La difesa dell’ambiente da Catania fino al Perù. Con attenzione ai giovani

La difesa dell’ambiente da Catania fino al Perù. Con attenzione ai giovani

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di Paola D’Amico

In Sicilia, il Csv etneo lavora per creare una rete di associazioni ambientaliste. Molte le emergenze del territorio: dall’abbandono cronico di rifiuti all’erosione costiera. Formazione con oltre una cinquantina di onlus

Ogni albero piantato dà ossigeno al pianeta. È uno dei mantra del catanese Marco Antonio Molino, 52 anni, che da qualche tempo vive nel cuore dell’Amazzonia peruviana. Ha cambiato orizzonte, dalle pendici dell’Etna alla foresta tropicale, non obiettivo: educare i giovanissimi all’amore per la natura, perché «saranno loro i custodi della Terra», spiega intervenendo a distanza a un serrato confronto con le associazioni di protezione civile e ambientali che grazie al Csv locale (www.csvetneo.org) si stanno organizzando in una grande rete. Lui è in Perù da dieci anni, a Iquitos, capoluogo della regione di Loreto, dove ha fondato la ong «Nuestro Horizonte Verde» e ha messo in piedi un programma di «adozione scolastica»: con pochi euro chiunque può adottare un bambino e mandarlo a scuola per un intero anno. Dice di sentirsi come il colibrì di cui narra la leggenda, che «andando a fuoco la foresta si buttò a capofitto nel fiume e, mentre tutti gli altri animali fuggivano e lo invitavano a fare lo stesso, tornò tra le fiamme dove perì. Ma con la sua goccia d’acqua raccolta col becco salvò un piccolo seme dell’albero più grande della foresta, il Lupuna». E invita tutti a diventare piccoli colibrì. «Amate la natura in tutte le sue forme, la natura è perfetta».

Sotto l’Etna

Sono in tanti a seguire il suo esempio a Catania e dintorni. E da un paio d’anni il Csv sta lavorando alla costruzione di una rete di associazioni che si occupano di ambiente. E fa da ponte anche con corsi di formazione per favorire la collaborazione con la Protezione civile. Catania vive con il vulcano sotto i piedi, è testimone di disastri ambientali (vedi il sito chimico di Priolo), dei danni del cambiamento climatico. Sono molti i rischi presenti sul territorio, dalle bombe d’acqua all’erosione costiera, dal rischio idrogeologico alla non-gestione dei rifiuti. «Puntiamo a una forte sinergia tra una cinquantina di associazioni che si occupano di protezione civile – spiega Marco Palmigiano, operatore del Csve – e ambiente. Per i volontari che operano in questi settori è strategico acquisire competenze tecniche specifiche. Solo così possono diventare protagonisti attivi di un cambiamento e testimoni di buone pratiche che permetteranno una concreta inversione di tendenza sui disastri ambientali. Il volontario può diventare un “influencer del sociale” che valorizza e tutela il proprio territorio con azioni che prevengono i disastri e sensibilizzano i cittadini».

E una influencer del sociale è senza dubbio Rosangela Arcidiacono, 44 anni, tornata nella sua terra dopo la laurea in Beni culturali a Pisa, e diventata la referente provinciale di Plastic free (www.plasticfreeonlus.it), un grande collettore del volontariato giovanile in questa terra tormentata dall’abbandono dei rifiuti. «Abbiamo organizzato il primo evento di raccolta con i marines di Sigonella. Da allora – racconta – è stato un crescendo. Lavoriamo molto anche con le scuole. Ai nostri eventi arrivano giovanissimi accompagnati dai genitori. La forza è creare sinergie».

Antincendio

Thomas Travagliante invece ha 19 anni, vive ad Agira (Ct) e ha iniziato a occuparsi di prevenzione incendi non appena terminate le medie. «Oggi siamo una quarantina, ci hanno formati i vigili del fuoco e se c’è una emergenza scendiamo in campo con loro e con il Corpo forestale. Come è accaduto la scorsa estate quando alle sei del pomeriggio un incendio fuori controllo in un comune vicino ha camminato per 35 km e abbiamo dovuto evacuare Agira. Il nostro è un territorio difficile, molto ventoso, con campi coltivati e altri tenuti a pascolo e purtroppo il 90% degli incendi è doloso».

«Solo impostando politiche di sistema che mettano costantemente al tavolo gli Enti del Terzo settore, la protezione civile – conclude Salvatore Raffa, presidente del Csve – e le istituzioni possiamo garantire uno strumento che renderà ogni associazione più utile a tutti e consapevole delle necessità del territorio. La rete è strumento fondamentale per garantire efficacia e efficienza senza perdere la ricchezza di ogni singolo Ets».

19 ottobre 2022 (modifica il 19 ottobre 2022 | 22:56)

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, 2022-10-20 05:16:00, In Sicilia, il Csv etneo lavora per creare una rete di associazioni ambientaliste. Molte le emergenze del territorio: dall’abbandono cronico di rifiuti all’erosione costiera. Formazione con oltre una cinquantina di onlus, Paola D’Amico

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