di Adriana Logroscino
La direzione del Pd di Ferragosto chiude la partita sui candidati. No del direttore d’orchestra Beatrice Venezi a Fratelli d’Italia. La Lega punta su Giro, per il terzo polo c’è il generale Camporini
Cinque giovani, tra i 25 e i 33 anni, rappresentativi di correnti diverse, tutti impegnati sui territori: Caterina Cerroni, Marco Sarracino, Paolo Furia, Rachele Scarpa, Paolo Romano. È una delle carte che il segretario del Pd Enrico Letta vorrebbe giocarsialle elezioni. Dovrebbero tutti essere in posizione eleggibile, anche se nelle ultime ore è partito l’assalto di quanti rischiano l’esclusione e mettono sotto accusa la strategia di Letta. La direzione che licenzierà le liste al proporzionale è in programma per oggi.
Il segretario dem
Un’altra scelta strategica è la candidatura a Vicenza del segretario Enrico Letta come capolista nel proporzionale della Camera. La logica è quella di «un’incursione nel mondo leghista che ha affondato Draghi», come la definisce Letta stesso. Misurandosi in una città di provincia popolosa ed economicamente vivace in cui — questa è la scommessa dei dem — la Lega potrebbe venire ridimensionata non solo dalla concorrenza a a destra di Giorgia Meloni, ma appunto dalla scelta di Matteo Salvini di contribuire a far cadere il governo. Una scelta che ha disorientato proprio quella parte produttiva e operosa che vota Lega da quando il simbolo è sulla scheda. Letta valuterà oggi dove altro candidarsi, oltre che in Veneto.
Il nodo a Bologna
Tra i tasselli che trovano la loro collocazione in casa Pd, anche la candidatura di Pier Ferdinando Casini nel collegio di Bologna. Il partito locale tenta di mettersi di traverso da giorni: sia per ragioni ideologiche sia per difendere i posti considerati tra i più sicuri in Italia per la classe dirigente emiliano-romagnola. Il nome dell’ex presidente della Camera, però, è irrinunciabile per il segretario: rappresenta un contrappeso efficace all’«attacco presidenzialista» del centrodestra.
Esclusi e strappi
Ma nel giorno della vigilia, saltano fuori anche clamorose esclusioni. Come quella (certa fino a ieri sera) di Tommaso Nannicini, senatore uscente, anima socialista del Pd. O del costituzionalista Stefano Ceccanti costretto a cedere il posto, a Pisa, a Nicola Fratoianni di Si.
I nomi illustri
Per l’uninominale di Bari, contendibile, invece, il Pd sonda la scienziata di fama internazionale Luisa Torsi. Ma sui collegi i giochi non sono ancora fatti. Anche dentro Forza Italia Silvio Berlusconi lavora su 3 massimo 4 nomi ad effetto per i collegi uninominali. Il riserbo è massimo, ma si tratterebbe di «esponenti della società civile affermati ai più alti livelli in settori diversi con i quali le trattative sono allo snodo finale».
Le donne
Gli azzurri hanno però il problema delle donne. Dopo che le due ministre Mara Carfagna e Mariastella Gelmini hanno abbandonato FI per Azione, raggiungere il 40% di capolista, come prevede la legge, non è semplice. Ci saranno la presidente del Senato Maria Elisabetta Casellati, la capogruppo ed ex vicecoordinatrice del partito Annamaria Bernini, e Valentina Vezzali, sottosegretaria uscente allo Sport, forzista di recente acquisizione. Licia Ronzulli e Marta Fascina presidieranno un collegio. In bilico Stefania Prestigiacomo, inizialmente destinata a candidarsi alla presidenza della Sicilia. La quota femminile potrebbe venire anche da esterne.
Le strategie a destra
A proposito di eccellenze, il direttore d’orchestra Beatrice Venezi ha dichiarato di aver declinato l’offerta di candidarsi. Fratelli d’Italia, che aveva pensato a lei, prosegue nel reclutamento degli eletti nei territori leali alla leader. Nei due collegi Senato del Trentino, tenterà il salto la consigliera provinciale Alessia Ambrosi, ex Lega. Sarà probabilmente candidato del Carroccio Francesco Giro, uscente, che dal 2020 detiene le due tessere di Lega e FI. In lista con Calenda-Renzi, infine, il generale Vincenzo Camporini che ha contribuito a far nascere Azione.
14 agosto 2022 (modifica il 14 agosto 2022 | 22:59)
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, 2022-08-14 21:28:00, La direzione del Pd di Ferragosto chiude la partita sui candidati. No del direttore d’orchestra Beatrice Venezi a Fratelli d’Italia. La Lega punta su Giro, per il terzo polo c’è il generale Camporini , Adriana Logroscino