Di Teresa Madeo*
La dispersione scolastica rappresenta un fattore che concorre a determinare l’esclusione sociale. Coloro che lasciano la scuola rischiano maggiormente la disoccupazione con la conseguenza di veder aumentare i costi socioeconomici sia a livello individuale, che a livello collettivo. Quali le strategie? Individuando azioni mirate in grado di accompagnare i giovani, sin dalla primissima scolarizzazione, un adeguato sostegno all’orientamento, l’attivazione di misure di tutoraggio e di percorsi personalizzati; è soprattutto rafforzando la cooperazione con i genitori; aiutare i giovani che hanno abbandonato gli studi ad avere la possibilità di riprenderli in una fase successiva con azioni didattiche personalizzate e più flessibili.
Cosa può fare la scuola? Promuovere il benessere, un elemento imprescindibile del curricolo scolastico per il successo formativo degli studenti, per la piena realizzazione del diritto allo studio per prevenire e contrastare la dispersione scolastica. Un progetto di benessere che coincide con la possibilità di assumere un atteggiamento positivo che consenta di essere protagonista del proprio processo formativo di auto-orientamento, di “essere” e di “stare” al mondo nel migliore dei modi possibili, che deriva dal soddisfacimento dei bisogni di ciascuno (docente, studente, gruppi). Favorire la motivazione allo studio, e una buona relazione/dialogo tra docente e studente, in attività che prevedono la partecipazione attiva dei ragazzi (es fissare obiettivi chiari e realizzabili, individuare interessi degli studenti), corresponsabilità (es. patto di corresponsabilità educativa e contratto formativo) e cooperazione (es. adattarsi agli stili di apprendimento); attivare politiche di prevenzione, attività volte alla conoscenza di sé stessi e al riconoscimento degli altri sono tappe fondamentali, buone prassi attività legate all’alfabetizzazione affettiva e alla cittadinanza attiva. Percorsi laboratoriali, utilizzo di nuove tecnologie, attività di tutoraggio, giochi di ruolo, educare al sentimento e all’affettività partendo dalle emozioni.
Se si pensa all’uso smisurato che i ragazzi fanno delle emoticon, si giunge facilmente alla conclusione che hanno ben chiaro il loro significato, ciò che invece può sfuggire è il processo legato alla loro introiezione, rielaborazione e riconoscimento nelle specifiche situazioni. Individuare e costruire la propria personalità. Favorire una scuola che pratichi autenticamente la “didattica dell’accoglienza”, dell’ascolto, volta a stabilire una relazione educativa efficace, in un ambiente di apprendimento caratterizzato da relazioni educative di qualità ed affettive, scoprire le caratteristiche che li rendono unici, potenziare interessi e attitudini, costruire in modo autentico il proprio percorso di crescita.
Uno strumento didattico efficace può coincidere con la stipula del “contratto formativo”, alleanza pedagogica tra scuola, studenti e famiglie in cui sono elencati diritti e doveri di tutti i soggetti coinvolti, volta a manifestare interesse, facilitare la comunicazione, un interlocutore empatico, che sa comprendere gli stati emotivi dell’altro senza farsene travolgere, ascolta per rinforzare la comunicazione e ottenere informazioni d’interesse, selettivo in grado di individuare gli argomenti realmente rilevanti e attivare azioni di sostegno agli alunni nel corso dei cambiamenti di stato (passaggio dalla fanciullezza alla preadolescenza/adolescenza); sostegno ai gruppi classe, sostegno ai docenti, sostegno ai genitori, costituire reti di scuole e collaborare in modo sinergico con il territorio.
Come si combatte seriamente la dispersione scolastica? In generale, serve una combinazione di interventi mirati e personalizzati, l’adozione di una prospettiva di partnership tra scuola, famiglie e comunità, la prevenzione e il supporto per gli studenti, gli insegnanti e le famiglie coinvolte, anche in rete e in raccordo con gli altri soggetti del territorio, individuando un team dedicato di docenti e tutor esperti interni e/o esterni, una progettualità pluriennale di ampio respiro per il miglioramento e l’arricchimento dell’offerta educativa e per sostenere apprendimenti e attività extracurricolari, predisporre azioni che abbiano una visione articolata in piani pluriennali. Importante la progettazione di percorsi di apprendimento extracurricolari, in un’ottica di apertura e di potenziamento delle competenze, centrale, nella definizione degli interventi, sarà l’orientamento soprattutto nella transizione tra scuola secondaria di primo e secondo grado. Nei casi di maggiore fragilità, si potranno prevedere percorsi di personalizzazione degli apprendimenti, oltre che attività di tutoraggio e una maggiore didattica laboratoriale.
La dispersione scolastica è una piaga trasversale di ogni sistema-paese. Anche chi non ne è toccato direttamente dovrebbe preoccuparsi, perché i giovani che lasciano la scuola non spariranno dalla faccia della terra e cercheranno di crearsi una vita, trovare un lavoro come chiunque altro (nonostante una posizione di svantaggio). E qui iniziano altre incertezze, e forse problematiche ancora più grandi. La dispersione scolastica, infatti, comporta un maggiore costo per lo Stato in termini di misure di protezione ed intervento sociale, di potenziale criminalità, apportando allo stesso tempo una minore ricchezza nazionale (sia per quanto riguarda la classe dirigente futura, sia per l’apporto di tasse indiretto derivante dal reddito). Ecco perché le disuguaglianze e la dispersione sociale sono un problema di tutti, non solo di chi le vive direttamente.
*Docente Utilizzata sui Progetti Nazionali L. 107
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