorno dopo, qualcuno in coscienza potrebbe attribuircene la colpa?

Come dice la Argento, che deve averci lavorato sopra parecchio, il suicidio è il gesto estremo di chi è in cerca di sollievo. Non esiste una causa scatenante improvvisa, ma una lenta deriva che può subire un’accelerazione in condizioni particolari: l’alcol, per Bourdain. L’unica educazione sentimentale che possiamo trarre da storie malate come questa è che l’amore salva solo chi si è già salvato da solo, perché funziona da specchio: non ti fa innamorare di chi vuoi, ma di chi sei. Se sei caos, incontrerai persone che producono caos. Per incontrarne una che ti faccia bene, devi prima stare bene tu.

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4 ottobre 2022, 07:20 – modifica il 4 ottobre 2022 | 07:20

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, Massimo Gramellini

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