Nella scuola si parla tanto dell’importanza della continuità didattica, ma il cambio continuo di docenti dovuto all’alto numero di precari continua a comprometterla. L’alta percentuale di personale supplente diventa ancora più difficile da accettare quando il danno formativo riguarda gli alunni disabili: l’alternanza dei docenti di sostegno, infatti, comporta per gli alunni una condizione di riadattamento non sempre agevole, con inevitabili contraccolpi sul piano dell’apprendimento. E questo vale anche per gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione.
Sono circa 60 mila operatori in servizio in tantissime scuole d’Italia che affiancano ogni anno scolastico tra i 70 mila e gli 80 mila alunni disabili con minore autonomia, con disabilità fisica, psichica e sensoriale.
Quella degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione è un’attività preziosissima, perché affiancano, per tutte le sue esigenze, l’alunno con disabilità per almeno per una decina di ore a settimana, facendo così in modo che abbia assistenza anche quando non è presente in classe il docente di sostegno.
Anche loro, dicevamo, spesso si alternano per svariati motivi. Anche perchè, come sembra sia accaduto di recente a Chieti, l’assistente viene licenziato per evitare che venga assunto a tempo indeterminato.
Secondo l’associazione Carrozzine Determinate Abruzzo, a fere le spese di questa decisione è stata una studentessa del liceo artistico, dove era in servizio l’assistente, perché la ragazza con disabilità gravissima si è ritrovata improvvisamente priva dell’assistenza educativa scolastica prevista per legge.
Lo sfogo del sindacato
Secondo Marcello Vivarelli, della segreteria regionale abruzzese Fesica-Confsal, si tratta di una “gravissima vicenda” che conferma “una realtà che nessuna forza politica vuole cambiare: quella della precarietà e del welfare che viene smantellato giorno dopo giorno”.
Il sindacalista si schiera “senza se e senza ma contro queste regole assurde con cui viene offeso quotidianamente sia chi ha bisogno di lavoro, sia chi ha bisogno di assistenza”.
“Non è possibile che una giovane disabile resti senza assistenza – continua Vivarelli – Parliamo di una ragazza che per due anni è stata assistita egregiamente da una operatrice, purtroppo precaria, che è riuscita ad ottenere ottimi risultati dal punto di vista cognitivo e comportamentale”.
“Si tratta dell’ennesimo, vergognoso caso di precarietà a scapito di chi lavora e di chi necessita di cure – ha detto ancora il sindacalista di Fesica-Confsal – L’operatrice che per due anni ha seguito la ragazza disabile poteva tranquillamente continuare il lavoro attraverso la trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato, ma, evidentemente, è meglio assumerne un’altra anziché garantire la continuità sia lavorativa che assistenziale”.
“La nostra sigla sindacale – conclude il rappresentante Fesica-Confsal – è pronta ad appoggiare qualsivoglia battaglia o protesta che la famiglia della giovane disabile e l’associazione Carrozzine Determinate intendano mettere in atto”.
Chi sono gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione
Come abbiamo già avuto modo di scrivere, quelle degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione sono figure professionali specializzate che vengono garantite alle scuole, attraverso delle cooperative autorizzate, attraverso finanziamenti annuali emessi dagli enti locali. Con lo Stato che, di tanto in tanto, come a fine 2022 con la Legge di Bilancio, contribuisce al potenziamento dell’importante servizio.
I sindacati hanno più volte chiesto, anche al Parlamento, che tutti gli assistenti all’autonomia e alla comunicazione diventino dipendenti pubblici: il ruolo che ricoprono, del resto, è ormai considerato indispensabile nelle scuole e non si comprende perché debbano continuare a rimanere “appesi” al via libera annuale delle Regioni. In Parlamento esistono già alcuni disegni di legge che caldeggiano soluzioni per far diventare dipendenti pubblici questi professionisti.
Quella degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione è una figura prevista dalla Legge 104/1992 per il concreto ed effettivo diritto allo studio, l’integrazione degli studenti con disabilità fisica, psichica e sensoriale.
La Uil ha rilanciato l’esigenza di stabilizzare questi operatori, che affiancano gli alunni con disabilità, nel corso di una audizione svolta al Senato il 22 marzo scorso, davanti alle commissioni Istruzione e Affari sociali.
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