Dopo 41 anni di insegnamento è arrivato il momento della pensione per Marina D’Arrigo, una docente calabrese prima maestra alla primaria e poi insegnante di spagnolo alla secondaria. La donna, tuttavia, non smetterà di insegnare.
“Questo è il lavoro della mia vita, che ho sempre voluto fare e ho svolto con passione e dedizione. Avrei ancora tante energie da spendere ma negli ultimi anni sentivo stanchezza, non dell’insegnamento ma per l’eccessiva burocrazia di un modello di scuola nel quale non mi riconosco, sempre più azienda e meno comunità educante”, dice a Reggio Today la neo pensionata.
“Certamente ne capisco la necessità in un periodo in cui la scuola e i docenti sono spesso sotto accusa e occorre tutelarsi, ma per me era una situazione troppo pesante, a volte mi sono chiesta se fossi un’insegnante o una segretaria. Perché carte e progetti sono tempo sottratto alla didattica, a quell’aspetto educativo che mi ha attratta sin da bambina, quando alla domanda sul mestiere che avrei voluto fare rispondevo, senza esitazioni, la maestra”, continua.
La donna è tra i fondatori dell’associazione Mondo in piazza, ovvero la scuola di italiano per stranieri di piazza Sant’Agostino di Reggio Calabria.
Pertanto la docente si è detta stanca proprio per il modello di scuola ormai lontano da quello a cui lei si ispira: “E’ un modello di scuola asservito ai bisogni del grande sistema economico e finanziario, e anche l’autonomia, nata con motivazioni valide, cioè l’avvicinamento della scuola al territorio e alla realtà, ha favorito purtroppo la competizione tra istituti, in una gara che perde di vista l’obiettivo educativo”.
“Io continuerò a rispondere alla mia chiamata come volontaria al servizio degli stranieri presso l’associazione MONDO IN PIAZZA – conclude la docente, scrivendo anche su Facebook del suo ritiro e i suoi prossimi passi – un progetto stupendo nato solo dal desiderio di mettere a disposizione della GRATUITA’ la professionalità e il cuore di alcuni docenti, a servizio di chi non ha nessuno strumento per vivere nella nostra città, a partire in primis, dall’uso della lingua italiana”.
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