Dove  è Shoigu, il  potente generale amico  di Putin  e barometro della guerra riapparso (in silenzio)?

Dove è Shoigu, il potente generale amico di Putin  e barometro della guerra riapparso (in silenzio)?

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Scomparso da due settimane ritorna in video con suo alter ego Gerasimov ma senza la parola. La sua figura è il barometro della guerra e degli equilibri interni del Cremlino

Chiedersi dov’è il signor Shoigu non è un gioco di società e neppure una domanda oziosa. La figura dell’enigmatico ministro della Difesa (qui il suo profilo) sta assumendo il valore di una specie di barometro, capace di indicare non solo l’andamento della guerra, ma anche lo stato degli equilibri interni al Cremlino. Perché Sergei Shoigu, 66 anni, prima dell’avvio della cosiddetta operazione militare speciale considerato il falco che sussurrava all’orecchio di Vladimir Putin, non è un militare ma un politico, dalle ambizioni dichiarate. Il comando dell’esercito doveva essere solo una tappa, per lui che aveva guadagnato una popolarità enorme nel ruolo ventennale di ministro delle Emergenze, una specie di capo della Protezione civile. La parola delfino in Russia non esiste, ma nelle chiacchiere sui possibili successori dello Zar, il suo nome era sempre il primo. E lui le lasciava correre, accompagnandole con una presenza mediatica incessante.

Le pubbliche relazioni sono sempre state il suo punto di forza. E dal 24 febbraio, l’inizio dell’invasione, fino all’undici marzo, nulla sembrava sconfessare questa strategia. I profili social del ministero della Difesa postavano fino a sei volte al giorno le sue parole, i suoi incontri. L’incontro con i soldati russi in partenza, che invitava a «trattare con cura» i prigionieri ucraini, quello del 25 febbraio con il ministro della Difesa armeno, il discorso del primo marzo nel quale ribadisce che la Russia andrà fino in fondo e il colloquio telefonico con il suo omologo turco, l’ormai famoso incontro con Putin del 27 febbraio, che invita lui e il Capo di Stato maggiore Valery Gerasimov ad attivare la difesa nucleare. E così via fino all’undici marzo.

Poi, più niente. Non una parola, una foto, una apparizione. Shoigu, e il suo alter ego Gerasimov spariscono. Eclissi totale, delle due autorità russe più importanti in tempo di guerra, che riappaiono solo sabato, quando un video postato sul sito del ministero della Difesa mostra il duo impegnato in una riunione con altri dodici ufficiali dello Stato maggiore. Dodici giorni di silenzio, che si sono riempiti di speculazioni assortite. La guerra non sta andando come previsto, e come era stato garantito a Putin. Quindi, Shoigu sarebbe diventato il primo bersaglio del malcontento del presidente, che lo avrebbe così oscurato. Oppure, una lettura inversa, con il potente ministro della Difesa che con la sua pausa mediatica prende le distanze dal Cremlino e si prepara a un possibile, e al momento improbabile dopo-Putin. Al momento, l’ipotesi più probabile è che Shoigu abbia problemi di salute. Già in passato aveva subito un intervento al cuore. avuto problemi cardiaci. Una fonte del ministero della Difesa ha riferito al sito indipendente Meduza che il ministro avrebbe nuovamente problemi cardiaci. Se questa volta siano veri, o soltanto presunti, oppure si tratti di un malanno diplomatico, insomma di un semplice pretesto per mettere da parte un personaggio troppo ingombrante per essere cacciato su due piedi in questo momento, lo capiremo solo se e quando Shoigu e il suo vice Gerasimov ritroveranno la parola. O se qualcuno lo farà per loro.

27 marzo 2022 (modifica il 27 marzo 2022 | 12:30)

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, 2022-03-27 12:12:00, Scomparso da due settimane ritorna in video con suo alter ego Gerasimov ma senza la parola. La sua figura è il barometro della guerra e degli equilibri interni del Cremlino, Marco Imarisio

Pietro Guerra

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