Dislessia e disprassia e il metodo Crispiani, in allegato la mappa semiotica della disgrafia: I sintomi primari

Dislessia e disprassia e il metodo Crispiani, in allegato la mappa semiotica della disgrafia: I sintomi primari

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Dislessia e disprassia non costituiscono una patologia ma una “condizione umana”. Far lavorare e migliorare il dislessico… si può… E si deve. L’educazione (abilitazione, terapia) serve a migliorare le competenze, non a bypassarle. Non formarsi oggi… vuol dire pagarla, domani.

Il metodo: la definizione, la progettazione degli ambienti, i materiali e la tecnologia

Il “Metodo Crispiani”, elaborato dal prof. Piero Crispiani, consta di: esperienze, ricerche e studi, azioni professionali, procedure e materiali, documentazioni, progettazione di ambienti, materiali e tecnologie per:

  • La diagnosi.
  • La valutazione funzionale.
  • La prevenzione.
  • La progettazione abilitativa.
  • Il trattamento abilitativo.
  • La consulenza alla scuola.
  • La consulenza alla famiglia.
  • L’orientamento scolastico.
  • L’orientamento professionale.
  • L’aiuto all’adattamento.
  • Il potenziamento cognitivo.

La Condizione Dislessica non è una patologia

La Condizione dislessica comprende sempre Dislessia, Disgrafia e Disturbi delle abilità matematiche (è un disturbo integrato), rappresenta un Disturbo delle Funzioni esecutive nel senso della Disprassia, una forma di disordine funzionale (quindi, non di deficit), e implica costantemente una forma di Dislateralità presente o pregressa. La Persona dislessica è, quasi sempre, lenta. Potremmo dire che alterna lentezza e precipitazione; inoltre, esprime insufficiente organizzazione nel tempo e nello spazio e a volte eccede nella precisione e nell’ordine. Nella maggior parte dei casi rivela incertezze nell’incipit dell’agire di ogni tipo e nel controllo del tono muscolare. Sovente, il linguaggio del dislessico – si legge nel documento elaborato e diffuso dall’Istituto Centro Studi ITARD, Scuola di Pedagogia Clinica (Ente accreditato MIUR – Membro Britsh Association Dislexya, Centro Internazionale Dislessia e Disprassia, presieduto dalla dott.ssa Raffaela Maggi) – è lento o precipitoso, non porta disturbi di ordine semantico (simbolico, fonologico), piuttosto, invece, di ordine motorio (esecutivo, sequenziale, fonetico, es. inversioni, interruzioni, disfluenza, lentezza/precipitazione). Gli scambi di foni possono manifestarsi entro le parole, dunque, nel procedere sequenziale, non in singole emissioni foniche.

Il pensiero e il disordine dislessico

Anche il pensiero non è esente dal disordine dislessico, difatti, può presentarsi lento e smarrito, ma pure intuitivo, brillante, tendente a bypassare la sequenza regolare dei concetti e delle proposizioni. Tuttavia, è disordinata anche la sintassi del pensiero. Insicurezza, emotività, umoralità accompagnano spesso il ragazzo dislessico. La familiarità e quasi totale, successivamente, la natura biologico-genetica. La condizione di Dislateralità non vuol dire mancina o contrariata, invece, non totalmente lateralizzata e si mostra come lettere o numeri speculari, inversioni, chiusure orarie, interferenze, gestualità speculare, forme miste, ecc. Sono dislaterali i sinistri non primari, i destri/sinistri contrariati, i destri con interferenze ed orientamento verso sinistra, forme non stabilizzate.

La Dislessia non è un deficit, ma un disordine

La Dislessia – si legge nel documento elaborato e diffuso dall’Istituto Centro Studi ITARD, Scuola di Pedagogia Clinica – è un Disturbo della esecuzione del leggere, scrivere, contare, incolonnare, comprendere il testo dei problemi, ecc. e, per effetto di ciò, può disturbare gli apprendimenti scolastici. Essa, nondimeno, in genere è parecchio più pervasiva, dal momento che comporta un tipo di disordine nella esecuzione di molti comportamenti organizzati nel tempo e nello spazio e nelle giuste sequenze. La condizione dislessica è un disturbo parzialmente pervasivo ed interessa principalmente l’esecutività delle condotte nel loro ordine sequenziale, pertanto: la dislessia è una disprassia sequenziale.

Le fonti

Dagli anni ’30 la maggioranza degli autori in ambito neurologico, neuropsichiatrico, neuromotorio, neurolinguistico, pedagogico e psicologico hanno indicato la natura motoria, prassica, disorganizzativa della dislessia. Esperienze dirette sul comportamento di bambini, ragazzi, adolescenti ed adulti rivelano il globale impaccio coordinativo a carico di motricità, linguaggio, esecutività, memoria, pianificazione, ecc. Ricerche e teorizzazioni sulla fondamentale funzione della successione, declinabile come sequenzialità, ordinamento, serialità, seriazione, sintassi, ecc. (Edelman, Naglieri, ecc.).

  • Studi inter-etnici, studi sul bilinguismo e sulla poliglossia.
  • Studi ed esperienze sulla didattica della letto-scrittura e sui metodi.
  • Studi di linguistica generale, che evitano di fare confusione tra fono, fonema, fonetica, fonologia, semantica, ortografia, morfologia, grammatica, ecc.
  • Studi neurologici, motori ed antropologici sul fenomeno della lateralità e della, dominanza.
  • sui loro significati.
  • Studi ed esperienze sull’educazione e sulla pratica musicale.

Gli allegati

Il metodo elaborato dal prof. Piero Crispiani prevede l’utilizzo di alcune mappe che, per comodità e utilità, alleghiamo all’articolo. Nello specifico il riferimento va:

  • “mappa semiotica della disgrafia: I sintomi primari”;
  • “mappa semiotica della dislessia: i sintomi primari”.

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