Inchiesta sul settimanale L’Espresso che mette in luce un fenomeno preoccupante: l’aumento della dispersione scolastica tra gli studenti.
Una tendenza non risparmia neanche i licei più prestigiosi e le famiglie benestanti, segnalando una crisi profonda nel rapporto tra scuola e studenti.
Secondo Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta, la famiglia ha subito trasformazioni significative negli ultimi decenni, passando da un modello normativo a uno più relazionale. Questo cambiamento si riflette nella vita scolastica degli studenti: non si limitano a essere semplici fruitori di istruzione, ma portano in classe la loro intera sfera personale. Lancini osserva che la scuola spesso non riesce a cogliere e valorizzare questa dimensione, finendo per creare un ambiente che può risultare infantilizzante e mortificante per gli studenti.
Un esempio significativo è quello di Marco, un paziente di Lancini. Marco percepiva la preoccupazione principale dei suoi insegnanti come focalizzata su aspetti superficiali, come il casco sul banco o l’uso del cellulare. Per Lancini, il nucleo del problema non risiede nell’oggetto (il cellulare), ma nel coinvolgimento e nell’approccio didattico.
Alcuni docenti, tuttavia, stanno sperimentando metodi didattici innovativi per affrontare questa sfida. Un esempio è una professoressa d’italiano che ha introdotto l’uso dell’Intelligenza Artificiale per la stesura dei temi, poi confrontati con quelli scritti dagli studenti. Questa pratica ha aperto un dibattito in classe, stimolando la critica e il superamento dei pregiudizi.
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