Economia: Ita Airways, il governo dà il via libera alla privatizzazione: in pole c’è Msc

trasporti

di Leonard Berberi11 feb 2022

Meno di quattro mesi dopo il suo primo volo il governo avvia la privatizzazione di Ita Airways, la compagnia aerea pubblica subentrata ad Alitalia con la metà della flotta, un quarto del personale della vecchia aviolinea e 1,35 miliardi di euro dotazione massima. Il Consiglio dei ministri ha dato l’ok al dpcm che autorizza la cessione: il testo — spiegano al Corriere fonti ministeriali — è stato firmato dopo qualche correzione. In pole position c’è Msc, il colosso dei mari della famiglia Aponte che ha presentato una manifestazione d’interesse il 24 gennaio con la partnership commerciale di Lufthansa.

La conferma

«Abbiamo illustrato il dpcm che dovrebbe avviare il processo di ricerca di un partner per Ita», ha confermato ieri durante la conferenza stampa il ministro dell’Economia, Daniele Franco, azionista unico di Ita Airways (nota legalmente come Italia Trasporto Aereo Spa). Quanto alle tappe, ha aggiunto, «seguiremo le usuali procedure: offerta pubblica o vendita diretta. Non abbiamo un programma in cui predeterminiamo i tempi». L’assenza di una fine dell’iter di privatizzazione viene vista dagli addetti ai lavori come un potenziale problema perché esporrebbe la procedura a diverse azioni di disturbo, anche legali. Non solo. Ita Airways deve decidere entro il 30 giugno se confermare la permanenza nell’alleanza SkyTeam (dove si trovano Delta Air Lines e Air France-Klm) o passare a Star Alliance (Lufthansa e United Airlines).

La quota pubblica

«Abbiamo dei soggetti interessati a questa operazione», rivela il ministro Franco, senza però fare nomi, nemmeno quello di Msc. Il capo del Tesoro chiarisce poi che «una cosa che il dpcm fissa è la questione delle quote: prevediamo che in una prima fase il Mef mantenga una quota minoritaria ma non di controllo di Ita. Quota che potrà in una fase successiva essere venduta. Ma nella fase iniziale il governo senz’altro sarà presente». Dichiarazioni in «sintonia» con quanto espresso da Msc che nella manifestazione d’interesse auspica una presenza minoritaria dello Stato. La fetta pubblica non dovrebbe superare il 15-20%.

Le tappe

Dai piani alti della compagnia tricolore filtra la soddisfazione del presidente Alfredo Altavilla per aver messo il governo nelle condizioni di avviare la procedura di privatizzazione dell’azienda. E ora che succede? Nei prossimi giorni si potranno avviare ufficialmente le trattative per la cessione della quota di maggioranza di Ita. Dovrebbe essere un percorso su un doppio binario per il ministero dell’Economia: da un lato la gara pubblica che punta a raccogliere altre candidature per rilevare la compagnia aerea, dall’altro quella privata con Msc (e Lufthansa).

Il valore economico

La manifestazione di interesse di Msc — come anticipato dalCorriere — ha un valore di 1,2-1,4 miliardi di euro. Msc ha chiesto a Ita l’accesso alla sua data room in esclusiva per 90 giorni lavorativi. Ma con il dpcm di ieri la palla passa direttamente al Tesoro che proprio in virtù del doppio binario difficilmente concederà solo a Msc la visione dei dati più sensibili di Ita. Il valore della proposta di Msc, ragionano le fonti, viene ritenuto un elemento molto positivo dal governo perché si tratterebbe di cedere una compagnia a un valore superiore all’investimento finora effettuato dalle casse pubbliche (720 milioni di euro di cui circa 400 milioni ancora nelle casse di Ita). Ma allo stesso tempo, avvertono, il governo dovrà valutare attentamente l’impatto che la privatizzazione potrebbe avere sull’occupazione, sull’indotto e soprattutto sul tasso di connettività del Paese.

Il ruolo di Delta e Air France

Resta da capire se Delta Air Lines ed Air France-Klm faranno la loro mossa, cosa che ufficialmente negano. «Non abbiamo aggiornamenti sul dossier Ita Airways», replica un portavoce di Delta. «Si può ufficialmente dire che l’Italia non avrà più una compagnia di bandiera», critica il sindaco di Fiumicino Esterino Montino. Mentre Fabrizio Cuscito, di Filt Cgil, chiede che «lo Stato mantenga una quota maggioritaria». Una posizione condivisa da qualche esponente del governo — spiegano le fonti — e che si contrappone così all’ala dell’esecutivo che punta sulla privatizzazione rapida. Se alla fine dell’iter dovesse spuntarla Msc la privatizzazione avverrebbe attraverso l’ingresso del colosso marittimo nell’azionariato, mentre in parallelo ci sarebbe il supporto logistico, commerciale e strategico di Lufthansa. Il colosso tedesco valuta l’ingresso nell’equity in un secondo momento.

lberberi@corriere.it

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