Per gli insegnanti precari si avvia un periodo che in qualche modo potrebbe risultare molto vantaggioso: entro la primavera si aggiorneranno le graduatorie provinciali per le supplenze, che prevedrà anche nuovi inserimenti. In seguito è previsto il nuovo corso del reclutamento, la cui riforma dopo l’ok del Consiglio dei Ministri dovrà passare dal Parlamento.
Aggiornamento Gps: a breve l’ordinanza
Proprio pochi giorni fa è arrivato il parere favorevole del CSPI che indica come l’ordinanza sia vicina alla pubblicazione. Fra aggiornamento e nuovi inserimenti si calcola un flusso di circa 700 mila persone interessate.
Le GPS Graduatorie provinciali per le supplenze, ricordiamo, vengono utilizzate, in subordine alle GAE, per l’attribuzione delle supplenze annuali (al 31/08) e di quelle sino al termine delle attività didattiche (al 30/06).
Si sceglie una sola provincia
I docenti che si inseriscono nelle GPS devono scegliere un’unica provincia. Può essere anche differente rispetto a quella del 2020.
I titoli di accesso per infanzia e primaria
Possono iscriversi
a) in prima fascia i docenti in possesso di abilitazione
b) in seconda fascia studenti che, nell’anno accademico 2021/2022, risultano iscritti al terzo, quarto o al quinto anno del corso di laurea in Scienze della Formazione primaria, avendo assolto, rispettivamente, almeno 150, 200 e 250 CFU entro il termine di presentazione dell’istanza.
Titoli di accesso per la scuola secondaria di I e II grado
Possono iscriversi
a) in prima fascia i docenti in possesso di relativa abilitazione
b) in seconda fascia
- laurea + 24 CFU in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche di cui al DM 616/2017 oppure
- abilitazione specifica su altra classe di concorso o per altro grado (titolo previsto dal dm 59/2017) oppure
- precedente inserimento nella specifica classe di concorso nelle GPS 2020 (quindi senza i 24 CFU)
N.B. La laurea deve essere comprensiva degli eventuali CFU/CFA o esami o titoli aggiuntivi richiesti dal DPR 19/2016 e DM 259/2017 per l’accesso alla classe di concorso richiesta.
L’aspirante deve essere in possesso del titolo entro il termine di presentazione della domanda (compresi i 24 CFU e/o eventuali CFU per completare il piano di studi). Chi ha bisogno dei 24 CFU per inserirsi
I 24 CFU non danno punteggio.
La laurea triennale non è titolo di accesso alla graduatoria.
ITP
Prima fascia: abilitazione specifica per la classe di concorso
Seconda fascia
- precedente inserimento nelle GPS 2020 per la specifica classe di concorso oppure
- diploma che permette l’accesso a classi di concorso della tabella B del DPR 19/2016 e dm 259/2017 + 24 CFU in discipline psicopedagogiche e metodologie didattiche di cui al dm 616/2017 oppure
- abilitazione per altra classe di concorso o altro grado di istruzione (titolo previsto dal dm 59/2017)
Nuovo reclutamento: ancora molti passaggi da definire
Approderà in Parlamento a breve il nuovo decreto che fornirà le regole per il reclutamento degli insegnanti nei prossimi anni. Si tratta di un nuovo percorso pensato dal Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi che vede sistema a regime per neo laureati e uno dedicato ai precari. Sistema a regime che però arriverà nel 2025: infatti, fino al 2024 ci sarà una fase transitoria che, nell’ottica di Patrizio Bianchi, dovrebbe portare fino a 70 mila immissione in ruolo entro il 2024, appunto.
Sono previsti due percorsi separati per quanto concerne la riforma del reclutamento: uno incentrato sulla formazione iniziale che interessa principalmente i neolaureati e uno dedicato ai precari con tre anni di servizio.
La formazione iniziale e l’abilitazione
Si definiscono le modalità di formazione iniziale, abilitazione e accesso all’insegnamento nella scuola secondaria.
Sono previsti:
- Un percorso universitario abilitante di formazione iniziale (corrispondente ad almeno 60 crediti formativi), con prova finale
- Un concorso pubblico nazionale con cadenza annuale
- Un periodo di prova in servizio di un anno con valutazione conclusiva
Il percorso di formazione abilitante si potrà svolgere dopo la laurea oppure durante il percorso formativo in aggiunta ai crediti necessari per il conseguimento del proprio titolo. È previsto un periodo di tirocinio nelle scuole. Nella prova finale è compresa una lezione simulata, per testare, oltre alla conoscenza dei contenuti disciplinari, la capacità di insegnamento.
