editoriale Mezzogiorno, 15 settembre 2022 – 08:46 Archiviato il duello Letta-Meloni, in un paese normale, o almeno in una regione normale, si penserebbe già a metterne in piedi un altro. Questa volta dettato non da una esigenza elettorale, ma da un’altra ugualmente primaria: l’assistenza ai malati, a coloro che, prima ancora di cure e sale operatorie, hanno bisogno di analisi cliniche, di risonanze magnetiche e di screening oncologici. Si tratterebbe, insomma, di mettere l’uno di fronte all’altro i massimi responsabili di questi servizi, il governatore De Luca e il ministro Speranza. E di far finalmente chiarezza sul tema assai discusso del riparto nazionale dei fondi sanitari, questione sui cui sono ormai diventati celebri gli attacchi e gli sfottò del primo al secondo («è un ministro inesistente», «così alimenta le diseguaglianze», «il rapporto tra lui e la realtà è come quello tra cartomante e astrofisica»). Ma il problema è che sarebbe un faccia a faccia tutto interno al centrosinistra, e si sa, l’Italia è un paese strano: dalle nostre parti è più facile che si confrontino i leader delle maggiori coalizioni alternative, come appunto è successo con Letta e Meloni, piuttosto che due autorevoli componenti della stessa parte. Tanto più se entrambi sono impegnati contemporaneamente nella stessa area elettorale, e non ci sarebbero dunque neanche particolari problemi logistici da risolvere. Invece, governatore e ministro continuano a ignorarsi ed evitarsi, contribuendo ognuno per la sua parte – chi attaccando, chi non promuovendo il confronto diretto – ad alimentare l’idea di una politica sempre più reticente, rancorosa e chiusa in se stessa. Non resta, allora, che procedere in altro modo. Un modo insolito, ma non per questo irrealistico. Ovvero, incrociando i virgolettati dell’uno e i virgolettati dell’altro, senza minimamente manipolarli, ma semplicemente accostandoli nel tempo, dando a voi lettori la sensazione di un botta e risposta in diretta. Le fonti le troverete in calce. E quello che segue è il risultato. Paradossale? Ridicolo? Da commedia dell’arte? Da teatro dell’assurdo? Decidete voi? E poi chiedetevi anche se è sopportabile, come opinione pubblica, come società civile, come organizzazioni politiche e sindacali, un simile spettacolo. De Luca: «È uno scandalo intollerabile il fatto che la Regione Campania riceva ancora oggi, nel riparto del fondo sanitario nazionale la quota pro capite più bassa d’Italia». Speranza: «Sono due anni che il riparto dei fondi è stato ritoccato a favore del Sud. Quando sono diventato ministro, nel 2019, la Campania riceveva 10,184 miliardi. Ora ne riceve 10,834». De Luca: «L’unico criterio adottato per il riparto è stato quello dell’età anagrafica». Speranza: «Il riparto non è basato più solo sull’ anzianità della popolazione, come è sempre stato in passato». De Luca: «…Intanto, continua il furto legalizzato di risorse sanitarie, nell’indifferenza generale». Speranza: «In aggiunta [alle risorse di cui sopra, la Campania] ha ottenuto altri 2,591 miliardi come finanziamento extra tra risorse Pnrr e ulteriori progettualità». Dunque, a chi chiedere? Al governatore o al ministro? Senza contare – ma questo è un altro discorso – che nel frattempo l’elettore in fila sanitaria potrebbe anche decidere di non credere a nessuno dei due. © RIPRODUZIONE RISERVATA 15 settembre 2022 | 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-15 06:47:00, editoriale Mezzogiorno, 15 settembre 2022 – 08:46 Archiviato il duello Letta-Meloni, in un paese normale, o almeno in una regione normale, si penserebbe già a metterne in piedi un altro. Questa volta dettato non da una esigenza elettorale, ma da un’altra ugualmente primaria: l’assistenza ai malati, a coloro che, prima ancora di cure e sale operatorie, hanno bisogno di analisi cliniche, di risonanze magnetiche e di screening oncologici. Si tratterebbe, insomma, di mettere l’uno di fronte all’altro i massimi responsabili di questi servizi, il governatore De Luca e il ministro Speranza. E di far finalmente chiarezza sul tema assai discusso del riparto nazionale dei fondi sanitari, questione sui cui sono ormai diventati celebri gli attacchi e gli sfottò del primo al secondo («è un ministro inesistente», «così alimenta le diseguaglianze», «il rapporto tra lui e la realtà è come quello tra cartomante e astrofisica»). Ma il problema è che sarebbe un faccia a faccia tutto interno al centrosinistra, e si sa, l’Italia è un paese strano: dalle nostre parti è più facile che si confrontino i leader delle maggiori coalizioni alternative, come appunto è successo con Letta e Meloni, piuttosto che due autorevoli componenti della stessa parte. Tanto più se entrambi sono impegnati contemporaneamente nella stessa area elettorale, e non ci sarebbero dunque neanche particolari problemi logistici da risolvere. Invece, governatore e ministro continuano a ignorarsi ed evitarsi, contribuendo ognuno per la sua parte – chi attaccando, chi non promuovendo il confronto diretto – ad alimentare l’idea di una politica sempre più reticente, rancorosa e chiusa in se stessa. Non resta, allora, che procedere in altro modo. Un modo insolito, ma non per questo irrealistico. Ovvero, incrociando i virgolettati dell’uno e i virgolettati dell’altro, senza minimamente manipolarli, ma semplicemente accostandoli nel tempo, dando a voi lettori la sensazione di un botta e risposta in diretta. Le fonti le troverete in calce. E quello che segue è il risultato. Paradossale? Ridicolo? Da commedia dell’arte? Da teatro dell’assurdo? Decidete voi? E poi chiedetevi anche se è sopportabile, come opinione pubblica, come società civile, come organizzazioni politiche e sindacali, un simile spettacolo. De Luca: «È uno scandalo intollerabile il fatto che la Regione Campania riceva ancora oggi, nel riparto del fondo sanitario nazionale la quota pro capite più bassa d’Italia». Speranza: «Sono due anni che il riparto dei fondi è stato ritoccato a favore del Sud. Quando sono diventato ministro, nel 2019, la Campania riceveva 10,184 miliardi. Ora ne riceve 10,834». De Luca: «L’unico criterio adottato per il riparto è stato quello dell’età anagrafica». Speranza: «Il riparto non è basato più solo sull’ anzianità della popolazione, come è sempre stato in passato». De Luca: «…Intanto, continua il furto legalizzato di risorse sanitarie, nell’indifferenza generale». Speranza: «In aggiunta [alle risorse di cui sopra, la Campania] ha ottenuto altri 2,591 miliardi come finanziamento extra tra risorse Pnrr e ulteriori progettualità». Dunque, a chi chiedere? Al governatore o al ministro? Senza contare – ma questo è un altro discorso – che nel frattempo l’elettore in fila sanitaria potrebbe anche decidere di non credere a nessuno dei due. © RIPRODUZIONE RISERVATA 15 settembre 2022 | 08:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA ,