In diverse scuole permangono degli argomenti tabù. Come il sesso e il ciclo mestruale. Arrivano però dei segnali importanti per superare la diffidenza generalizzata. Nel primo caso, sono gli adolescenti a reclamare l’educazione sessuale come disciplina d’insegnamento a scuola. Secondo un’indagine nazionale sugli stili di vita degli adolescenti, che ha coinvolto 5.670 studenti tra i 13 e i 19 anni e realizzata dal Laboratorio Adolescenza e dall’Istituto di ricerca Iard, moltissimi giovani sostengono che dovrebbe entrare nei programmi delle scuole superiori.
L’educazione sessuale viene considerata più importante anche di ‘Sostenibilità e protezione dell’ambiente’ ed ‘Educazione al rispetto delle diversità’.
Intanto, in alcuni territori italiani vengono adottate delle iniziative che meriterebbero di essere attuate in tutta Italia. Una di queste è senza ombra di dubbio quella intrapresa dal Comune di Andria, in Puglia, dove sono stati introdotti degli assorbenti gratuiti in ben 45 scuole comunali. “Siamo la prima amministrazione pubblica in Italia ad aver deciso di avviare questa iniziativa perché serve un cambio di passo a livello culturale: le mestruazioni non sono un tabù”, ha spiegato all’Ansa, Antonio Griner, amministratore unico di Andria multiservizi Spa, che si occupa anche di pulizia e igiene delle sedi comunali.
L’iniziativa – denominata ‘Basta tabù’ – prevede l’installazione nelle toilette della società, del Comune e delle scuole di competenza comunale (circa 45) di dispenser di assorbenti disponibili gratuitamente.
“Una certificazione sulla parità di genere”
“È la prima azione intrapresa nell’ambito della nostra certificazione sulla parità di genere”, sottolinea Griner evidenziando di aver “pensato in primis alle nostre collaboratrici che sono 37 su 98 dipendenti e poi abbiamo ampliato il progetto condividendolo con il Comune”.
Sono complessivamente una sessantina i distributori mentre gli assorbenti, forniti da una start up – la “This unique” – sono biodegradabili e in cotone organico.
“È bene che l’assorbente venga considerato un bene primario e accessibile a tutte”, ha sottolineato Vincenzo Mansi, giovane originario di Andria e cofondatore della start up.
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