L’idea di Elon Musk su Cina e Taiwan  (che fa infuriare Taipei e piace a Pechino)

L’idea di Elon Musk su Cina e Taiwan  (che fa infuriare Taipei e piace a Pechino)

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Il fondatore di Tesla continua a offrire «consigli» di politica internazionale: dopo aver suggerito a Kiev di chiudere la guerra con Mosca riconoscendo l’annessione della Crimea, ora pensa alla Cina (dove produce le sue auto)

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE DA PECHINO

Ha qualche idea per risolvere le crisi internazionali anche Elon Musk. Dopo aver suggerito a Kiev di chiudere la guerra con Mosca riconoscendo l’annessione della Crimea, il genio di Tesla pensa anche alla Cina.

«La mia raccomandazione sarebbe di concepire una zona amministrativa speciale per Taiwan, un accordo più indulgente di quello su Hong Kong», ha detto il miliardario americano al «Financial Times».

Si tratterebbe dunque di applicare all’isola democratica che Pechino considera una provincia di cui riprendere il controllo la formula «Un Paese due sistemi», che fu garantita a Hong Kong per cinquant’anni dopo la fine del colonialismo britannico.

Il problema è che poco più di vent’anni dopo la restituzione, nel 2020, Pechino ha imposto alla City la sua Legge di sicurezza nazionale, cancellando di fatto gran parte della autonomia. Quindi, l’esempio hongkonghese non è più visto a Taipei come una base per discutere con Pechino.

La raccomandazione di Elon Musk è piaciuta invece alla Cina: l’ambasciatore della Repubblica popolare a Washington ha lodato l’idea che «porterebbe a una riunificazione pacifica» (la prima opzione cinese, anche se la riconquista con la forza militare è la seconda).

Il rappresentante taiwanese a Washington ha invece tagliato corto. «La nostra democrazia e la nostra libertà non sono in vendita».

A proposito di vendita, oggi sono arrivati i dati commerciali di Tesla in Cina: la casa automobilistica a settembre ha stabilito il proprio record di veicoli elettrici venduti ai cinesi, a quota 83 mila, segnando un +8% rispetto al mese precedente.

La mega-fabbrica di Elon Musk a Shanghai sforna tra il 30 e il 50 per cento della produzione di veicoli elettrici con il marchio Tesla (per allestire la gigafactory, le autorità cinesi concessero generose agevolazioni al costruttore americano).

Naturale quindi che il vulcanico Musk sia allarmato da una possibile ulteriore destabilizzazione dei rapporti tra Pechino e mondo occidentale, a causa della questione taiwanese.

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10 ottobre 2022 (modifica il 10 ottobre 2022 | 14:15)

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, 2022-10-10 12:44:00, Il fondatore di Tesla continua a offrire «consigli» di politica internazionale: dopo aver suggerito a Kiev di chiudere la guerra con Mosca riconoscendo l’annessione della Crimea, ora pensa alla Cina (dove produce le sue auto), Guido Santevecchi

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