Dopo Joseph Ratzinger non vedremo più due Papi in Vaticano: ecco perché

Dopo Joseph Ratzinger non vedremo più due Papi in Vaticano: ecco perché

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di Aldo Cazzullo

Eletto come successore di Wojtyla nel 2005, celebr la messa a memoria, senza mai guardare i libri sacri. Poi il pieno della bufera, le dimissioni, gli anni da Papa emerito

Dove vai? La Sistina per di qua. L’espressione era dolce, ma il piglio deciso. Il decano del sacro collegio stava conducendo i cardinali nella Cappella dove avrebbero scelto il successore di Wojtyla. Uno di loro aveva sbagliato strada, e lui lo indirizz sulla retta via, con garbo ma con fermezza.

Da pastore tedesco, come il Manifesto avrebbe titolato il giorno dopo la sua elezione, tra le meno contrastate della storia. Era l’aprile del 2005. Joseph Ratzinger aveva gi 78 anni (li comp il 16, fu eletto il 19) ma era ancora un uomo intellettualmente forte, sicuro di s.

Celebr in latino la messa pro eligendo Romano Pontifice, a memoria, senza mai guardare i libri sacri. Inforc gli occhiali cerchiati d’oro solo per leggere la celebre omelia contro il relativismo. Qualcuno ne trasse la conclusione: Ratzinger non vuole. Da un conservatore — parola che solo in Italia ha un’accezione negativa — ci si attendeva un discorso elettorale, aperto ai propri avversari interni, dedicato a temi su cui sarebbe stato difficile dissentire: i poveri, la pace. Invece Ratzinger tenne un discorso durissimo, come a dire: io sono cos; se vi sta bene, bene; se no, eleggete un altro. Elessero lui, abbastanza rapidamente. Qualcuno vot Martini; Martini indic un altro gesuita, Bergoglio; Bergoglio rifiut di essere la pietra d’inciampo di Ratzinger, salvando le proprie possibilit per il conclave successivo; e Ratzinger divenne Benedetto XVI, umile lavoratore nella vigna del Signore.

Sette anni dopo, dal suo volto ogni traccia di sicurezza era scomparsa. Era il 31 maggio 2012, si era nel pieno della bufera: corvi, fughe di notizie, furto di documenti, sino all’arresto del maggiordomo, Paolo Gabriele. Nei giardini vaticani, davanti alla ricostruzione della grotta di Lourdes, si diceva il rosario, a conclusione del mese mariano. Ratzinger arriv, rivolse alla folla uno sguardo incerto, i suoi occhi palesemente stavano cercando qualcuno; poi incrociarono quelli del cardinale Tarcisio Bertone. Il Papa e il segretario di Stato si scambiarono un segno d’intesa, un breve cenno del capo (particolarmente breve quello di Ratzinger). Il rito poteva cominciare.

Meno di nove mesi dopo, il Papa si dimise, con un gesto storico mai visto in otto secoli, dal tempo di Celestino V. In realt, non fu un gesto medievale, bens modernissimo, frutto di una visione del Papato diversa da quella di Wojtyla: una funzione, non solo una missione. Non si necessariamente Papi a vita, ma fino a quando ci si sente in grado di esserlo. Ratzinger non aveva perso nulla della sua finezza teologica, della sua lucidit intellettuale, della sua purezza d’animo. Anzi, proprio la finezza, la lucidit, la purezza gli facevano capire che, per governare ancora la Chiesa, avrebbe dovuto fare cose che non si sentiva di fare (compresa la scelta di un nuovo segretario di Stato). Era dunque il momento di lasciare.

Poi certo il successore non fu quello cui Ratzinger pensava, Angelo Scola. Ma quando un papato finisce in modo traumatico, le successioni non vanno mai come le si era pensate. Il rapporto con Jorge Bergoglio sempre stato rispettoso; ma le differenze tra i due Papi non erano solo di linguaggio e di stile. Ora Francesco imporr le regole che mancavano, sulla convivenza tra il Pontefice in carica e quello dimissionario. Probabilmente non vedremo pi in Vaticano due uomini vestiti di bianco. Il prossimo Papa emerito, se ci sar, dovr vivere altrove e indossare abiti diversi. Anche in questo Joseph Ratzinger sar ricordato come un unicum: un Pontefice diverso da tutti gli altri.

31 dicembre 2022 (modifica il 31 dicembre 2022 | 15:01)

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