Il caso di Cloe Bianco, la docente morta carbonizzata alcuni giorni fa, fa discutere. Al Corriere della Sera interviene il dirigente scolastico dell’istituto scolastico dove lavorava, Francesco Ariot.
“L’istituto non fece nulla per metterla in difficoltà alla fine era una brava insegnante e questa era l’unica cosa che contava. Infatti continuammo a chiamarla come supplente anche in seguito, ma non tornò. C’è chi dice che fu demansionata e costretta a lasciare l’insegnamento. Non è vero”, afferma il dirigente.
Ariot spiega che fu lei a rinunciare all’incarico nonostante fosse stata chiamata per più anni dalla stessa scuola: per il dirigente scolastico, Bianco avrebbe causato un impatto traumatico agli alunni presentandosi come donna dall’oggi al domani. Ariot racconta di alunne in preda a crisi di panico, professori sconvolti e aggiunge che l’abbigliamento della docente sarebbe stato fuori luogo e a volte anche volgare.
Il ministero dell’istruzione ha avviato un’indagine per capire cosa accadde dopo il suo coming out, quando di fatto la docente fu sospesa per 3 giorni dal servizio, proprio come se avesse commesso un’irregolarità. Il 27 novembre del 2015, Cloe Bianco si presentò in classe con abiti femminili e una parrucca bionda. Il padre di un alunno scrisse una lettera ad Elena Donazzan, all’epoca assessore all’Istruzione del Veneto, per riferire la circostanza. Il preside della scuola in cui insegnava, secondo quanto raccontano alcuni testimoni dell’epoca, si schierò al fianco della docente. Tuttavia, le polemiche sarebbero state tali da indurre il dirigente scolastico a sospendere l’insegnante per tre giorni.
, 2022-06-21 17:30:00, Il caso di Cloe Bianco, la docente morta carbonizzata alcuni giorni fa, fa discutere. Al Corriere della Sera interviene il dirigente scolastico dell’istituto scolastico dove lavorava, Francesco Ariot.
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