Siglata oggi fra Ministero e sindacati l’ipotesi di contratto integrativo dei dirigenti scolastici per l’individuazione delle fasce di complessità, dei criteri di riparto e d’impiego della risorsa costituente il Fondo Unico Nazionale (FUN), tra quota destinata alla retribuzione di posizione e quota destinata alla retribuzione di risultato, per l’anno scolastico 2023/2024.
Il contratto era atteso da anni e consentirà – sostengono le parti – di riordinare tutta la materia della retribuzione di parte variabile spettante ai dirigenti scolastici, il cui stipendio è legato non alla anzianità di servizio ma alla “fascia di complessità” della scuola in cui si opera.
Finora i criteri per l’attribuzione della retribuzione di parte variabile venivano definiti a livello regionale, con questo contratto di passerà invece ad una dimensione nazionale.
“Per molti colleghi – spiega Cisl Scuola in un proprio comunicato – aumenta la retribuzione di posizione di parte variabile, incremento che, per come è stato costruito, dovrebbe avere la garanzia di una certa stabilità almeno nel triennio. Un secondo elemento essenziale è che la stipula del Contratto Integrativo Nazionale consentirà di intervenire con tempestività, mantenere un monitoraggio efficace e di avere un coordinamento unico, evitando i ritardi, le disparità e la frammentazione che abbiamo registrato negli ultimi decenni”.
I nuovi livelli retribuitivi di posizione sono i seguenti: euro per le 1760 istituzioni scolastiche di prima fascia, 17.600 per le 5.160 scuole di seconda fascia, 13.600 euro per le 1.169 scuole di terza fascia.
La retribuzione di risultato sarà invece 3.867, 4.988 o 6.110 euro a seconda della fascia.
Per 600 dirigenti scolastici si potrebbe avere una diminuzione della retribuzione a causa dei nuovi criteri di definizione della complessità; ma per questi casi è prevista nel testo contrattuale una clausola di salvaguardia per la durata dell’incarico in corso.
Complessivamente, segnala ancora Cisl Scuola, per il 73,93% delle istituzioni si registrerà un aumento della retribuzione di posizione di parte variabile.
Anche il Ministero sottolinea che “si prevede un miglioramento generalizzato e stabile delle retribuzioni grazie all’incremento della posizione di parte variabile, legata alla complessità delle Istituzioni scolastiche, e allo stesso tempo si garantisce che nessun dirigente delle oltre 8.000 scuole sul territorio nazionale subisca decrementi retributivi rispetto alla situazione attuale”.
“Si conferma – si legge nel comunicato di Viale Trastevere – l’impegno del Ministro a garantire ai Dirigenti scolastici il giusto riconoscimento del loro ruolo dirigenziale anche attraverso un innalzamento dei livelli retributivi, in considerazione degli impegni strategici che la categoria è chiamata a sostenere per garantire il buon funzionamento del sistema scolastico”.
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