A prevederlo il decreto legge di semplificazione probabilmente già oggi all’esame del consiglio dei ministri
Il governo Conte semplifica il concorso per dirigenti scolastici indetto dal precedente esecutivo. E dà il via alla riforma, che non esclude la chiusura, degli enti di valutazione del sistema scolastico e universitario, tra i quali per esempio Invalsi e Anvur. La selezione per nuovi presidi, che è già stata avviata, non avrà più una parte integrante di corso di formazione: i candidati saranno assunti dopo aver superato scritto e orale, presumibilmente già a settembre 2019. A prevederlo il decreto legge di semplificazione probabilmente già oggi all’esame del consiglio dei ministri. L’articolo 24 del testo prevede che i candidati ammessi al corso-concorso bandito nel 2017 saranno dichiarati vincitori e assunti, secondo l’ordine di graduatoria, nel limite dei posti annualmente vacanti e disponibili. Farà fede il punteggio ottenuto alle prove. Il periodo di formazione o prova sarà disciplinato con successivo decreto. Nella relazione tecnica si spiega che «il modello concorsuale del corso-concorso si sostanzia in una procedura estremamente lunga e complessa, inidonea in prima applicazione a sopperire alle criticità organizzative delle istituzioni scolastiche». Tenendo infatti la parte della formazione nel perimetro della selezione sarebbe stato necessario un altro anno ancora oltre il 2019 per concludere l’iter. Decisamente troppo, considerando che quest’anno sono già 1536 i posti vacanti in organico. Destinati a crescere con i pensionamenti del prossimo anno. L’articolo interviene anche sul fronte del rilascio dei diplomi di laurea abilitativi all’esercizio di una professione: non sarà più il Poligrafico dello stato a fornire le pergamene, si organizzeranno in autonomia gli atenei, così da velocizzare i tempi. Viene inoltre estesa alle università statali e alle accademie dell’Afam la deroga dall’obbligo di acquistare il materiale necessario ai laboratori sul Mepa, il mercato elettronico della p.a.
Novità in arrivo poi con il disegno di legge delega di semplificazione. Si prevede la razionalizzazione, eventualmente anche attraverso fusioni o soppressioni, di enti, agenzie, organismi comunque denominati, ivi compresi quelli preposti alla valutazione di università ovvero la loro trasformazione in ufficio dello stato o di altra amministrazione. Tra i criteri di semplificazione a cui dovrà attenersi il governo con i decreti delegati, la revisione della disciplina degli organi collegiali nonché il ruolo e le competenze dei dirigenti scolastici
Fonte dell’articolo: Italia Oggi