Le due piazze e il Pd senza pace 
	 Sulle armi tornano i distinguo

Le due piazze e il Pd senza pace Sulle armi tornano i distinguo

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politica e guerra 16 ottobre 2022 – 07:54 I dem divisi tra chi andrà il 5 a Roma e chi a quella della Rete per il disarmo di Mario Lancisi Vannino Chiti ci sarà, Stefano Ceccanti forse. Il Pd toscano si divide sulla manifestazione per la pace indetta a Roma per il 5 novembre. «Mi fa male vedere il Pd diviso nelle piazze della pace», si sfoga amaro Sergio Staino, intervistato dall’Huffington Post. Il titolo è una scudisciata violenta contro la sinistra ex comunista: «La sinistra che ha amato Stalin, ora ama Putin». Riavvolgiamo il nastro. Giovedì scorso il Pd ha organizzato un sit-in davanti all’ambasciata russa a Roma, al quale hanno partecipato anche Italia Viva e Azione. Un migliaio di persone, tra cui Carlo Calenda e Enrico Letta. Che ha spiegato la linea del Pd: «Noi partecipiamo a tutte le manifestazioni che vogliono la fine della guerra e la pace e che non siano equidistanti. Che dicano con chiarezza che c’è un aggredito che è il popolo ucraino e un aggressore che è la Russia. Noi vogliamo che si arrivi alla fine della guerra e che si arrivi alla pace. Saremo a tutte le manifestazioni che vogliono questo, senza mettere il cappello, ma per rendere più forte l’urlo di pace». Posizione, questa di Letta, fatta propria da molti nel Pd toscano. A cominciare dalla segretaria Simona Bonafè: «Io ho partecipato al presidio sotto l’ambasciata russa; penso che la soluzione del conflitto non possa avvenire sul piano militare e che tutte le manifestazioni che chiedono alla diplomazia di attivarsi per un cessate-il-fuoco immediato e una pace giusta siano un importante atto di mobilitazione». Gli fa eco l’assessore regionale Leonardo Marras: «Secondo me è giusto partecipare a tutte le manifestazioni per la pace in cui sia chiaro chi è l’aggressione e l’aggredito e che la pace si ottiene sostenendo anche militarmente in questa fase l’Ucraina perché si arrivi a colloqui di pace». E il neo parlamentare Emiliano Fossi: «Si lavora per la pace che è l’obbiettivo fondamentale ma al tempo stesso distinguo tra aggredito e aggressore». Quasi un mantra la distinzione tra l’Ucraina aggredita e la Russia aggressore. Che come la pace mette tutti d’accordo. Dal sindaco di Prato Matteo Biffoni a quello di Cecina Samuele Lippi fino al consigliere regionale Enrico Sostegni: «Quando si parla di nucleare si deve aderire a tutte le manifestazioni che pongono la pace al centro senza ambiguità sulle responsabilità e sulla collocazione europeista e atlantista. Partecipo a tutte le manifestazioni anche se non condivido l’ipocrisia sulle armi». Ecco il punto chiave: le armi. E torniamo al «forse» espresso all’inizio da Ceccanti, docente all’università di Roma ed ex candidato del Pd a Pisa: «Io parteciperò alla manifestazione del 5 novembre a Roma se sarà chiaro che bisogna sostenere l’Ucraina con le armi. No ad un pacifismo indistinto». E qui si giunge alla seconda piazza della pace. Quella della Rete per il disarmo e la pace che organizzerà dal 21 al 23 ottobre manifestazioni in varie città, tra cui Firenze, in vista del 5 novembre. Della Rete fanno parte la Cgil, associazioni pacifiste, gruppi cattolici. E i partiti? Ci saranno Giuseppe Conte, il M5S e gran parte del Pd. Ma senza bandiere. Parole d’ordine «cessate il fuoco, conferenza internazionale per la pace e il blocco delle armi», spiega Massimo Torelli, portavoce di «Firenze città aperta». Che aggiunge: «Se, come ha detto Letta, bisogna andare avanti con la guerra fino alla vittoria dell’Ucraina, non vedo come il Pd possa partecipare…». Ponte tra il Pd di Letta e la piazza di Conte, sembra collocarsi Chiti: «La Russia di Putin ha aggredito l’Ucraina e scatenato la guerra. L’Ucraina aggredita doveva essere aiutata a difendersi. Ora si deve chiedere alla Russia di fermare l’aggressione e il cessate il fuoco collegato all’apertura di una conferenza internazionale di pace». Chiti invoca un ruolo attivo di Firenze, sul solco di La Pira e Fabiani, pronuncia alcuni no importanti. No all’Ucraina nella Nato. No alla frammentazione del movimento della pace. «No aumento delle spese militari mentre si taglia su scuola, sanità, ambiente e lavoro». La newsletter Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Firenze iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Fiorentino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 16 ottobre 2022 | 07:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-10-16 05:55:00, I dem divisi tra chi andrà il 5 a Roma e chi a quella della Rete per il disarmo,

Pietro Guerra

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