di Roberta Scorranese
Andrea e Marco Spinelli, ambientalisti in Sicilia: un biologo e un videomaker per ripulire i fondali (e anche per documentare i danni accumulati), Il sostegno della comunit con un crowdfunding
Andrea e Marco Spinelli sono due fratelli di Cefal. Sono cresciuti con la salsedine tra i capelli, hanno cominciato a nuotare da bambini, da ragazzi hanno visto tutti i documentari di Jacques Cousteau. Dunque, il fondale del mare per loro una seconda casa. E per uno dei due, Andrea, diventato anche un lavoro: oggi infatti biologo marino in Spagna, presso l’Oceanografico di Valencia, uno dei maggiori istituti di ricerca dell’ecosistema del mare. Marco invece film-maker e documentarista, ama i video e le storie da raccontare. Il loro Natale non pu che essere qui, in questa Sicilia che si affaccia su un golfo spettacolare, con la stessa luce che si scorge su viso del Ritratto d’ignoto marinaio, il quadro pi famoso di Antonello da Messina, conservato nel museo della Fondazione Mandralisca.
Ma questo mare, cos cristallino in superficie, nasconde un segreto triste: invaso dalle reti fantasma, quelle reti dimenticate o perdute dai pescatori che rischiano di diventare delle trappole per i pesci. Per essere pi precisi – racconta Andrea – con “reti fantasma” non indichiamo solo le reti, ma anche le lenze e i resti di materiale da pesca. Tutto quello, insomma, che viene abbandonato sui fondali e che pu essere un pericolo per l’ambiente marino. Possono infatti arrivare a soffocare una cernia, come hanno documentato i due fratelli, oppure ferire una tartaruga, danneggiare i crostacei.
Un altro Pianeta
Spinelli fornisce i dati: Ogni anno vengono disperse in mare circa 640 tonnellate di reti e altri strumenti da pesca. Il 40 per cento delle microplastiche degli oceani vengono da qui. Inoltre, fino all’Ottocento, le reti venivano fatte di canapa, dunque di un materiale che si poteva decomporre. Oggi sono in nylon e, come sappiamo, la plastica purtroppo impiega centinaia di anni per finire in decomposizione. E cos, nei fondali dei nostri mari, giace un altro piccolo pianeta fatto di rifiuti. Marco e Andrea decidono di fare qualcosa per salvare quella seconda casa sotto l’acqua, quella esplorata nel corso di un’adolescenza insulare. Andrea ci mette le competenze scientifiche, Marco ci mette il suo occhi da artista, filmando. Tutto nato nel 2020 – dice Andrea – nei giorni in cui era permesso uscire e stare all’aperto. I due fratelli ne hanno approfittato per esplorare il loro mare. Ne nato un corto dal titolo Le reti fantasma, che ha ottenuto numerosi riconoscimenti in tutto il mondo – oggi si trova anche su YouTube – e che svela le condizioni in cui era ridotto quel pezzo di mare a Cefal.
Intanto – spiega Andrea – le reti hanno soffocato molta della fauna presente, per non parlare dei coralli, seriamente danneggiati. Inoltre, per la loro aderenza alle rocce, le reti da pesca chiudono ogni rifugio possibile per i pesci, che cos sono costretti a spostarsi. Le cernie, per esempio, si sono ridotte notevolmente di numero. Abbiamo documentato una cernia impigliata in una rete, un’immagine eloquente. Ma non bastava. I due fratelli, quindi, hanno deciso di fare di pi.
Missione Euridice
nata in questo modo, nel 2021, la Missione Euridice, che prende il nome dalla ninfa amata dal pastore Orfeo e morta per il morso di un serpente. Per salvarla, Orfeo discende fino agli inferi ed quello che hanno fatto, in un certo senso, Marco, Andrea e gli altri componenti della missione subacquea: Calarci sotto il mare di Cefal e disincagliare le reti fantasma, pulendo i fondali anche dagli altri rifiuti.
Ma una spedizione di questo tipo costosa e allora i due fratelli si sono affidati a una piattaforma di crowdfunding. In poco tempo hanno raccolto 15mila euro, la cifra adatta per organizzare una missione con esperti e specialisti del mare. Oltre a Marco e Andrea, si sono immersi i ricercatori Dyana Vitale e Carlos Taur. La missione stata possibile grazie all’Oceanografico di Valencia, a Cressi Spagna e a Ogyre, una startup che si occupa del riutilizzo della plastica. L’operazione diventata un documentario dal titolo, appunto, Missione Euridice che oggi disponibile sulla piattaforma Prime Video, naturalmente con la firma di Marco Spinelli. Abbiamo liberato la zona dei Campanari di Cefal da una tonnellata di plastica – annuncia Andrea – e quest’anno, a distanza di quasi dodici mesi, tornando a casa, abbiamo notato la differenza: il mare si ripopolato, i coralli sono tornati a splendere. Questo stato il nostro regalo di Natale alla citt.
Attenzione: la plastica raccolta stata in parte eliminata come rifiuto speciale (Purtroppo stava l da oltre dieci anni e il recupero a quel punto diventa impossibile, spiega Spinelli), ma in parte stata riciclata ed diventata un costume da bagno o un cappellino. In un circolo virtuoso di recupero che la missione ha contribuito ad alimentare.
27 dicembre 2022 (modifica il 27 dicembre 2022 | 00:44)
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