Ghiacciai sempre più in emorragia ed equilibri naturali che cambiano. A mostrarlo sono i risultati dei monitoraggi della prima tappa in Valle D’Aosta di «Carovana dei Ghiacciai 2022», la campagna di Legambiente con la partnership scientifica del Comitato Glaciologico Italiano. Un viaggio in cinque tappe, dal 17 agosto al 3 settembre, per monitorare lo stato di salute dell’arco alpino, sempre più minacciato dalla crisi climatica. Nella prima sono stati presi in considerazione il Ghiacciaio del Miage e quello del Pré de Bar, due tra i più importanti sul massiccio del Monte Bianco.
Sul Ghiacciaio del Miage nell’ultimo decennio è stata registrata una forte accelerazione di perdita di massa, 100 volte maggiore rispetto al cinquantennio precedente (dal 1957 al 2008). Si pensi che in quattordici anni sono spariti circa 100 miliardi di litri di acqua (almeno 100.000.000 di m³di ghiaccio, pari a tre volte il volume dell’idroscalo di Milano). Sebbene la sua superficie del ghiacciaio risulti ancora di 13 km² come alcune decine di anni fa, è evidente la situazione di collasso che sta vivendo con un abbassamento generalizzato su tutta la lingua di un valore medio di almeno 20 metri e punte di 50 metri. Esempio emblematico degli equilibri naturali che cambiano è la storia del lago glaciale del Miage, il lago che appare e scompare: negli ultimi tre anni il suo riempimento e svuotamento è avvenuto in maniera sempre più rapida e repentina, rispetto al passato in cui verificava circa ogni 5/10 anni. Stessa sofferenza per il Ghiacciaio di Pré de Bar che, a causa dell’aumento delle temperature, registra dal 1990 ad oggi una contrazione sempre più rapida, perdendo mediamente 18 metri di superficie l’anno. Il ghiacciaio ha perso una media annua di 8 milioni di m³ di acqua tra il 2007 e il 2012 (dati Fondazione Montagna Sicura e Arpa Valle D’Aosta), anno in cui si è registrato un imponente distacco sulla lingua glaciale di cui resiste oggi solo la seraccata superiore.
Il Ghiacciaio di Pré de Bar
Mentre il maltempo si abbatte sul Paese a ricordarci di quanto stia aumentando la frequenza degli eventi estremi, «sui ghiacciai si consuma una tragedia più lenta e per questo meno percepibile, ma altrettanto preoccupante. Si osservano perdite di massa e di volume di ghiaccio inimmaginabili e gli equilibri ambientali cambiano a vista d’occhio. Non si può pensare di uscire da questa emergenza con gli schemi del passato. Bisogna invece partire studiando i cicli idrologici dove i ghiacciai intervengono con contributi non indifferenti, soprattutto nella stagione estiva», spiega Vanda Bonardo, responsabile nazionale Alpi di Legambiente e coordinatrice della campagna. In questa prima tappa di Carovana dei ghiacciai «abbiamo aperto le pagine della storia glaciale di questa valle, la Val Ferret», aggiunge Marco Giardino, segretario del Comitato Glaciologico Italiano e Università di Torino. «Abbiamo osservato quel che resta dei ghiacciai confrontandolo con la loro storia scritta, attraverso le foto e i documenti. Questo ci aiuta a capire come evolve il paesaggio glaciale e come sia importante registrare quello che vediamo per averne una memoria nel futuro che ci aiuti a guidare gli scenari del cambiamento climatico».
23 agosto 2022 | 10:43
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, 2022-08-24 20:05:00, La crisi climatica minaccia anche due dei più importanti ghiacciai del massiccio del Monte Bianco, Miage e Pré de Bar, come è emerso dai monitoraggi condotti durante la prima tappa della Carovana dei ghiacciai di Legambiente in Valle d’Aosta,