Sul Corriere della Sera viene raccontata la storia di una insegnante di 65 anni che in 36 anni di servizio non ha mai usufruito di un permesso o un giorno di ferie. Solo per la maternità la donna non è andata al lavoro. Poi sempre presente.
L’insegnante, in servizio all’istituto superiore Foresi di Porto Ferraio (Isola d’Elba), dove insegna storia e filosofia dal ‘99 , dice: “non ho mai chiesto nemmeno un permesso, una sostituzione, una entrata ritardata o posticipata, un giorno libero, in tutti questi anni: visite e appuntamenti li fisso il pomeriggio. Lavoro dal lunedì alle 8 al sabato all’una, da sempre“.
Un senso del dovere dovuta ad una specie di tradizione familiare. Ma è proprio il lavoro a dare forza alla donna: “il senso del dovere non basta, serve passione. Non lo cambierei per niente al mondo, è gratificante, ti mantiene giovane, al passo coi tempi, quando sono in classe non vorrei essere da nessun’altra parte. E bisogna dare l’esempio ai ragazzi, più coi fatti che con le parole: io combatto l’assenteismo, ma coi comportamenti. Loro vedono che sono un esempio, apprezzano il valore dell’impegno, della dedizione, del dovere”.
I colleghi a volte le hanno detto in passato: “chi te lo fa fare? Mica ti danno la medaglia? Ma io non lo faccio per avere un riconoscimento, per me il lavoro è un diritto-dovere molto sentito, e cerco come referente di trasmetterlo anche agli altri. Non prendo mai nemmeno il giorno libero che spetta di diritto all’insegnante una volta a settimana, preferisco essere comunque a scuola per gestire le sostituzioni, le supplenze, i rapporti con i docenti. Tutte quelle cose di cui non posso occuparmi quando insegno. C’è sempre l’insegnante che ti chiama alle dieci di sera o alle quattro di notte per segnalarti che c’è un problema, e visto che noi siamo ubicati sulla salita accanto alla villa di Napoleone, completamente isolati, senza segreteria, è fondamentale il mio supporto“.
E ancora: “Io la mattina mi sveglio carica, entusiasta, piena di adrenalina, pronta ad affrontare quello che mi aspetta. Dopo tanti anni non ho bisogno di prepararmi più sui contenuti, ma continuo ad aggiornarmi sulle nuova modalità di insegnare, è sempre stimolante“.
Infine, un incoraggiamento per i colleghi: “se la mattina un insegnante non vuole entrare a scuola, e mentre sta in classe vorrebbe essere altrove, deve cambiare lavoro. Mi ha colpito questa frase che ho sentito, sono completamente d’accordo“.
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