Draghi alla «Cernobbio del Sud»: «Il 40% del Pnrr al Mezzogiorno: non rimarrà indietro. Italia in prima linea per la pace»

di Monica Guerzoni, inviata a SorrentoIl premier a Sorrento con il presidente della Repubblica al meeting organizzato da The European House – Ambrosetti con il ministero per il Sud e la Coesione territoriale: «Ci sono tutte le potenzialità per convergere verso il Centro-Nord» Ulivi, roseti, alberi che grondano cedri e limoni, i presidenti Sergio Mattarella re Roberto Fico in prima fila e, sul palco, Mario Draghi che apre il convegno organizzato da The European House – Ambrosetti con il ministero per il Sud e la Coesione territoriale guidato da Mara Carfagna con un impegno solenne del governo: «La giornata di oggi è un segno della nostra volontà di immaginare e costruire un Sud diverso. Un Mezzogiorno protagonista delle grandi sfide dei nostri tempi, che torni ad avere la centralità che merita, in Italia e in Europa». Basta con l’infinita storia di «inevitabili sprechi e fallimenti che, dal Dopoguerra in avanti», hanno lastricato la strada del futuro. E basta con i «pigri pregiudizi», che nascondo ad esempio come la crescita economica dagli anni Cinquanta alla crisi petrolifera del ‘73 sia avvenuta «con una velocità superiore a quella del Nord», anche grazie agli investimenti pubblici, alla sinergia con l’Europa e ai fondi del Pnrr, che destina almeno il 40 per cento di fondi al Mezzogiorno. «Il Sud – ecco la promessa di Draghi, che punta sul potenziamento delle infrastrutture – non è destinato a rimanere indietro» e ha, grazie alla collaborazione tra pubblico e privato, «tutto il potenziale per convergere rapidamente verso il Centro-Nord». Si, ma come? Rafforzando la giustizia e puntando sui talenti «troppo spesso lasciati ai margini a partire dai giovani e dalle donne». Ora le condizioni per un cambiamento strutturale ci sono davvero e il presidente del Consiglio, alla sua prima uscita pubblica dopo la missione negli Stati Uniti, non vuole che vadano sprecate. Nonostante la pandemia e la nuova, drammatica emergenza scatenata dalla guerra di Putin in Ucraina, l’occasione è storica e il governo, almeno a parole, si impegna a non sprecarla. Per Draghi lo scenario bellico innesca gravissimi problemi, ma al tempo stesso apre orizzonti nuovi: «Il quadro geopolitico che ci muta davanti presenta rischi, ma anche opportunità, in particolare per i Paesi del Mediterraneo». Nella quarta tappa del suo viaggio in Italia dopo Genova, Firenze e Napoli, il premier ricorda lo stanziamento di 1,5 miliardi per i porti del Sud, i piani per potenziare l’alta velocità e lo sforzo di rafforzare la cooperazione tra Paesi del Mediterraneo anche nella politica energetica. E qui Draghi si sofferma sulle conseguenze dell’aggressione russa: «La guerra in Ucraina ha fatto emergere la pericolosità della nostra dipendenza dal gas russo. l’Italia si è mossa con la massima celerità per diversificare le forniture di gas e intende continuare a farlo. E in tutto questo il sud e è centrale». Ma il governo non cambia rotta sulle rinnovabili e anzi, garantisce il premier, accelera gli investimenti: «Siamo in un periodo di emergenza, ma non avviene a scapito del raggiungimento degli obiettivi di transizione ecologica». La conclusione del discorso è centrata su un’altra grave emergenza, il cibo, di cui Draghi ha parlato alla Casa Bianca con Biden: «Il blocco delle esportazioni di grano dall’Ucraina rischia di provocare una crisi alimentare, che a sua volta potrebbe produrre instabilità politica ma soprattutto una crisi umanitaria di proporzioni straordinarie”. La ricetta è investire nella sicurezza alimentare coordinando gli sforzi con l’Unione Europea così da “rendere più integrate le catene di approvvigionamento». 13 maggio 2022 (modifica il 13 maggio 2022 | 14:39) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-05-13 10:37:00, Il premier a Sorrento con il presidente della Repubblica al meeting organizzato dalla ministra Carfagna: «Ci sono tutte le potenzialità per convergere verso il Centro-Nord», Redazione Politica

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