Il 22 novembre è stato presentato dal Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, il progetto denominato “Educare alle relazioni”. L’niziativa mira a combattere i fenomeni di violenza di genere a partire dall’ambiente scolastico.
Nonostante le nobili intenzioni, il progetto ha incontrato perplessità. La scrittrice e docente Stefania Auci, intervenuta a Metropolis, podcast de La Repubblica, ha espresso dubbi sull’efficacia dell’iniziativa.
Secondo Auci, le 30 ore dedicate al programma, esterne all’orario scolastico, risultano insufficienti. Sottolinea inoltre il rischio della natura volontaria del progetto, evidenziando come la maggior parte degli studenti potrebbe non essere in grado di partecipare a tali attività extracurriculari.
Auci critica il modello proposto, ritenendolo non obbligatorio e carente in termini di supporto per gli studenti. La scrittrice evidenzia la necessità di una presenza qualificata, come quella di terapisti o psicologi, per affrontare tematiche così delicate. L’assenza di questo supporto lascia i docenti da soli a gestire situazioni complesse, per le quali potrebbero non essere adeguatamente preparati.
La scrittrice affronta anche il tema della maturità relazionale, osservando come le ragazze adolescenti tendano a essere più mature e consapevoli rispetto ai loro coetanei maschi. Quest’ultimi, secondo Auci, spesso ricorrono a comportamenti aggressivi per affermare un’idea obsoleta di mascolinità. Un problema aggravato, secondo Auci, dall’influenza della pornografia, che distorce la percezione della realtà relazionale, soprattutto tra i ragazzi.
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