Divieto di smartphone in classe: “Abbiamo riconquistato la relazione e lo sguardo”. Siamo tornati al Liceo Malpighi per capire come procede l’iniziativa. INTERVISTA al Dirigente

Divieto di smartphone in classe: “Abbiamo riconquistato la relazione e lo sguardo”. Siamo tornati al Liceo Malpighi per capire come procede l’iniziativa. INTERVISTA al Dirigente

Spread the love

Il dibattito sull’utilizzo dello smartphone in classe si era riacceso, lo scorso Settembre, quando il Liceo Malpighi aveva inserito nel regolamento scolastico il divieto di portarlo in classe. Diversi istituti hanno seguito l’esempio del Liceo bolognese, considerata una novità, sebbene la normativa di riferimento sia legata ad una direttiva ministeriale di 15 anni fa, firmata dall’allora ministro dell’Istruzione, Marco Fioroni. L’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici “rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente” si legge, appunto, nella direttiva del 15 marzo 2007.

Diversi i temi che emergono dal dibattito: il rispetto dell’istituzione scolastica e del ruolo degli insegnanti, il recupero della corporeità e dello sguardo nelle relazioni, i processi educativi in campo, l’utilizzo dello smartphone nella didattica (secondo le indicazioni del Piano Nazionale Scuola Digitale), il rapporto con le regole e tra adulti e adolescenti.

“Io distinguerei i due piani: la questione non è vietare l’uso dei dispositivi digitali, ma avere la capacità di discernere quando usarli. È preciso e attento il preside del Liceo Malpighi, Prof. Marco Ferrari, nell’analisi che conduce, rispondendo alle nostre domande. “Terrei insieme i due aspetti: da un lato, conservare la possibilità che un ragazzo faccia un’esperienza autentica di relazione didattica e sociale con i docenti e i compagni e, insieme a questo, non dimenticarsi la grande potenzialità dello strumento. È semplicemente buon senso nell’utilizzo dello strumento digitale. Significa ritrovarsi on-life: questo è il lavoro che dobbiamo fare come docenti, dirigenti, adulti che stanno nella scuola”.

Abbiamo posto diverse domande al professor Ferrari, incuriositi da come stesse procedendo l’esperienza all’interno del liceo Malpighi. “Siamo soddisfatti: la gran maggioranza dei nostri studenti, in questo momento, sta continuando la sperimentazione con fiducia. Abbiamo avuto pochissimi casi, a nostra conoscenza, di infrazione di questa regola nuova. Su 530 allievi, solo 3 casi, ma non mi preoccupa. Il tema, però, è un altro: questa sperimentazione ha prodotto, generalmente, quello che tutti dovrebbero vedere, ovvero cosa sarebbe la vita nei corridoi e in classe senza che lo sguardo vada direttamente sul cellulare e ti tolga la relazione con l’altro. Direi che dopo 2 mesi, ma già dal secondo giorno di scuola, nessuno ha mai posto il problema: è come quando smetti di fare una cosa che facevi da tanto tempo e, quando smetti di farla, non ti accorgi nemmeno che la facevi”.

Anche il rapporto con le famiglie è stato positivo, “sintomo di fiducia, rispetto e stima che le famiglie hanno verso la scuola”, così come è positiva l’analisi sul recupero della corporeità e dello sguardo nelle relazioni. “Noi, adesso, abbiamo i ragazzi che durante l’intervallo – continua a raccontare il professore Ferrari – stanno nei corridoi della scuola, negli atri, senza il cellulare. Provate a immaginare cosa significa: si abbracciano, giocano, ridono. Il cellulare va utilizzato con buon senso, va compreso e messo al suo posto. Dobbiamo essere capaci di togliere, sempre più, elementi di fatica e permettere ai ragazzi di riconquistarsi e riconquistarsi significa riconquistare la relazione, il presente, lo sguardo. Il cellulare ci sottrae, ci porta dove vuole. Certo, è utile, è splendido, ma a cosa ci serve davvero?  Chiaramente, noi lo usiamo laddove il docente ritiene che sia importante usarlo. Ad esempio, per l’Open Day stiamo preparando un’aula dedicata al suono e in quel caso, apriamo il cassetto lo diamo in mano e lo usiamo come strumento. Anche nei laboratori STEAM o nelle ore di informatica. La bussola, però, non deve mai mancare, ponendoci la domanda: come crescono i nostri ragazzi? Ciò ci deve portare a individuare gli strumenti adatti e non farci governare dagli strumenti”.

, 2022-11-19 07:24:00, Il dibattito sull’utilizzo dello smartphone in classe si era riacceso, lo scorso Settembre, quando il Liceo Malpighi aveva inserito nel regolamento scolastico il divieto di portarlo in classe. Diversi istituti hanno seguito l’esempio del Liceo bolognese, considerata una novità, sebbene la normativa di riferimento sia legata ad una direttiva ministeriale di 15 anni fa, firmata dall’allora ministro dell’Istruzione, Marco Fioroni. L’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici “rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente” si legge, appunto, nella direttiva del 15 marzo 2007.
L’articolo Divieto di smartphone in classe: “Abbiamo riconquistato la relazione e lo sguardo”. Siamo tornati al Liceo Malpighi per capire come procede l’iniziativa. INTERVISTA al Dirigente sembra essere il primo su Orizzonte Scuola Notizie., ,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.