Diplomati magistrali, nuova sentenza riapre il caos: 50 mila maestri tornano a sperare

Diplomati magistrali, nuova sentenza riapre il caos: 50 mila maestri tornano a sperare

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Una nuova adunanza del Consiglio di Stato dovrà giudicare l’ammissibilità del diploma per l’assunzione come docente a tempo indeterminato

di Valentina Santarpia

Dopo la confusione sull’accesso al concorso facilitato, riesplode un altro caso sulla questione dei diplomati magistrali. Torna infatti all’attenzione dell’adunanza plenaria di Palazzo Spada la vicenda relativa all’inserimento dei diplomati magistrali nelle graduatorie ad esaurimento. La sesta sezione del Consiglio di Stato, con un’ordinanza depositata lunedì, ha deciso di «rimettere nuovamente all’Adunanza plenaria di questo Consiglio», la questione inerente «all’iscrizione nelle GAE dei soggetti muniti di detto diploma magistrale», ottenuto entro l’anno 2011-2002. Accettando il ricorso del sindacato Snals, presentato per 220 docenti, il giudice ha deciso di rinviare la decisione ad un nuovo pronunciamento a sezioni unificate, un’altra adunanza plenaria come quella che si è svolta a dicembre scorso e che aveva escluso i diplomati magistrali dalle cattedre. Si riapre quindi la possibilità di essere riammessi per 220 aspiranti insegnanti, ma potenzialmente anche per tutti i 50-60 mila diplomati magistrali.

Anief: 50 mila maestri tornano a sperare

Così la pensa l’Anief, secondo cui ora 50 mila maestri tornano a sperare «dopo la sentenza che a fine 2017 aveva piegato il diritto e costretto il Governo ad approvare il Decreto Dignità. A questo punto, la soluzione rimane quella di sempre: riaprire le Gae al personale abilitato senza aspettare le sentenze delle sentenze». Per il presidente dell’Anief Marcello Pacifico, «se insegni a scuola da diversi anni devi essere assunto a tempo determinato e non sottoposto a ridondanti verifiche che ti fanno invecchiare da precario. In caso contrario, il Governo dimostrerebbe solo di volere continuare a sfruttare i docenti precari che insegnano ai nostri figli. Noi diciamo basta: li assuma una volta per tutte, basta guerre nella Corte di giustizia».

«Ora risolviamo la questione»

«Si apre una fase nuova – affermano gli avvocati Michele Bonetti e Santi Delia, che, con l’avvocato Romeo Brunetti in rappresentanza del sindacato Snals, hanno assunto direttamente mandati da alcune delle parti del giudizio – che ci spinge con vigore ad insistere nella richiesta di sanare la posizione di tutti coloro che abbiano impugnato gli atti amministrativi, al fine di procedere al loro inserimento in Gae a pieno titolo. Ora si apra un dibattito politico diretto a risolvere la questione che non potrà essere devoluto solo alla decisione del Consiglio di Stato in sede plenaria e a quella della Corte Costituzionale, che non potrà non incidere sull’appena indetto concorso straordinario. Consentire la partecipazione a concorso solo di una parte dei soggetti interessati e che da anni sono nelle Gae, o che hanno addirittura preso il ruolo, non appare una misura in alcun modo sufficiente a risolvere il problema di così tante persone che da anni mandano avanti la scuola pubblica italiana».

Fonte dell’articolo: Corriere della Sera

Pietro Guerra

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