«Ecco come creavo le star»

«Ecco come creavo le star»

Spread the love

di Valerio Cappelli

90 anni l’8 agosto. «Ho la stessa età della Mostra di Venezia, ne ho viste di tutti i colori. Ma ho nostalgia del pino che cresceva davanti alla mia stanza. Balle leggendarie per aiutare i film, il mio motto è: non si butta via niente. Il cinema italiano sta male»

Enrico Lucherini: «Così ho inventato le star». Aneddoti e ricordi irresistibili di una vita nel cinema

Enrico Lucherini non è soltanto il più famoso press agent di cinema: è l’uomo che ha inventato quel mestiere. «Mi scoccia un po’ dirlo, ma è così. Non mi sono mai annoiato». I suoi intercalari sono «amo» e «odio»>. Nessuno ha la sua grazia e il suo stile. Da Sophia Loren in giù, gli sono debitori. L’8 agosto compie 90 anni. La stessa età della Mostra del cinema di Venezia.

Che effetto le fa?

«Mi fa impressione. Da bambino ebbi la fortuna che mio padre mi portò a Cinecittà, A un ciak venne fuori un mostrino con un ricciolo: Macario. Che felicità. Da adolescente ci fu la scoperta di Roma città aperta, Paisà…».

Il suo debutto a Venezia?

«Sono 60 anni, ne ho viste di tutti i colori. Uno dei primi ricordi fu la lite tra Anna Magnani e Luchino Visconti. Erano amicissimi, lei era sicura che lui, in giuria, l’avrebbe premiata per Suor letizia. Luchino la ignorò. Non si parlarono per due anni».

Altri ricordi?

«Robert Altman vinse il Leone d’oro odiando il titolo italiano di America oggi; in La donna delle meraviglie di Bevilacqua ogni attrice del cast, Cardinale, Sastri, Goodwin, voleva essere la meraviglia; Abel Ferrara sorseggiava il caffè da lui fatto con i fondi di tazzina dei giornalisti, e le sue due attrici, Béatrice Dalle e Anne Parillaud si detestavano, arrivò un pettegolezzo che Béatrice rubasse nei negozi così andai da Anne: sbrigati, che ti sta rubando tutto».

Il Festival oggi…

«E’ un’altra cosa. Mi manca il pino che ho visto crescere davanti alla mia stanza all’Excelsior, la 135…Ci sono state edizioni che avevo dodici film da seguire. Quel delirio non c’è più, purtroppo. Agli inizi passava un solo film al giorno. L’ultima volta sono andato nove anni fa per l’omaggio di Scola a Fellini».

Le sue balle e le sue invenzioni per aiutare i film sono leggendarie.

«Eh…il finto annegamento di Agostina Belli, il ballo di Florinda Bolkan con Burton per fare ingelosire la Taylor, alla Cucinotta dissi di piangere alla prima de Il postino con Troisi, alla Spaak che in Dolci inganni di Lattuada (famoso per le sue ninfette) marina la scuola, misi il vestitino col colletto bianco. E le difficoltà per capire il titolo di Metti, una sera a cena: spazientito dissi, chiamatelo Aggiungi un posto a tavola. A volte le liti sono vere, come tra la Lollobrigida che non riusciva a dire bella a Francesca Dellera, che ne La Romana aveva preso il suo ruolo dopo 30 ’anni. Per un brutto film di Chabrol su un amore gay, Les Biches: cambiai il titolo in Lesbiche. Lì mi vergognai un po’».

Nanni Moretti?

«Mi volle conoscere, mi portò a vedere il suo primo film e riconobbi casa sua. A La messa è finita non era mai contento, ma mi piace la sua rabbia. Il mio motto? Non si butta via niente. Da Ultimo tango a Parigi, a Ultimo tango a Zagarolo».

Il cinema italiano?

«Sta male. Lo dice lo stesso direttore della Mostra di Venezia Alberto Barbera, La mia ultima volta in una sala per Moschettieri del re di Veronesi: bravo il cast ma andai via a metà film. Vedo attori che sembrano scappati da casa, tutti poveracci, non ne posso più delle periferie, degli intellettualismi, dei festival chiusi alle commedie. La Mostra sarà l’ultima chiamata: se non trarranno beneficio gli incassi, si faranno altri film. Resteranno i blockbuster (orrendi quelli della Marvel) e lo streaming».

Monica Bellucci è la numero 1 nel costruire il mito di sé stessa?

«Assolutamente sì. Ma una nuova Sophia Loren non rinascerà più. Mi piace Miriam Leone che conobbi a Miss Italia, il patron Mirigliani poverino era poco lucido e mi disse: quando arrivano gli elefanti? Pensava che il suo concorso fosse un circo».

Lei la sera andava a via Veneto: tornerà in auge?

«Fu una cosa così clamorosa che non potrà mai ritornare uguale. Non credo che le pizze di Briatore a 60 euro raddrizzeranno la situazione».

Come festeggia i 90 anni?

«Non lo so, non mi piacciono le telefonate con auguri auguri, ma risponderò a tutti. E magari cambierò idea».

4 agosto 2022 (modifica il 4 agosto 2022 | 21:37)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-08-04 19:37:00, Lucherini: ho inventato il mestiere del press agentTutte quelle bugie studiate per lanciare i filmBellucci? Brava, ma non ci sarà più un’altra Loren , Valerio Cappelli

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.