Il duello per il Senato in Pennsylvania: il «gigante buono» sfida il dottore tv

Il duello per il Senato in Pennsylvania: il «gigante buono» sfida il dottore tv

Spread the love

di Viviana Mazza

Si schiera anche Oprah Winfrey, dando l’endorsement al democratico Fetterman (colpito da un ictus in primavera). Ma in vantaggio è il repubblicano Mehmet Oz, «il dottore d’America»

Alla fine Oprah si è dovuta schierare. Era stata lei a condurre alla gloria televisiva Mehmet Oz, il «dottore d’America» (e a coniare la definizione), invitandolo 55 volte nel suo programma e sponsorizzandone uno tutto per lui, «The Dr. Oz Show», in cui uno dei più brillanti cardiochirurghi della nazione è finito a vendere bibite rigeneranti e cure dimagranti potenzialmente dannose per la salute, a invitare (oltre a Michelle Obama) medium che parlano ai morti e santoni poi accusati di stupro, ammirato dalle mamme americane e condannato dalla comunità scientifica. Ora, però, Oz è il candidato repubblicano che rischia di sconfiggere il «gigante buono» dei democratici John Fetterman, colpito da un ictus a maggio mentre andava a un evento elettorale con la moglie Gisele, ma affetto da un problema anche più grave, agli occhi di molti qui nel sud-ovest della Pennsylvania: l’essere troppo progressista.

È una delle corse più seguite e serrate di queste elezioni di «midterm». Una sfida che potrebbe decidere se il controllo del Senato passerà al partito rivale del presidente, con effetti paralizzanti sul suo programma legislativo, le sue nomine di magistrati e, unito alla probabile vittoria dei repubblicani alla Camera, con possibili riverberi sugli aiuti in Ucraina. Una bella responsabilità.

Così, dopo un corteggiamento di mesi, a cinque giorni dal voto dell’8 novembre, anche se Oz l’aveva avvertita di restarne fuori («Non voglio che i miei amici si facciano male»), la signora della tv americana ha dato l’endorsement a Fetterman: «Se vivessi in Pennsylvania avrei già votato per lui, per molte ragioni». È successo a un evento virtuale come molte delle attività di Fetterman dopo un dibattito televisivo di fine ottobre contro Oz nel quale non è stato in grado di articolare con chiarezza i suoi pensieri, al punto a volte di dire il contrario di ciò che intendeva. Con 4 su 10 elettori preoccupati secondo un sondaggio che, se eletto senatore, non sarebbe in grado di svolgere l’incarico, la sua campagna ha cercato di limitare apparizioni e interviste.

«Fetterman è in rehab», ci dice il senatore democratico della legislatura locale, Jay Costa. «Che stress. Mercoledì scorso invece, in centro a Pittsburgh, era stato eloquente, non c’erano schermi su cui leggere o persone che parlavano contemporaneamente. Ma è triste, i Fetterman pagano il prezzo di non attaccare il rivale, perché non è nel loro vocabolario», lo difende Guy Rocco, un volontario del Free Store. Il negozio è un’allegra baracca in un parcheggio, circondata da appendiabiti colmi di vestiti donati ai bisognosi che vengono a prenderli gratis in una insolita mattinata quasi estiva nel sobborgo di Braddock, devastato dal declino dell’industria dell’acciaio.

L’idea è di Gisele Barreto Fetterman, la moglie di John, nata in Brasile e attaccata da Oz perché immigrata illegalmente a 7 anni. Rocco, 82 anni, la cui famiglia è giunta dalla provincia di Caserta portandosi dietro una statua di San Simeone tuttora usata nelle processioni a Est Pittsburgh, venne qui cinque anni fa per donare e non se n’è più andato: «Ho visto quell’angelo e ho detto: “O mio Dio è Madre Teresa reincarnata”». Neanche John Fetterman se n’è andato: è stato per 13 anni sindaco di Braddock e quand’è stato eletto vicegovernatore della Pennsylvania non si è trasferito nella villa che gli spettava, preferendo usarne la piscina per insegnare a nuotare ai bambini poveri. «Restano a Braddock», racconta la signora Phyllis Brown alias Felicia Bruno (negli anni 60 ha vissuto a Napoli con il marito militare). Vivono in una ex concessionaria d’auto trasformata in un loft con vista acciaieria e «si è fatto tatuare il cap su un braccio e sull’altro le date di morte di quei poveri ragazzi uccisi durante il suo mandato», nota la signora 83enne afroamericana, un’istituzione del quartiere.

I democratici mandano oggi il loro miglior oratore, Barack Obama, a Pittsburgh e poi insieme a Biden a Filadelfia, in soccorso di Fetterman. Gli amici insistono che le difficoltà linguistiche dell’aspirante senatore sono temporanee (e non è chiaro in realtà se preoccupino gli elettori più del fatto che il rivale ha vissuto per decenni in New Jersey), ma al suo progressismo non c’è cura. «A Pittsburgh le sue posizioni sulla riforma della giustizia penale sono un ostacolo: troppo progressiste. E l’attenzione ai cambiamenti climatici è un problema per gli operai preoccupatati per il lavoro. Oz ha capitalizzato su questo», osserva Costa. Ma non è detta l’ultima parola: «farà meglio nei sobborghi di Filadelfia, nel nord-est e tra i democratici delle zone rurali». Mentre Oz dopo aver vinto le primarie con l’endorsement di Trump, si è riposizionato al centro, Fetterman è rimasto fedele alla sua linea. Eppure due personaggi così diversi hanno chiuso la campagna elettorale con lo stesso messaggio: non ci si può fidare dei politici, noi non lo siamo.

4 novembre 2022 (modifica il 4 novembre 2022 | 22:52)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

, 2022-11-04 22:46:00, Si schiera anche Oprah Winfrey, dando l’endorsement al democratico Fetterman (colpito da un ictus in primavera). Ma in vantaggio è il repubblicano Mehmet Oz, «il dottore d’America», Viviana Mazza

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.