Non sempre la penalizzazione pesa sull’assegno: vediamo il caso e cerchiamo di capire come la penalizzazione si annulla.
Tra le varie proposte di riforma pensioni c’è quella di estendere l’attuale pensione anticipata contributiva anche a chi ha contributi versati prima del 1996. La misura consente il pensionamento a 64 anni e con soli 20 anni di contributi ma per chi ha contributi nel retributivo comporterebbe un ricalcolo interamente contributivo dell’assegno. Una penalizzazione, quindi. Ma quanto sarebbe pesante questo taglio che subirebbe l’assegno di pensione? E converrebbe andare in pensione 3 anni prima avendolo?
Pensione a 64 anni oggi
L’attuale pensionamento a 64 anni pone, però, un grave limite che taglia fuori dalla platea dei possibili beneficiari una larga fetta di lavoratori. La misura, infatti, viene riconosciuta solo se l’assegno previdenziale spettante è pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale INPS (si parla quindi di una pensione di almeno 1310 euro al mese).
Se si rimuovesse questo paletto limitante la misura sarebbe ottima anche per oggi ricade nel sistema misto. Poichè la penalizzazione che si ipotizza non è poi così pesante.
La penalizzazione relativa
E’ pur vero che gli anni di contributi pre 1996 sarebbero calcolati nel sistema contributivo. Ma c’è da tenere conto che ad oggi quasi tutti i lavoratori hanno la maggior parte dei contributi versati nel sistema contributivo e solo una minoranza in quello retributivo.
Secondo quanto stimato da Alberto Brambilla, presidente di itinerari Previdenziali, infatti, il 90% dei potenziali pensionati hanno almeno il 70% della pensione che ricade nel sistema contributivo. Questo significa che il temuto ricalcolo riguarderebbe solo il 30% dell’assegno. Secondo alcune stime uscire in questo modo comporrebbe una penalizzazione del 3% per ogni anno di anticipo. Uscendo dal mondo del lavoro a 64 anni invece che a 67 si subirebbe una penalizzazione del 9% sulla pensione.
Su una pensione da 1000 euro, quindi, si perderebbero 90 euro. Su una da 1500 euro se ne perderebbero 135. Una decurtazione sicuramente accettabile considerando che si prenderebbe la pensione 3 anni prima. E si beneficerebbe, dell’assegno per 3 anni in più che, in qualche modo andrebbero a bilanciare la penalizzazione ricevuta.
Ecco perchè questo tipo di pensionamento è grossomodo accettabile, nonostante il ricalcolo contributivo. Il danno sull’assegno, quindi, è bilanciato dagli anni in più di pensione ricevuta. Secondo Brambilla, infatti, l’incasso di pensione finale (conteggiando gli anni di fruizione e l’importo) sarebbe più o meno lo stesso. E la penalizzazione verrebbe annullata dal fatto che si percepirà pensione più a lungo.
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, 2022-04-11 14:02:00, Non sempre la penalizzazione pesa sull’assegno: vediamo il caso e cerchiamo di capire come la penalizzazione si annulla.
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