Nba: Green, un pugno al compagno di squadra Poole a Golden State Warriors

Nba: Green, un pugno al compagno di squadra Poole a Golden State Warriors

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di Flavio Vanetti

Mercoledì lo scontro con Jordan Poole, durante l’allenamento dei Golden State Warriors: nel suo curriculum le tensioni con Durant, il colpo a LeBron, le foto scabrose sui social…

La novità rispetto a fatti e fattacci già visti nel passato è che Draymond Green ha già chiesto scusa per il cazzotto tirato in allenamento mercoledì 5 ottobre a Jordan Poole, punta avanzata della nouvelle vague dei Golden State Warriors. Ma The Dancing Bear (l’Orso danzante, soprannome storico affibbiato al turbolento giocatore) non ha potuto evitare che la sua fama di rissoso subisse un aggiornamento (in peggio) e che addirittura si scomodassero i bookmaker.

Gli uomini delle scommesse hanno classificato la probabilità che si ripeta un «evento pugilistico» tra i due: ovviamente stravince il veterano. Ma intanto regna la pace, finché durerà. Dell’increscioso gesto di Green sono finalmente trapelate anche le immagini, diffuse via social. Si vede Poole borbottare qualcosa a fondo campo — ma non si capisce se sia il compagno il bersaglio del suo sfogo — quindi appare Green che più o meno volutamente va a urtare Jordan con il petto. A quel punto il giovane lo spinge e Green gli ammolla un diretto al volto degno del miglior Tyson.

Immediatamente il focolaio di rissa viene estinto da compagni, tecnici, dirigenti. Forse consapevole di averla fatta di nuovo grossa, il quattro volte campione Nba il giorno dopo s’è scusato con Poole e con la squadra per quanto capitato. I Warriors l’hanno perdonato: tornerà in campo per gli allenamenti non prima di sabato 8, ma non salterà partite della stagione regolare (e non subirà trattenute nello stipendio, in base al frazionamento della paga in 82esimi). Così ha annunciato il general manager Bob Myers: «Sono cose che succedono. Non piacciono a nessuno, nessuno le giustifica, ma succedono. Draymond si è scusato con la squadra e Jordan era presente. Per quanto riguarda sospensioni, punizioni e multe, gestiremo la cosa internamente».

La parziale clemenza non significa, d’altra parte, che a San Francisco non stiano sul chi vive. Green ha di nuovo passato il segno e i dirigenti lo sanno: «Lui stesso vi dirà che è andato troppo oltre. Ma poi torna sempre indietro. Nessuno sta dicendo che non lo vuole più attorno, però quello che è successo mercoledì non è stato bello. Non credo nemmeno che a lui piaccia ritrovarsi in certe situazioni: ora è di nuovo finito in un guaio, ma troverà un modo per riconquistare il rispetto dei compagni e in particolare di Jordan». I precedenti suggeriscono comunque la massima attenzione. Green già una volta ha combinato disastri all’interno dei Golden State Warriors: è stato il periodo in cui era arrivato Kevin Durant, che non si è mai inserito e che alla fine è scappato. Con KD non è mai arrivato alle mani, ma le storie tese sono state numerose, tra conflitti psicologici e (quasi) fisici.

Come scordare poi nella gara 5 delle Finali 2016 il colpo inferto dove fa più male a LeBron James, con conseguente squalifica per cumulo di falli «in flagranza»? L’episodio ribaltò l’inerzia della finale a favore di Cleveland. Non contento, Green pubblicò «per errore» una foto dei suoi attributi sui social media e quello non fu certo un atto di distensione nei confronti di LBJ. Infine, sempre quell’anno, a East Lansing rischiò l’arresto perché prese a schiaffi un giocatore di football di Michigan State.

Quindi, se da un lato è vero che fa perdere la testa agli avversari, dall’altro è provato che spesso la perde prima lui. Ma se l’Orso Danzante è in castigo, Jordan Poole deve stare a sua volta all’occhio. Su di lui circolano infatti le voci di non ben identificati compagni di squadra secondo le quali, dopo la conquista in giugno del titolo Nba (con un notevole contributo da parte sua), si sarebbe presentato al training camp con un atteggiamento sbagliato. Di mezzo ci sarebbe una questione di soldi, segnatamente il ricco rinnovo di contratto strappato da Tyler Hierro a Miami. Poole equipara sé stesso alla guardia degli Heat e quindi non gradisce di guadagnare di meno. Peraltro l’hanno difeso un po’ tutti, da coach Kerr, a Stephen Curry allo stesso Myers: «È lo stesso ragazzo di un anno fa e al training camp è andato benissimo» è la frase che ricorre. Ma potrebbe non essere una linea di credito illimitata e priva di verifiche.

7 ottobre 2022 (modifica il 7 ottobre 2022 | 21:44)

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, 2022-10-07 19:45:00, Mercoledì lo scontro con Jordan Poole, durante l’allenamento dei Golden State Warriors: nel suo curriculum le tensioni con Durant, il colpo a LeBron, le foto scabrose sui social…, Flavio Vanetti

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