Rossano Sasso, deputato della Lega ed ex sottosegretario all’Istruzione, propone una legge per aumentare le pene contro chi commette violenze nei riguardi del personale scolastico.
Questa iniziativa è una riproposizione di un provvedimento presentato nel 2019 che ora trova un canale preferenziale grazie all’attuale maggioranza di governo.
La proposta di Sasso mira a ristabilire l’autorevolezza del corpo docente, minata secondo il deputato dalla politica culturale corrente che ha condotto a un indebolimento del rapporto tra scuola e famiglia.
L’ex sottosegretario, in un’intervista a Il Tempo, ribatte alle critiche mosse dal Partito Democratico, secondo cui la proposta avrebbe una deriva securitaria, sottolineando che l’obiettivo è ripristinare il decoro, la dignità e l’autorevolezza del ruolo dell’insegnante.
La proposta non ha intenzioni punitive verso gli studenti, ma punta a riconoscere il ruolo del docente come pubblico ufficiale nell’esercizio delle proprie funzioni. L’iniziativa si divide in due parti: la prima mira a modificare il Codice Penale, inasprendo di un terzo le pene già previste per chi commette violenze nei confronti degli insegnanti. Il messaggio è chiaro: “Chi tocca un insegnante, tocca lo Stato”.
Il secondo aspetto della proposta prevede la creazione di un Osservatorio sulla violenza a scuola. Quest’ultimo avrà il compito di monitorare e relazionare ogni anno al Parlamento sul fenomeno, ma anche di sensibilizzare la comunità scolastica attraverso corsi di formazione per prevenire conflitti.
La Lega si impegna a mettere la scuola al centro della propria azione politica, riconoscendo l’importanza del mestiere dell’insegnante. La proposta di legge si inserisce in questo contesto e, dopo le audizioni in commissione Cultura a Montecitorio, si attendono gli emendamenti entro la fine dell’estate.
Ricordiamo inoltre che sul tema anche Orizzonte Scuola è stata audita alla Camera, con il nostro direttore Eleonora Fortunato, che ha spiegato, come “la scuola è un ambiente naturale per sperimentare l’approccio riparativo della giustizia. Grazie al suo ruolo educativo, la scuola può diventare uno spazio in cui si pratica l’ascolto, la comprensione delle esperienze altrui e la ricerca di accordi per il futuro. L’adozione del paradigma riparativo consente di trovare risposte che promuovono la riparazione del legame sociale violato, responsabilizzando gli individui e gestendo le conseguenze distruttive del conflitto nell’ambito dell’”Educazione civica e alla convivenza civile””.
La proposta di legge prevede per chi aggredisce il personale scolastico, una pena aumentata da uno a due terzi, la pena massima per la violenza a 7 anni e sei mesi, con l’oltraggio che arriva fino a 5 anni.
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