Draghi e Putin, telefonata di 45 minuti: «Presidente, la chiamo per parlare di pace»

Draghi e Putin, telefonata di 45 minuti: «Presidente, la chiamo per parlare di pace»

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di Marco GalluzzoIl premier ha chiesto segnali tangibili di rallentamento Il leader russo ha parlato degli sviluppi dei negoziati ribadendo la richiesta di pagare il gas in rubli Anche i piccoli dettagli contano. I due leader stanno al telefono per 45 minuti, senza video, niente immagini. Modalità classica. Alla fine del colloquio esce quasi subito una nota del Cremlino, stringata, due righe, due argomenti. Quella di Palazzo Chigi verrà diramata un’ora dopo, è più articolata, soppesata. Anche i dettagli contano, quei pochi che si raccolgono riflettono lo sforzo diplomatico italiano, la postura più rigida del presidente russo. Eppure, durante la conversazione fra Mario Draghi e Vladimir Putin a un certo punto cade la linea. È il capo del Cremlino a richiamare, in questo caso lo sforzo lo fa lui. «Presidente Putin, la chiamo per parlare di pace», è stato l’esordio del presidente del Consiglio, dopo giorni di attesa in cui gli staff diplomatici hanno definito i termini e l’agenda del contatto. I due non si sentivano al telefono da prima dello scoppio della guerra, quando era imminente una visita di Draghi a Mosca, poi saltata dopo i primi bombardamenti dell’esercito russo sul territorio ucraino e l’inizio dell’invasione. Nella nota italiana, si evidenziano almeno due punti, sui quali ha insistito il capo del governo: la necessità di un cessate il fuoco e i contorni di un accordo sostenuto da garanzie internazionali di sicurezza per entrambe la parti, un accordo di cui l’Italia potrebbe far parte insieme ad altri attori internazionali, dai membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu ad altri Stati di peso geopolitico inferiore, dalla Turchia al Canada. Draghi ha anche chiesto a Putin dei segnali tangibili di un rallentamento delle operazioni militari, delle loro intensità ed ampiezza. Nella nota di Palazzo Chigi il messaggio viene delineato in questo modo: «Il presidente del Consiglio ha ribadito la disponibilità del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia. Al centro del colloquio — viene aggiunto nella dichiarazione — l’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi. Il presidente Draghi ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale». Inoltre, «Putin ha descritto il sistema dei pagamenti del gas russo in rubli». Draghi e Putin «hanno concordato sull’opportunità di mantenersi in contatto». Un altro colloquio potrebbe tenersi già la prossima settimana. Da parte del Cremlino i quarantacinque minuti di conversazione vengono invece ridotti a due soli concetti: «Putin ha riferito sugli sviluppi dei negoziati di ieri a Istanbul tra le delegazioni di Mosca e Kiev e sulla richiesta di Mosca di pagare in rubli le forniture di gas». Ma al di là della misura molto ridotta del comunicato russo, trapelano anche segnali che potrebbero essere incoraggianti: sembra che Putin nel corso del colloquio, sollecitato da Draghi, abbia espresso una certa soddisfazione per i negoziati di Istanbul, ma anche per l’ipotesi di una serie di garanzie internazionali vincolanti sullo status di neutralità dell’Ucraina e per la scelta di Kiev di non chiedere più l’ingresso nella Nato. Alla situazione in Donbass, insieme allo status della Crimea, è stato dedicato poco tempo, mentre così come Macron e altri leader internazionali anche il nostro capo del governo ha chiesto che vengano messi in sicurezza i corridoi umanitari e chiesto a Putin di fare di tutto perché ciò avvenga. Martedì prossimo il premier Mario Draghi sarà ascoltato per la prima volta dal Copasir, il Comitato di controllo parlamentare sui servizi di sicurezza. Sarà anche un’occasione per i membri del Comitato di chiedere al premier notizie di prima mano sulla guerra, le sanzioni contro la Russia, i rapporti con gli alleati e la Nato. 31 marzo 2022 (modifica il 31 marzo 2022 | 10:35) © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-03-31 08:35:00, Il premier ha chiesto segnali tangibili di rallentamento Il leader russo ha parlato degli sviluppi dei negoziati ribadendo la richiesta di pagare il gas in rubli, Marco Galluzzo

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