DPCM 60 CFU, verso la firma del premier Meloni, ma i rettori sottolineano tempi e requisiti troppo stringenti. Le ultime notizie

DPCM 60 CFU, verso la firma del premier Meloni, ma i rettori sottolineano tempi e requisiti troppo stringenti. Le ultime notizie

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In dirittura d’arrivo il DPCM per la nuova abilitazione degli insegnanti: acquisiti i prescritti pareri il testo dovrà essere firmato dal Premier Meloni. Le attività universitarie potrebbero essere avviate in autunno, tanti i docenti in attesa di poter conseguire il titolo che darà l’accesso ai concorsi per l’insegnamento.

Secondo quanto segnala Italia Oggi, Crui, Cun e Cspi sono favorevoli alla nuova formazione ma con modifiche. I rettori evidenziano tempi e requisiti troppo stringenti.

La CRUI, pur apprezzando l’importanza del provvedimento, ha sollevato dubbi riguardo i tempi di attuazione e i requisiti del nuovo sistema formativo. Le preoccupazioni riguardano principalmente la tempistica eccessivamente stretta e la rigidità dei requisiti. Alcuni ritengono che le discipline dovrebbero essere organizzate per macro-aree piuttosto che individualmente per garantire una formazione di qualità.

Vi sono diverse proposte per rendere l’implementazione più sostenibile, come modificare l’articolo 4 per affrontare i problemi di accreditamento dei corsi di formazione iniziale. Il CUN suggerisce una maggiore precisione nella definizione del gruppo di aspiranti insegnanti e invita a non ripetere errori già commessi, come lo squilibrio tra il numero di persone abilitate e il numero di vincitori delle prove di ruolo.

I tempi di attuazione previsti attualmente sembrano impraticabili considerando la necessità di pubblicare il decreto, di creare linee guida dall’Anvur, e di ottenere l’approvazione da parte degli atenei. Inoltre, ci sono preoccupazioni sulle comunicazioni future che l’Istruzione dovrebbe fornire annualmente a partire da febbraio.

Pare, dunque, che il Ministero voglia pubblicare il DPCM accogliendo alcune modifiche chieste dalle altre parti interessate, ma sempre all’interno dell’attuale cornice, frutto di un’articolata intesa con Bruxelles.

Quanti aspiranti potranno conseguire l’abilitazione?

Ci sono vari passaggi. Il Ministero dell’istruzione e del merito avrà il compito di individuare il fabbisogno di docenti, per i tre anni scolastici successivi sia per le scuole statali che paritarie, sia per i percorsi di istruzione e formazione professionale delle regioni che per le scuole italiane all’estero.

Quindi il bacino dei docenti che potranno conseguire l’abilitazione sarà stimato per classe di concorso tenendo conto della previsione degli organici, dei docenti assunti con contratti a tempo determinato senza abilitazione negli anni precedenti, delle esigenze del personale abilitato nelle scuole paritarie, del contingente del personale di scuole italiane all’estero.

La comunicazione andrà inviata annualmente dal Ministero  al Ministero dell’Università. Le Università da canto loro dovranno indicare il livello sostenibile di attivazione dei percorsi di formazione iniziale.

Se il numero delle domande sarà in eccesso si potrà programmare a livello locale l’accesso ai percorsi, con le modalità individuate dal Ministero dell’università e della ricerca. I corsi secondo quanto espresso, dal Ministero, dovrebbero partire già dal prossimo autunno e comunque con l’anno accademico 2023/24.

Requisiti di accesso

Può accedere ai percorsi da 60 CFU l’aspirante in possesso di

  • Laurea
  • diploma per ITP
  • studenti regolarmente iscritti a corsi di studio per il conseguimento dei titoli idonei all’insegnamento purché abbiano già conseguito almeno 180 CFU. conseguimento di centottanta CFU.

Riserva dei posti

È prevista una riserva del 40% dei posti sul totale dell’offerta formativa delle Università per i docenti precari, docenti che vogliano conseguire un’ulteriore abilitazione (cosiddetti ingabbiati) e docenti specializzati  sostegno che vogliano conseguire l’abilitazione su posto comune.

Verranno riconosciuti i 24 CFU

Ai fini del conseguimento dei 60 CFU  sono riconosciuti ventiquattro CFU o CFA conseguiti sulla base del previgente ordinamento, fermi restando almeno dieci CFU o CFA di tirocinio diretto.

Inizio dei percorsi

I percorsi dovrebbero concludersi nell’anno accademico 2023/24.

La prova finale

Prevede una prova scritta e una lezione simulata, che accertano l’acquisizione delle competenze professionali.

La prova scritta consiste in una sintetica analisi critica di episodi, casi, situazioni e problematiche verificatisi durante il tirocinio diretto e indiretto svolto nel percorso di formazione iniziale.

La commissione ha a disposizione fino a un massimo di dieci punti per la prova scritta e dieci punti per la lezione simulata. La prova finale è superata se il candidato consegue un punteggio pari almeno a 7/10 nella prova scritta, e a 7/10 nella lezione simulata.

Con il superamento della prova finale è acquisita l’abilitazione all’insegnamento per la relativa classe di concorso.

I costi del percorso

La bozza del DPCM individua come costo massimo 2.500 per la frequenza del percorso 60 CFU, che scende a 2.000 per gli studenti che hanno acquisito almeno 180 CFU e sempre di 2.000 euro per i docenti che vorranno acquisire un ulteriore abilitazione con i corsi da 30 CFU, nonché per i docenti specializzati sostegno che vogliano acquisire l’abilitazione e per i docenti che dopo il concorso dovranno completare la propria formazione con i 30 CFU nell’anno di prova con contratto a tempo determinato.

A questo costo andranno aggiunti 150 euro per lo svolgimento della prova finale.

Modifiche alla BOZZA del DPCM 60 CFU

N.B. Alcuni dei passaggi della BOZZA del DPCM 60 CFU sono già in corso di modifica attraverso il Decreto PA bis pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso venerdì 23 giugno.

Ecco le modifiche introdotte, fermo restando che ulteriori modifiche potranno arrivare nel corso dell’iter parlamentare.

  1. La previsione del numero massimo di docenti da abilitare per classe di concorso è stata soppressa. Non dovrebbe più esserci tale restrizione, fermo restando che bisognerà
  2. Per gli anni accademici 2023/2024 e 2024/2025 i percorsi possono essere svolti, a esclusione delle attività di tirocinio e di laboratorio, con modalità telematiche, comunque sincrone, in misura non superiore al 50 per cento del totale.
  3. Novità anche per i docenti già abilitati o specializzati sostegno che vogliano conseguire un’ulteriore abilitazione
  4. I corsi potranno essere erogati  in modalità telematica sincrona. È eliminato il requisito del tirocinio diretto corrispondente a 10 CFU corrispondente ad almeno 12 ore per ogniCFU. In caso di esito negativo della prova i corsisti potranno ripeterla una seconda volta.

SCARICA BOZZA INIZIALE DPCM 60 CFU [PDF]

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