Ecco il bluff del «macellaio» Kadyrov Il leader ceceno non è a Kiev

Ecco il bluff del «macellaio» Kadyrov Il leader ceceno non è a Kiev

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di Guido Olimpio

Aveva detto di essere in Ucraina ma è a Grozny, nel suo Paese. Conferme sui «volontari» siriani. Nel reclutamento coinvolti personaggi influenti a Damasco

La presenza dei ceceni e il presunto arrivo di mercenari arabi in Ucraina risponde allo schema siriano: Mosca ha bisogno di elementi che svolgano il ruolo di «guardiani».
Quando Putin ha mandato il contingente in soccorso di Assad ha coinvolto in seguito le unità del dittatore Kadyrov
. Che hanno svolto la funzione di polizia militare, pattugliando villaggi e città nel Paese arabo. Un ruolo legato a passate esperienze, una missione enfatizzata dall’alone di ferocia che accompagna i miliziani. Sono una versione caucasica della compagnia di sicurezza Wagner, mobilitata in Siria, in Libia e nel teatro africano. Al tempo stesso i quasi 10 mila elementi aumentano le forze impiegabili da parte dello stato maggiore: gli esperti sottolineano come il massiccio concentramento messo in campo da Putin all’inizio dell’offensiva non basti.

L’altro compito

Esiste poi la possibilità che i ceceni si trasformino in «compagnie di disciplina» per rimettere nei ranghi elementi fragili e disertori. È una semplice ipotesi. Magari enfatizzata dagli episodi dove i militari hanno abbandonato i loro mezzi senza sparare un colpo. Oppure gonfiata dalla propaganda di guerra. Che ha coinvolto anche gli uomini di Kadyrov: si è scritto che i suoi ufficiali, alla vigilia, avrebbero espresso dubbi sulle motivazioni di alcuni reparti, poco propensi a tirare sul nemico. Siamo sempre nel valzer del vero e del falso. L’esperto Kamil Galeev, grande conoscitore della realtà, ha rimarcato come al Cremlino l’attivismo pubblico di Kadyrov sarebbe poco gradito.

I
l leader l’altro ieri aveva detto di essere a nord di Kiev mentre ieri è stato segnalato nella sua capitale

. Forse il suo era stato un bluff, oppure ha fatto una visita-lampo. Fatto sta che a Grozny ieri ha incontrato il segretario del Consiglio di sicurezza russo, Nikolai Patrushev. Lo mostrano immagini diffuse dai media locali.

Le opzioni

Dai ceceni si passa ai siriani che sarebbero assoldati in gran numero, con alcune centinaia già arrivati al confine con il Donbass. Per fare cosa? Anche qui siamo alle opzioni: A) Alcuni hanno sostenuto che non sarebbero adatti e una loro partecipazione sarebbe controproducente. B) Altri avvertono: non hanno preparazione sufficiente per fronteggiare gli ucraini. C) Alla fine Mosca dovrà usarli perché non può farne a meno se vuole presidiare ampie porzioni di territorio. Lo prevedono anche alcuni analisti. Con l’annotazione cinica: le possibili perdite avrebbero poche conseguenze sull’opinione pubblica russa. Nell’operazione sarebbero coinvolti personaggi influenti a Damasco. Tra loro dirigenti della milizia al Bustan, creata da Rami Makhlouf, cugino di Bashar Assad. Miliardario, caduto in disgrazia agli occhi del raìs, ha mantenuto legami con i russi. Il salario offerto ai volontari è di circa mille dollari al mese per un periodo non inferiore ai sette, una somma importante per chi vive in un Paese disastrato. Un altro reclutatore sarebbe Husam Qaterji, figura attiva nella regione di Deir ez Zour, uno dei «signori» che fanno parte della rete di supporto al clan dominante. Ma servono riscontri. Il conflitto è in corso, molte previsioni si sono rivelate errate, le notizie possono essere dei diversivi.

15 marzo 2022 (modifica il 15 marzo 2022 | 23:46)

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, 2022-03-15 23:00:00, Aveva detto di essere in Ucraina ma è a Grozny, nel suo Paese. Conferme sui «volontari» siriani. Nel reclutamento coinvolti personaggi influenti a Damasco, Guido Olimpio

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