Nei giorni scorsi il il direttore generale dell’USR, Rocco Pinneri, nel corso di una videoconferenza con i capi d’istituto laziali ha dichiarato: “Dal prossimo anno i dirigenti scolastici che hanno già svolto due mandati nello stesso istituto (cioè sei anni, ndr), andranno trasferiti. Lo prevede una norma. E se non la applico, la Corte dei conti non registrerà più i vostri contratti“. La notizia, che non riguarda solo i presidi del Lazio, ma tutti i DS a livello nazionale, ha scatenato diverse polemiche. Il problema sarebbe che gli istituti scolastici, operando come autonome stazioni appaltanti, sono chiamati a gestire risorse economiche anche ingenti per l’affidamento dei contratti pubblici. Certo, le istituzioni scolastiche sarebbero per l’Anac a ridotto rischio corruttivo, ma in ogni caso l’Autorità nazionale anticorruzione stessa ha richiamato ad una graduale rotazione dei dirigenti scolastici. Rotazione che, per l’Anac deve avvenire “a seguito di una adeguata programmazione da parte degli Uffici scolastici, definendo una procedura di rotazione ordinaria periodica, con il coinvolgimento preventivo delle organizzazioni sindacali”. E questo vale ancora di più a fronte dei finanziamenti del Pnrr: “È pertanto raccomandabile – afferma l’Anac – la periodica rotazione, che diventa necessaria ogni qualvolta si ravvisino rischi specifici di corruzione, anche minimale”. Intanto nelle scorse ore il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha dichiarato in un’intervista a Il Messaggero: “Non ci può essere disparità tra la durata massima degli incarichi. E credo che sei anni siano pochi per avere una continuità gestionale”.
Per l’Anac, la rotazione dei dirigenti scolastici non va intesa come una forma di “sfiducia” o di “punizione” nei confronti del DS, ma quale strumento di prevenzione della possibile insorgenza “di collusioni, incrostazioni o di pressioni esterne“, data la perdurante permanenza nello stesso incarico di vertici per più e più anni. La misura è concepita come strumento di tutela generale, priva di funzioni sanzionatorie, ma volta invece a rafforzare l’autonomia dei dirigenti scolastici.
Anac suggerisce, quindi, di adottare criteri di preventiva pubblicazione delle sedi sottoposte a rotazione, favorendo l’acquisizione di candidature da parte dei dirigenti scolastici, e anche stimolando una rotazione verso l’alto promuovendo l’accesso alle fasce superiori per i dirigenti provenienti da quelle inferiori, in funzione di una crescita professionale e acquisizione di nuove competenze da parte dei dipendenti della scuola. Infine Anac indica come ambito territoriale dei trasferimenti, un raggio di 50 chilometri rispetto alla sede di provenienza, possibilmente mantenendo l’incarico all’interno dello stesso comune, o comunque assecondando l’eventuale preferenza del dirigente, se non oggetto di conflitti di interesse.
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