Don Matteo, prete di strada  e leader spirituale

Don Matteo, prete di strada  e leader spirituale

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GIOVEDÌ 26 MAGGIO 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

non conosco Zuppi, ma ho apprezzato la sua omelia in occasione dei funerali di David Sassoli. Mi sembra di grande cuore e intelligenza.

Paolo Danti

È un prete, vescovo e cardinale di altissimo livello, perché appunto parte dagli ultimi, nel solco del concetto di caritas.

Vittorio Gabelli

Sono di Bologna, quindi sono contenta perché lo ritengo una voce che parla con semplicità a tutti.

Mara Vaccari



È una buona notizia. La Cei non si è mostrata sempre illuminata. Speriamo sia l’inizio di un tempo buono. Sarà così?

Rita Aglietti

Cari lettori,

La nomina di Matteo Zuppi alla guida della Conferenza episcopale è una buona notizia, che viene dopo anni non facili per la Chiesa italiana. Non è certo colpa dei suoi predecessori. È che, dopo una stagione in cui la Chiesa ha contato molto non solo in politica ma anche nella discussione pubblica, grazie in particolare alle capacità di elaborazione strategica di Ruini e di elaborazione culturale di Scola, negli ultimi dieci anni non è più stato così. Il Conclave del 2013 è stato un disastro per gli italiani, divisi e rissosi, cui sono state attribuite tutte le magagne della Curia, che con la Chiesa italiana non c’entra nulla. Papa Francesco ha puntato su pastori che avessero l’odore delle pecore, e questa è una prospettiva affascinante, così diversa dalla Chiesa degli ori e delle sacrestie, del potere e dei paramenti. Stare in mezzo alle pecore è necessario; ma non basta a fare un leader spirituale. Se Sant’Egidio fosse una delle tante onlus, non sarebbe quello che è: l’Onu di Trastevere. Un prete di strada può essere un leader spirituale; ma deve saper parlare in pubblico, reggere un’intervista, leggere e scrivere libri, saper mettere in relazione le persone, dialogare con tutti i politici senza diventare l’uomo di qualcuno, incrociare mondi ed essere a proprio agio davanti a un clochard e a una regina. Matteo Zuppi ha queste caratteristiche; quindi sarà un ottimo presidente della Cei. E poi è un uomo di energia e di simpatia: non l’ho mai visto di cattivo umore. Non è tutto; ma di questi tempi è molto.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Mio figlio portato via dalla madre, aiutatemi»

Vivo a Cremona. Dopo una convivenza di due anni con una donna tedesca a Londra, abbiamo avuto un bambino bellissimo, che ha acquisito tre passaporti, inglese, italiano e tedesco. Dopo 5 mesi, la madre se ne è andata ad Amburgo, con mio figlio, sparendo per due mesi. Mi sono rivolto alle autorità inglesi e tramite la convenzione Aia hanno diffidato la madre a rientrare da Amburgo a Londra. Lei si rifà viva e mi chiede di andare ad Amburgo. Mi supplica di rimandare il suo rientro a Londra ad aprile 2020 quando sarebbe dovuta tornare al lavoro. Come compromesso accetta di venire a vivere a Cremona dove il mio bimbo prende la residenza. Lascio Londra (sono un lavoratore autonomo) e preparo la casa. Al loro arrivo, ritiro la denuncia per sottrazione di minori presentata alle autorità inglesi dietro supplica della madre. Ma lei, un mese dopo, riparte per Amburgo con mio figlio e da allora non l’ho più rivisto. Inutile la mia denuncia per sottrazione internazionale di minore: nonostante la mia opposizione alla richiesta di archiviazione, a giugno 2021 è arrivato un decreto di archiviazione dicendo che non c’è stata sottrazione di minore. Mio figlio ora ha tre anni, ho scritto spesso alla madre per avere sue notizie, ma sono stato diffidato a non farlo più e a pagare gli alimenti a un ente tedesco (Jugendamt). Mio figlio ha anche cambiato cognome. Ora sono costretto a tornare in Inghilterra a vivere, e sperare che lo Stato inglese mi dia la speranza di farmi rivedere mio figlio. Ai magistrati italiani sembra che non importi che lui sia privato dall’amore del padre, dei nonni e della possibilità di imparare l’italiano. I nonni, come me, hanno il cuore spezzato.

Un papà disperato

INVIATECI LE VOSTRE LETTERE

Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

Invia il CV

MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

Invia l’offerta

GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

Segnala il caso

VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

Racconta la storia

SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

Invia la lettera

DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

Invia il racconto

LA FOTO DEL LETTORE

Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

Inviateci le vostre foto su Instagram all’account @corriere

, 2022-05-25 22:47:00,

GIOVEDÌ 26 MAGGIO 2022

risponde Aldo Cazzullo

Caro Aldo,

non conosco Zuppi, ma ho apprezzato la sua omelia in occasione dei funerali di David Sassoli. Mi sembra di grande cuore e intelligenza.

Paolo Danti

È un prete, vescovo e cardinale di altissimo livello, perché appunto parte dagli ultimi, nel solco del concetto di caritas.

Vittorio Gabelli

Sono di Bologna, quindi sono contenta perché lo ritengo una voce che parla con semplicità a tutti.

Mara Vaccari



È una buona notizia. La Cei non si è mostrata sempre illuminata. Speriamo sia l’inizio di un tempo buono. Sarà così?

