Due progetti di musica nelle scuole promossi dalla Provincia di Trento ha fatto insorgere gli insegnanti pubblici che hanno deciso di agire per le vie legali.
Si tratta, riporta Il Corriere del Trentino, di due progetti specifici che avrebbero avviato l’epoca di “nuove sperimentazioni e collaborazioni a vantaggio di una cultura musicale diffusa”.
Con il primo provvedimento si promuovevano “percorsi condivisi tra le scuole musicali e gli istituti comprensivi” del territorio; con il secondo si autorizzava e si finanziava, a partire dall’anno scolastico 2023-24, l’attivazione di un percorso musicale sperimentale per la secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo di Fondo- Revò (Trento). Un progetto che doveva durare un triennio e per il quale venivano stanziati 60 mila euro. Dunque facendo ricorso ad insegnanti privati e non sfruttando quelli della scuola pubblica.
Così i professori delle “Gianbattista Lampi” hanno atteso appena un mese dall’avvio delle scuole per lamentare quella che ritengono “un’anomalia” dell’offerta formativa scolastica rivolta in particolare agli studenti delle classi prime.
La proposta gratuita, partita inizialmente in forma sperimentale, mirava a far entrare in maniera importante la musica nella vita degli alunni che, facoltativamente, potevano scegliere se aderire alle tre ore settimanali di potenziamento musicale con la possibilità di scegliere tra i cinque strumenti messi a disposizione dall’istituto: chitarra elettrica, basso elettrico, batteria-percussioni, sassofono e pianoforte.
“La delibera – spiegava ad aprile Piazza Dante – nasce dalla necessità di promuovere progetti formativi, educativi e culturali per sperimentare le pratiche musicali collettive nella scuola primaria“.
L’iniziativa abbracciata dall’istituto scolastico con il supporto del dipartimento istruzione, la collaborazione con la scuola musicale “Eccher” di Cles e la messa a disposizione dei suoi docenti esperti in aggiunta al personale della secondaria di primo grado non è piaciuta ai professori.
Già la scorsa primavera, con l’approvazione della delibera del 6 aprile, la consigliera provinciale Lucia Maestri, in quota Pd, aveva infatti depositato un’interrogazione per fare chiarezza su una situazione definita “del tutto originale”: quella per cui in una scuola pubblica vengono “inseriti dei docenti di una scuola privata”.
A questo punto è scattato il ricorso promosso da alcuni insegnanti di musica al Tribunale di Trento, che richiedono di seguire le graduatorie pubbliche per l”insegnamento nelle rispettive classi di strumento per la copertura delle ore relative al percorso sperimentale attivato alle medie di Fondo.
La Provincia ha già annunciato che non starà a guardare: “Non appaiono fondati i motivi che stanno alla base del ricorso“.
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