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Una storia complessa e torbida che ha causato la chiusura di una scuola paritaria di Salerno. Il Tar Salerno, con sentenza definitiva, ha dato ragione all’Ufficio scolastico regionale che aveva deciso di revocare il riconoscimento di scuola paritaria ad un istituto privato della provincia di Salerno accusato di aver emesso titoli di diploma falsi. Lo riporta Il Mattino.
Stop alle attività didattiche
La scuola paritaria, finita nel mirino della Procura, ha cessato quindi la sua attività didattica, sgomberando i locali per sempre. Il titolare e legale rappresentante della scuola paritaria aveva fatto ricorso nei mesi scorsi per l’annullamento del provvedimento dell’amministrazione scolastica regionale che aveva revocato all’istituto del salernitano il riconoscimento dello “status di scuola paritaria con conseguente cessazione dell’attività didattica” alla luce “della gravità dei fatti contestati in sede penale, relativi a gravi irregolarità nel rilascio dei diplomi scolastici”.
Secondo i giudici del Tar Salerno, il ricorso non merita accoglimento “in quanto sono gravi i fatti contestati a parte ricorrente, consistenti nella imputata condotta di rilascio di diplomi di qualifica professionale” che la Procura “a conclusione delle indagini condotte, ha qualificato come falsi”. Dall’ex scuola paritaria sarebbero infatti stati emessi diplomi irregolari che avrebbero consentito a bidelli di scalare le vette delle graduatorie scolastiche di mezza Italia.
Lo scandalo, effettivamente, non è ristretto alla zona della scuola: sono molti i collaboratori scolastici con un diploma irregolare che sono riusciti a inserirsi nelle graduatorie per le supplenze annuali e brevi in tutta Italia. Ben 30 bidelli salernitani sono stati licenziati nel trevigiano per aver presentato titoli culturali e di servizio risultati falsi: erano coinvolti in una indagine scattata l’anno scorso a Treviso per truffa e falso. Si tratta di bidelli che erano indagati a vario titolo per aver dichiarato nel 2021 un diploma fasullo.
Indagini in tutta Italia
Lo scandalo dei bidelli furbetti si allarga al Veneto, alla Lombardia e anche alla Toscana. Licenziati altri 80 bidelli che erano stati assunti nelle province di Como, Milano, Verona, Venezia, che tra il 2018 e il 2020 avevano dichiarato titoli falsi e qualifiche professionali con punteggi gonfiati. L’inchiesta delle procure trevigiane e lombarde segue lo stesso filone di quella della Procura di Vallo della Lucania e di Nocera Inferiore, scattata poche settimane fa.
Già nell’ultimo anno e mezzo l’Ufficio scolastico aveva ricevuto più di 300 richieste di verifica titoli a carico di collaboratori scolastici che avevano preso supplenze al centro nord Italia. Si è collaborato con le scuole di Verona, Treviso e Venezia a seguito delle segnalazioni di casi sospetti di bidelli con diplomi di qualifica irregolari.
Altri 19 bidelli salernitani sono indagati a Pistoia, ritenuti responsabili di truffa aggravata ai danni dello Stato; falsa attestazione o dichiarazione a un pubblico ufficiale; falsità ideologica e materiale commessa da privato in atto pubblico e per l’inosservanza delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa.
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