“Come farà il docente tutor a seguire i bisogni e le motivazioni di 50 studenti senza il supporto di strutture interne ed esterne alla scuola? Occorre affiancare a queste 40 mila figure innovative volute dall’attuale ministero dell’Istruzione almeno altrettanti docenti e Ata aggiuntivi, altrimenti sarà impossibile svolgere le attività programmate nel Piano nazionale di ripresa e resilienza per abbattere la dispersione scolastica”.
Lo ha dichiarato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando “l’istituzione delle figure del tutor e del docente orientatore che accompagneranno gli studenti nella costruzione del loro futuro nell’ambito degli studi e in campo professionale. Si tratta del percorso personalizzato e inclusivo, una nuova alleanza tra scuola e famiglia”, che può contare su 150 milioni derivanti dal Pnrr e si avvale da ieri anche di un portale internet a supporto delle scuole: la nomina dei tutor fa fatta entro il prossimo 2 maggio, direttamente dalle scuole dove sono collocate “70 mila classi del secondo biennio e dell’ultimo anno della scuola secondaria di secondo grado”.
I DELICATI COMPITI DEI TUTOR
I compiti dei tutor si prevedono importanti e delicati. In particolare, nella scuola secondaria di primo e secondo grado, il docente tutor è chiamato a svolgere due attività: 1) aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni E-port-folio personale e cioè: a. il percorso di studi compiuti, anche attraverso attività che ne documentino la personalizzazione; b. lo sviluppo documentato delle competenze in prospettiva del proprio personale progetto di vita culturale e professionale (trovano in questo spazio collocazione, ad esempio, anche le competenze sviluppate a seguito di attività svolte nell’ambito dei progetti finanziati con fondi europei o, per gli studenti della scuola secondaria di secondo grado, dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO)); c. le riflessioni in chiave valutativa, auto-valutativa e orientativa sul percorso svolto e, soprattutto, sulle sue prospettive; d. la scelta di almeno un prodotto riconosciuto criticamente dallo studente in ciascun anno scolastico e formativo come il proprio “capolavoro”. 2) costituirsi consigliere delle famiglie nei momenti di scelta dei percorsi formativi o delle prospettive professionali dello studente, anche alla luce dei dati territoriali e nazionali e delle informazioni contenute nella piattaforma digitale unica per l’orientamento di cui punto 10 delle citate Linee guida, avvalendosi del supporto della figura dell’orientatore, definito al punto 10.2 delle stesse Linee guida come il docente che per ciascuna istituzione scolastica gestisce, raffina e integra i dati della piattaforma con quelli specifici raccolti nei differenti contesti territoriali ed economici e li mette a disposizione delle famiglie, degli studenti e del tutor.
IL PARERE DEL SINDACATO
L’Anief ritiene che i nuovi ruoli del docente tutor e orientatore, senza altri provvedimenti, non serviranno a molto. Inoltre, non si comprende per quale motivo si debbano escludere i docenti precari (uno su quattro dell’attuale organico utilizzato), che non potranno ricoprire il nuovo doppio ruolo. Come pure non si comprende la poca chiarezza sui criteri di ripartizione del fondo di 150 milioni di euro fra le diverse scuole approvato per decreto pochi giorni fa. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ricorda che “mentre proseguono le trattative con la Commissione Ue, il Governo italiano e l’amministrazione scolastica devono prendersi la responsabilità di procedere con assunzioni, aumento dei posti di docenti e Ata, più cancellazioni dei vincoli che bloccano i trasferimenti anche in caso di posti liberi: sono misure attuative che possono essere inserite tranquillamente nel decreto PNRR quater. Senza un organico stabile e aggiuntivo, il ritorno al doppio canale e alla mobilità del personale priva di vincoli, i progetti del Pnrr applicati alla Scuola non potranno realizzarsi”.