L’abilitazione consentirà l’accesso ai concorsi, che avranno cadenza annuale per la copertura delle cattedre vacanti e per velocizzare l’immissione in ruolo di chi vuole insegnare. I vincitori del concorso saranno assunti con un periodo di prova di un anno, che si concluderà con una valutazione tesa ad accertare anche le competenze didattiche acquisite dal docente. In caso di esito positivo, ci sarà l’immissione in ruolo.
In attesa che il nuovo sistema vada a regime, per coloro che già insegnano da almeno 3 anni nella scuola statale è previsto l’accesso diretto al concorso. I vincitori dovranno poi conseguire 30 crediti universitari e svolgere la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.
Durante la fase transitoria, coloro che non hanno già un percorso di tre anni di docenza alle spalle ma vogliono insegnare potranno conseguire i primi 30 crediti universitari, compreso il periodo di tirocinio, per accedere al concorso. I vincitori completeranno successivamente gli altri 30 crediti e faranno la prova di abilitazione per poter passare di ruolo.
Ancora da verificare concretamente la struttura dei concorsi: la struttura prevista per i concorsi modifica in parte quella già approvata dal Parlamento con il decreto sostegni bis nel 2021.
Nello specifico, il testo di riforma del reclutamento, riporta che al fine di assicurare che i concorsi ordinari per il personale docente per la scuola dell’infanzia, primaria e secondaria per i posti comuni e di sostegno siano banditi con frequenza annuale, le prove di detti concorsi si svolgono secondo le seguenti modalità semplificate:
a) in sostituzione della o delle prove scritte previste a legislazione vigente, sostenimento e superamento di una unica prova scritta con più quesiti a risposta multipla o strutturata, volti all’accertamento delle conoscenze e competenze del candidato sulla disciplina della classe di concorso o tipologia di posto per la quale partecipa, nonché sulle metodologie e le tecniche anche della didattica disciplinare, sull’informatica e sulla lingua inglese. Non si dà luogo alla previa pubblicazione dei quesiti. L’amministrazione si riserva la possibilità, in ragione del numero di partecipanti, di prevedere, ove necessario, la non contestualità delle prove relative alla medesima classe di concorso, assicurandone comunque la trasparenza e l’omogeneità in modo da garantire il medesimo grado di selettività tra tutti i partecipanti. La prova è valutata al massimo 100 punti ed è superata da coloro che conseguono il punteggio minimo di 70 punti;
b) prova orale nella quale si accertano oltre alle conoscenze disciplinari le competenze didattiche e le capacità e l’attitudine all’insegnamento;
c) valutazione dei titoli;
d) formazione della graduatoria sulla base delle valutazioni di cui alle lettere a) b) e c), nel limite dei posti messi a concorso;
d-bis) formazione della graduatoria dei soggetti, che devono ancora conseguire l’abilitazione all’insegnamento specifica sulla classe di concorso, sulla base delle valutazioni di cui alle lettere a) b) e c), in applicazione del comma 4 dell’articolo 5 e dell’articolo 18-bis del decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 59 e successive modificazioni.
Bianchi ha difeso negli ultimi giorni la scelta della struttura dei concorsi: “Mi assumo io tutte le mie responsabilità. La verità è che questo governo, con un decreto, che abbiamo votato tutti, ha deciso di usare per i concorsi strumenti computer-based, che vuol dire oggettività, vuol togliere tutte le discrezionalità da parte delle commissioni”.
L’impianto generale sarà questo ma con il passaggio in Parlamento è probabile che alcuni punti potranno subire modifiche, anche sostanziali. Le forze politiche promettono battaglia, infatti, come abbiamo riferito in precedenza. Senza contare che non si può escludere uno sciopero generale, considerando il no collettivo dei sindacati.
, 2022-04-25 14:29:00, Per gli insegnanti precari si avvia un periodo che in qualche modo potrebbe risultare molto vantaggioso: entro la primavera si aggiorneranno le graduatorie provinciali per le supplenze, che prevedrà anche nuovi inserimenti. In seguito è previsto il nuovo corso del reclutamento, la cui riforma dopo l’ok del Consiglio dei Ministri dovrà passare dal Parlamento.
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