«Dilemmi», un’oasi di quiete tra le tempeste delle risse tv

«Dilemmi», un’oasi di quiete tra le tempeste delle risse tv

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di Aldo Grasso

Tutto è corretto in questo programma, a cominciare dall’ideatore e conduttore Gianrico Carofiglio

In una tv piena di «sfessati», dove le chiacchiere in libertà e i mitomani si sprecano, dove la rissa è l’arma retorica più usata, questo «Dilemmi» sembra la quiete dopo la tempesta, la cessazione momentanea di un dolore talkico. Tutto è corretto in questo programma, a cominciare dal suo ideatore e conduttore Gianrico Carofiglio, ex magistrato, scrittore e campione di senso civico: «Affrontiamo argomenti cruciali e controversi secondo le regole del dibattito civile».

Le regole sono inderogabili: vietato attaccare la persona; vietato manipolare gli argomenti altrui; obbligatorio fornire le prove delle proprie affermazioni. Nel primo appuntamento (lunedì, Rai3) si discuteva se fosse giusto o meno uccidere animali per nutrirsi, se fosse etico continuare a mangiare la carne. Ospiti a confronto Giulia Innocenzi (laurea alla Luiss, tirocinio televisivo con Michele Santoro) e Oscar Farinetti (langhetto docg, fondatore di Eataly).

Diciamo che non c’è stato confronto, nel senso che Farinetti si è «mangiato» (chiedo scusa per questo svolazzo metaforico inappropriato) la Innocenzi, che ripeteva a memoria pochi concetti (la brutalità degli allevamenti intensivi) contro i quali il suo interlocutore aveva buon gioco. Sono quei dibattiti che poi alla fine ognuno resta della sua idea. Ma siamo sicuri che tutto fosse corretto? La lunga introduzione di Carofiglio era volutamente sbilanciata contro il consumo della carne: «Le epidemie sono naturali, i terremoti sono naturali», ma mangiare carne e pesce non dev’essere considerato un comportamento naturale. Insomma, l’arbitro ci ha subito fatto capire da che parte stava.

In coda, altra lezioncina sulla fallacia, «difettosa pratica della logica», cioè sulle molte incongruenze delle controversie in tv. «Dibattiti» è il trionfo del «civile» in bianco e nero, quasi incolore. È il contesto che lo redime.

3 maggio 2022 (modifica il 3 maggio 2022 | 20:06)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-05-03 19:10:00,

di Aldo Grasso

Tutto è corretto in questo programma, a cominciare dall’ideatore e conduttore Gianrico Carofiglio

In una tv piena di «sfessati», dove le chiacchiere in libertà e i mitomani si sprecano, dove la rissa è l’arma retorica più usata, questo «Dilemmi» sembra la quiete dopo la tempesta, la cessazione momentanea di un dolore talkico. Tutto è corretto in questo programma, a cominciare dal suo ideatore e conduttore Gianrico Carofiglio, ex magistrato, scrittore e campione di senso civico: «Affrontiamo argomenti cruciali e controversi secondo le regole del dibattito civile».

Le regole sono inderogabili: vietato attaccare la persona; vietato manipolare gli argomenti altrui; obbligatorio fornire le prove delle proprie affermazioni. Nel primo appuntamento (lunedì, Rai3) si discuteva se fosse giusto o meno uccidere animali per nutrirsi, se fosse etico continuare a mangiare la carne. Ospiti a confronto Giulia Innocenzi (laurea alla Luiss, tirocinio televisivo con Michele Santoro) e Oscar Farinetti (langhetto docg, fondatore di Eataly).

Diciamo che non c’è stato confronto, nel senso che Farinetti si è «mangiato» (chiedo scusa per questo svolazzo metaforico inappropriato) la Innocenzi, che ripeteva a memoria pochi concetti (la brutalità degli allevamenti intensivi) contro i quali il suo interlocutore aveva buon gioco. Sono quei dibattiti che poi alla fine ognuno resta della sua idea. Ma siamo sicuri che tutto fosse corretto? La lunga introduzione di Carofiglio era volutamente sbilanciata contro il consumo della carne: «Le epidemie sono naturali, i terremoti sono naturali», ma mangiare carne e pesce non dev’essere considerato un comportamento naturale. Insomma, l’arbitro ci ha subito fatto capire da che parte stava.

In coda, altra lezioncina sulla fallacia, «difettosa pratica della logica», cioè sulle molte incongruenze delle controversie in tv. «Dibattiti» è il trionfo del «civile» in bianco e nero, quasi incolore. È il contesto che lo redime.

3 maggio 2022 (modifica il 3 maggio 2022 | 20:06)

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Pietro Guerra

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