Secondo Stefano Cavallini, segretario generale Anief, oltre ad uno “specifico organico aggiuntivo, bisogna anche individuare specifiche risorse finanziarie ulteriori da assegnare nelle scuole in zone a rischio alta dispersione perché in questi istituti l’impegno sarà decisamente maggiore. Inoltre con il dimensionamento scolastico dei prossimi anni, avremo scuole con un numero elevato di plessi: in questi casi non potrà bastare un solo tutor a risolvere il problema e comunque il compenso dovrà essere più alto a chi porterà avanti questo onere”.
IL PROGETTO
La “finestra” temporale, dal 17 aprile alle ore 15 del 2 maggio (utilizzando la piattaforma “FUTURA PNRR” – Gestione Progetti”, Area “Iniziative”, sezione “docenti tutor orientamento”), per l’invio dei nominativi di tutor e orientatori è stata stabilita nel decreto ministeriale 63 approvato alcuni giorni fa: la successiva circolare emessa dal ministero dell’Istruzione, con le indicazioni operative per l’attivazione delle nuove figure professionali. Il ministero dell’Istruzione ha deciso cheai docenti tutor verrà assegnato un bonus annuale variabile da 2.850 euro a 4.750 euro lordo Stato, come è stato deciso in contrattazione: il loro finanziamento si ricaverà dai 150 milioni del fondo per la valorizzazione del personale scolastico (art. 1 comma 561 della Legge di Bilancio 2023). I docenti tutor dovranno impegnarsi per un triennio per raggiungere obiettivi PNRR. La ripartizione dei 150 milioni per i tutor sarà fatta in base al solo numero degli alunni delle classi terminali di ogni istituto secondario di secondo grado. La ripartizione per singolo docente sarà effettuata dalla contrattazione di istituto prevedendo un assegno annuo da 2.850 euro a 4.750 euro lordo Stato, quindi ai docenti tutor arriverà circa la metà di queste cifre. A giorni, dopo l’informativa sindacale, il prossimo decreto ministeriale relativo ai criteri di attribuzione del bonus e alle linee guida già pubblicate sulla figura del docente tutor. Assieme a quella del docente tutor si istituirà la figura dell’orientatore: si prevedono circa 2.500 orientatori.
FORMAZIONE E REQUISITI
I docenti interessati dovranno seguire un corso di formazione di 20 ore gestito da Indire e completamente on line, che inizierà ad aprile di quest’anno. Tra i criteri non vincolanti ma indicativi per l’individuazione di tali figure: avere prestato 5 anni di servizio a tempo indeterminato; avere svolto funzioni interne alla scuola su orientamento, Pcto e dispersione; impegnarsi a ricoprire tale incarico per almeno un triennio. Il ministero a breve pubblicherà la circolare esplicativa decreto ministeriale che sarà emanato entro i 180 giorni previsti dalla legge: la circolare, presentata per sommi capi ai sindacati, delinea i criteri circa l’individuazione, il percorso e la remunerazione del tutor.
I COMPITI DEL DOCENTE TUTOR
Il docente tutor – scrive Orizzonte Scuola – avrà il compito di coordinare e promuovere le attività educative per personalizzare l’istruzione negli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado. Questo compito include il supporto per gli studenti che hanno difficoltà e la promozione del potenziamento per quelli che hanno talenti particolari.
I COMPITI DEL DOCENTE ORIENTATORE
l docente orientatore avrà il compito di favorire le attività di orientamento per aiutare gli studenti a fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, tenendo conto dei diversi percorsi di studio e lavoro e delle varie opportunità offerte dai territori, dal mondo produttivo e universitario. Questo approccio deve essere fatto rispettando l’autonomia degli istituti scolastici, degli studenti e delle loro famiglie.
LA FORMAZIONE
Il corso di formazione per diventare docente tutor e docente orientatore sarà di 20 ore e sarà gestito dall’Indire. I tutor dovrebbero essere 40.000, a cui vanno i docenti orientatori, uno per ogni istituto scolastico; saranno distribuiti nelle scuole in maniera proporzionale al numero degli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado (anno scolastico 2023/2024). Saranno poi le scuole a organizzare il servizio nella loro autonomia.
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