di Rinaldo Frignani
Corsa contro il tempo per identificare l’assassino, forse seriale, delle tre prostitute accoltellate a Prati. Il portiere del palazzo di via Riboty sentito per ore in Questura. Telefonata del sindaco Gualtieri al prefetto Frattasi
Una mattanza a due passi dalla cittadella giudiziaria di piazzale Clodio. L’ombra del serial killer a Prati: tre donne pugnalate a morte in poche ore, in due palazzi distanti poco più di 850 metri fra loro, da qualcuno che forse conoscevano bene. Si ipotizza un cliente di due prostitute cinesi e una escort colombiana, massacrate con più fendenti. Aggressioni spietate sulle quali ora la polizia cerca di fare luce, c’è il timore che la scia di sangue possa non essersi interrotta. Le prime due, una 40enne e una ragazza di circa 25 anni — la loro identità non è stata confermata ufficialmente —, sono state trovate senza vita alle 10.50 di ieri in un appartamento al primo piano di un palazzo di via Augusto Riboty, di fronte al palazzo di giustizia. A dare l’allarme il portiere dello stabile, Davide G., interrogato per ore negli uffici della Squadra mobile insieme con molte altre persone: alla polizia il custode avrebbe riferito di aver scoperto il cadavere della più grande riverso sul pianerottolo del primo piano.
Dietro il corpo, la porta dell’appartamento chiusa e sangue copioso sul pavimento. Una volta nell’abitazione, gli agenti hanno poi rinvenuto senza vita la più giovane, seminuda, a sua volta accoltellata dopo aver opposto una disperata resistenza. La prima, forse la maitresse, potrebbe essersi trascinata fino ad aprire la porta per chiedere aiuto. Secondo più di un inquilino, che in una riunione di condominio avevano protestato per il viavai di clienti, alle 10.30 il corpo della 40enne non c’era per le scale: si ipotizza che il killer abbia colpito in un breve lasso di tempo allontanandosi con i vestiti e le scarpe sporchi di sangue. Ma nessuno lo ha visto, né ha sentito nulla.
Il sospetto è che non abbia lasciato subito l’edificio, dove fino a sera gli investigatori della Mobile hanno sentito anche chi lavora nei numerosi uffici. Proprio mentre la Scientifica era impegnata nei rilievi, anche nell’androne dello stabile e sulla tastiera dei citofoni, forse usata dal killer per farsi aprire dalle cinesi, al 112 è giunta la segnalazione del ritrovamento del corpo di Marta Castaño Torres, 65 anni, escort colombiana, nella camera da letto di un’abitazione in un interrato in via Durazzo, fra la Rai in via Teulada e La7 in via Novaro, alle pendici di Monte Mario.
A chiamare la polizia la sorella trans della vittima, che si presenta come Francesca Neri di Caracas. Anche la 65enne è stata uccisa a coltellate, numerosi fendenti al torace. Saranno ora le autopsie, in programma forse già oggi al Policlinico Gemelli, a stabilire la cronologia dei decessi per capire se il killer abbia agito prima in via Durazzo nel corso della nottata e poi si sia trasferito in via Riboty.
Per identificarlo al più presto, in una frenetica corsa contro il tempo, perché c’è il rischio che colpisca ancora, gli investigatori della Questura avrebbero acquisito i filmati di alcune telecamere di vigilanza della zona e anche i tabulati telefonici delle utenze delle vittime nella convinzione che l’assassino possa averle contattate prima di recarsi da loro. Ci sarebbe un impianto di ripresa video anche nell’alcova delle cinesi e forse in quella della 65enne. Entrambe le case erano pubblicizzate su Internet, come altre in quella parte di Prati.
Una zona tranquilla, come hanno riferito i residenti, che tuttavia già in passato è stata al centro di indagini sul favoreggiamento e lo sfruttamento della prostituzione, con la chiusura di falsi centri massaggi e anche la scoperta di appartamenti trasformati in alcove a pagamento. Uno scenario inquietante che ha spinto il sindaco Roberto Gualtieri a telefonare ieri pomeriggio al prefetto Bruno Frattasi per chiedere di essere aggiornato al più presto sugli sviluppi della vicenda.
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18 novembre 2022 (modifica il 18 novembre 2022 | 07:43)
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