Elezioni 2022, il Pd si salva solo a Firenze: un caso isolato. «Buongoverno». «No, solo interessi»

Elezioni 2022, il Pd si salva solo a Firenze: un caso isolato. «Buongoverno». «No, solo interessi»

Spread the love

politica 27 settembre 2022 – 07:27 Cosa ha salvato il Pd a Firenze? Non può bastare lo spettro evocato da Enrico Letta di Giulio Gori Firenze è una delle pochissime realtà nazionali in cui il Pd abbia retto all’urto dilagante della destra. E se in altre città tradizionalmente rosse il centrosinistra è caduto, a spiegare il risultato fiorentino non può bastare lo spettro evocato molte volte da Enrico Letta, la paura di Fratelli d’Italia alla guida del governo. Cos’è che ha salvato il Pd a Firenze? Secondo il presidente toscano di Fipe Confcommercio, Aldo Cursano, il motivo sta «nel buongoverno della città»: «Firenze ha reagito bene al post pandemia — spiega — Ha recuperato in modo importante dalle difficoltà economiche, a partire dal mercato americano. E anche adesso, che siamo entrati in bassa stagione turistica, il numero delle presenze è ancora importante. E ha saputo guardare ai giovani, l’Estate Fiorentina, con i suoi eventi, ha dimostrato che la città è viva e vitale». Prospettiva simile, ma con alcuni dubbi rispetto al futuro, per l’imprenditore Alessandro Sordi, ceo di Nana Bianca: «Negli ultimi sei mesi, sul fronte del turismo Firenze ha registrato numeri mai visti prima. E le persone che vivono di turismo sono tante — dice Sordi — Però, il vantaggio del centrosinistra diminuisce. Dobbiamo tener conto che quando un fenomeno speculativo come quello delle rendite degli appartamenti si fermerà, rischierà di sparire anche il consenso: la ricetta fiorentina ha funzionato, ma non credo che potrà bastare anche per il futuro. Servono nuove idee, nuovi prodotti, nuove aziende». A Firenze, c’è chi del modello turistico-centrico è critico. Come il filosofo Sergio Givone, ex assessore alla Cultura di Palazzo Vecchio, che vede nell’affermazione del Pd a Firenze, la combinazione di due fattori: «Evocare la paura della destra, senza far proposte alternative, è sempre una politica perdente. Ma se nel resto d’Italia il Pd, su un tema come l’immigrazione, ha imitato la destra con parole d’ordine come “impedire”, qui a Firenze, sulla scia della tradizione di La Pira, ha invece parlato di integrazione. Ha proposto un modello diverso — spiega — Riguardo al cambiamento che la città vive a causa del turismo, l’amministrazione non sta riuscendo a fermarlo, ma almeno ha fatto percepire ai cittadini uno sforzo in questo senso. E in politica sono importanti anche i messaggi». A Givone fa eco Patrizia Asproni, presidentessa del museo Marino Marini, critica verso la trasformazione del centro storico in senso turistico: «A Firenze c’è ancora uno spirito critico diffuso. E le critiche spingono un’amministrazione a correggersi, a modificare la rotta. Forse non è abbastanza per un’inversione di tendenza, ma se il cittadino percepisce che ci sono ancora delle risposte alle sue richieste il risultato in termini di consenso arriva». Non guarda invece alle dinamiche specifiche di Firenze la politologa Donatella Della Porta, docente alla Scuola Normale Superiore: «Il fatto che sia stata eletta una candidata come Ilaria Cucchi, dimostra che se il Pd non insegue la destra, l’elettorato di sinistra è ancora pronto a votarlo. Se invece sceglie candidati deboli come Stefano Ceccanti a Pisa, arriva la sconfitta. E a dircelo è anche il fatto che l’astensionismo è molto forte». E se Firenze città ha promosso un candidato moderato come Federico Gianassi, per Della Porta «esiste ancora un legame forte tra il Pd e il ceto medio delle grandi città». Per uno dei padri fondatori della destra fiorentina, Marco Cellai, la prospettiva è diversa: «FdI ha avuto un eccellente risultato anche a Firenze. Se non è bastato è perché qui ancora vince quel sistema di potere che il Pci-Pds-Ds-Pd ha costruito negli anni con grande capacità: interessi incrociati che condizionano scelte e nomine e determinano ricatti. Non siamo lontani dal farcela anche a Firenze». Se il Pd in Regione trema in vista del 2025, per Cellai è possibile un ribaltone a Palazzo Vecchio già nel 2024: «Molto dipenderà da come il centrodestra governerà a Roma». La newsletter Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Firenze iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Fiorentino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 12. Basta cliccare qui 27 settembre 2022 | 07:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA , 2022-09-27 08:13:00, Cosa ha salvato il Pd a Firenze? Non può bastare lo spettro evocato da Enrico Letta,

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.