Dov’è la parità di genere nella scuola?

Dov’è la parità di genere nella scuola?

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decreto legge 36

Gli alunni nella scuola italiana e soprattutto nel primo ciclo d’istruzione si identificano nella figura della maestra e della professoressa e la riconoscono una “figura materna” dolce, sensibile, amorevole.

Infatti, quando loro sono in classe gli alunni hanno un atteggiamento molto educato e rispettoso verso la maestra o la professoressa, cosa che non avviene con i docenti maschi, perché gli alunni non riconoscono la severità degli uomini.

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Dov’è la parità di genere nella scuola italiana? Perché c’è un’eccessiva presenza delle donne nella scuola italiana? La professione docente non è adatta agli uomini per gli stipendi bassi?

Nelle altre professioni, nella politica si sono inserite le quote blu e le quote rosa al 50%,: nella scuola questo ancora non è ancora avvenuto? Sono queste domande molto lecite che necessitano di una efficace risposta e una seria discussione su una problematica così importante.

C’è bisogno per ragioni pedagogiche di una maggiore presenza degli uomini nel settore istruzione e favorire quella “benedetta” parità di genere, altrimenti c’è solo uno sbilanciamento.

La presenza maschile nelle classi favorisce un più giusto equilibrio tra insegnamento e apprendimento mentre la figura dell’uomo è vista dagli occhi dell’alunno con più autorevolezza.

A sua volta la figura della donna nella scuola è fondamentale ma occorre privilegiare un certo equilibrio all’interno delle aule delle docenti e dei docenti. La donna con la sua personalità materna svolge un ruolo protettivo nei confronti degli alunni e gli stessi sembrano quasi vivere all’interno delle mura scolastiche in maniera ovattata e materna.

A sollevare la problematica è stata, alcuni anni fa l’antropologa Ida Magli, che ha lanciato l’allarme sull’eccessiva femminilizzazione del mondo della scuola con una percentuale media di donne tra le aule scolastiche che si aggira sull’85%: un dato altissimo nella scuola dell’infanzia dove oltre il 90% del personale è donna, per proseguire nella scuola primaria e secondaria di I grado dove la percentuale di donne è superiore all’80% e di poco inferiore nella scuola secondaria di II grado, in cui la presenza maschile è un poco più alta rispetto agli altri cicli di istruzione.

Dall’età neonatale a tutta la prima infanzia i bambini vengono lasciati nei nidi e negli asili per la maggior parte del giorno dove il personale che li assiste è tutto femminile.

Per tutto il ciclo scolastico poi il predominio del personale insegnante femminile impedisce ai maschi il contatto con una personalità maschile con la quale identificarsi, nella quale credere; ma soprattutto impedisce lo sviluppo del tipo di pensiero maschile, rivolto alla profondità e all’analisi in modo molto diverso da quello femminile.

Abbiamo assistito ad una battaglia politica e culturale che ha determinato la parità di genere tra uomo e donna che nella società vantano gli stessi diritti e allora questi uguali diritti di fronte alla legge dove sono nel mondo della scuola? Non esistono affatto a causa della predominanza del genere femminile in quasi tutti i cicli d’istruzione.

Non si vuole fare una discriminazione, ma definire bene il pari ruolo dei docenti di ambedue i sessi, perché i bambini, gli adolescenti, i giovani devono apprendere sia dalla donna che dall’uomo, perché i due generi hanno idee, sentimenti, sensazioni, emozioni, saperi diversi uno dall’altro e gli studenti devono apprendere dall’uno e dall’altro sesso.

Mario Bocola

, 2022-05-09 13:16:00, Gli alunni nella scuola italiana e soprattutto nel primo ciclo d’istruzione si identificano nella figura della maestra e della professoressa e la riconoscono una “figura materna” dolce, sensibile, amorevole. Infatti, quando loro sono in classe gli alunni hanno un atteggiamento molto educato e rispettoso verso la maestra o la professoressa, cosa che non avviene con […]
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