Rita Aglietti

Cari lettori,

La nomina di Matteo Zuppi alla guida della Conferenza episcopale è una buona notizia, che viene dopo anni non facili per la Chiesa italiana. Non è certo colpa dei suoi predecessori. È che, dopo una stagione in cui la Chiesa ha contato molto non solo in politica ma anche nella discussione pubblica, grazie in particolare alle capacità di elaborazione strategica di Ruini e di elaborazione culturale di Scola, negli ultimi dieci anni non è più stato così. Il Conclave del 2013 è stato un disastro per gli italiani, divisi e rissosi, cui sono state attribuite tutte le magagne della Curia, che con la Chiesa italiana non c’entra nulla. Papa Francesco ha puntato su pastori che avessero l’odore delle pecore, e questa è una prospettiva affascinante, così diversa dalla Chiesa degli ori e delle sacrestie, del potere e dei paramenti. Stare in mezzo alle pecore è necessario; ma non basta a fare un leader spirituale. Se Sant’Egidio fosse una delle tante onlus, non sarebbe quello che è: l’Onu di Trastevere. Un prete di strada può essere un leader spirituale; ma deve saper parlare in pubblico, reggere un’intervista, leggere e scrivere libri, saper mettere in relazione le persone, dialogare con tutti i politici senza diventare l’uomo di qualcuno, incrociare mondi ed essere a proprio agio davanti a un clochard e a una regina. Matteo Zuppi ha queste caratteristiche; quindi sarà un ottimo presidente della Cei. E poi è un uomo di energia e di simpatia: non l’ho mai visto di cattivo umore. Non è tutto; ma di questi tempi è molto.

LE ALTRE LETTERE DI OGGI

L’ingiustizia

«Mio figlio portato via dalla madre, aiutatemi»

Vivo a Cremona. Dopo una convivenza di due anni con una donna tedesca a Londra, abbiamo avuto un bambino bellissimo, che ha acquisito tre passaporti, inglese, italiano e tedesco. Dopo 5 mesi, la madre se ne è andata ad Amburgo, con mio figlio, sparendo per due mesi. Mi sono rivolto alle autorità inglesi e tramite la convenzione Aia hanno diffidato la madre a rientrare da Amburgo a Londra. Lei si rifà viva e mi chiede di andare ad Amburgo. Mi supplica di rimandare il suo rientro a Londra ad aprile 2020 quando sarebbe dovuta tornare al lavoro. Come compromesso accetta di venire a vivere a Cremona dove il mio bimbo prende la residenza. Lascio Londra (sono un lavoratore autonomo) e preparo la casa. Al loro arrivo, ritiro la denuncia per sottrazione di minori presentata alle autorità inglesi dietro supplica della madre. Ma lei, un mese dopo, riparte per Amburgo con mio figlio e da allora non l’ho più rivisto. Inutile la mia denuncia per sottrazione internazionale di minore: nonostante la mia opposizione alla richiesta di archiviazione, a giugno 2021 è arrivato un decreto di archiviazione dicendo che non c’è stata sottrazione di minore. Mio figlio ora ha tre anni, ho scritto spesso alla madre per avere sue notizie, ma sono stato diffidato a non farlo più e a pagare gli alimenti a un ente tedesco (Jugendamt). Mio figlio ha anche cambiato cognome. Ora sono costretto a tornare in Inghilterra a vivere, e sperare che lo Stato inglese mi dia la speranza di farmi rivedere mio figlio. Ai magistrati italiani sembra che non importi che lui sia privato dall’amore del padre, dei nonni e della possibilità di imparare l’italiano. I nonni, come me, hanno il cuore spezzato.

Un papà disperato

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Vi proponiamo di mettere in comune esperienze e riflessioni. Condividere uno spazio in cui discutere senza che sia necessario alzare la voce per essere ascoltati. Continuare ad approfondire le grandi questioni del nostro tempo, e contaminarle con la vita. Raccontare come la storia e la cronaca incidano sulla nostra quotidianità. Ditelo al Corriere.

MARTEDI – IL CURRICULUM

Pubblichiamo la lettera con cui un giovane o un lavoratore già formato presenta le proprie competenze: le lingue straniere, l’innovazione tecnologica, il gusto del lavoro ben fatto, i mestieri d’arte; parlare cinese, inventare un’app, possedere una tecnica, suonare o aggiustare il violino

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MERCOLEDI – L’OFFERTA DI LAVORO

Diamo spazio a un’azienda, di qualsiasi campo, che fatica a trovare personale: interpreti, start-upper, saldatori, liutai. 

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GIOVEDI – L’INGIUSTIZIA

Chiediamo di raccontare un’ingiustizia subita: un caso di malasanità, un problema in banca; ma anche un ristorante in cui si è mangiato male, o un ufficio pubblico in cui si è stati trattati peggio. Sarà garantito ovviamente il diritto di replica

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VENERDI -L’AMORE

Chiediamo di raccontarci una storia d’amore, o di mandare attraverso il Corriere una lettera alla persona che amate. Non la posta del cuore; una finestra aperta sulla vita. 

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SABATO -L’ADDIO

Vi proponiamo di fissare la memoria di una persona che per voi è stata fondamentale. Una figlia potrà raccontare un padre, un marito la moglie, un allievo il maestro. Ogni sabato scegliamo così il profilo di un italiano che ci ha lasciati. Ma li leggiamo tutti, e tutti ci arricchiranno. 

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DOMENICA – LA STORIA

Ospitiamo il racconto di un lettore. Una storia vera o di fantasia. 

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Ogni giorno scegliamo un’immagine che vi ha fatto arrabbiare o vi ha emozionati. La testimonianza del degrado delle nostre città, o della loro bellezza.

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, Aldo Cazzullo

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