Sempre più episodi di aggressione nei confronti dei docenti e del personale scolastico nelle scuole di tutta Italia arrivano alla cronaca quotidiana. Una sorta di escalation sulla quale bisognerebbe indagare a fondo per comprenderne le motivazioni di carattere socio-psicologico. Si tratta di atti che denotano una mancanza di rispetto per la categoria, che lascia trasparire problematiche relazionali all’interno di una istituzione come quella scolastica che nella relazione ha il fondamento. Questi fatti di violenza sono spesso, tra l’altro, anche filmati e pubblicati sui social media, evidenziando un malessere diffuso negli istituti scolastici.
Recentemente, una professoressa è stata colpita con una pistola ad aria compressa durante una lezione di scienze, un insegnante è stato aggredito con un pugno all’uscita della scuola da parte del patrigno di una studentessa, un uomo di 34 anni è stato arrestato per aver aggredito un docente dopo un provvedimento disciplinare nei confronti di una studentessa e un insegnante di un istituto superiore è stato sospeso per aver colpito uno studente che lo stava deridendo. Sarà questione di mancanza di empatia, direbbe la Litizzetto, ma forse no!
Oggi la docente “sparata”, ha anche denunciato con una intervista su Repubblica qualcosa che bisogna ritenere ancora più grave dell’evento già di per sè gravissimo “Mi sono sentita subito sola. Avevano sparato a me ed era come se fosse tutta colpa mia, come se avessi commesso un errore in classe. Non hanno neppure chiamato le forze dell’ordine“. E questo non può accadere.
Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, ha espresso la sua posizione a favore degli insegnanti aggrediti e ha dichiarato che il rispetto verso i docenti e verso le cose è fondamentale. “Sarò sempre dalla parte degli insegnanti aggrediti. Riportiamo responsabilità, serenità e rispetto nelle scuole – ha detto – Non possiamo accettare che mentre un professore spiega in classe, un ragazzo guardi un film o che, come è successo a Rovigo, i ragazzi filmino il docente, lo postino sul web e lo deridano. La cultura del rispetto verso gli insegnanti è fondamentale e anche verso le cose“. E risulterebbero allo studio una serie di azioni per far sì che venga coinvolta la corresponsabilità educativa delle famiglie, un patto costante con la scuola per educare al rispetto degli insegnanti e del personale scolastico nella sua interezza.
Nel frattempo, la Ministra dell’Università, Anna Maria Bernini, ha deciso di predisporre un provvedimento per la creazione di presidi per il benessere psicologico degli studenti negli atenei. Una idea che potrebbe essere mutuata e adattata al mondo della scuola. Nel caso specifico, a seguito del recente suicidio di una studentessa nei bagni della Iulm a Milano, che ha causato molte reazioni e flash mob organizzati dagli studenti in molte città universitarie.