energia
di Michelangelo Borrillo11 nov 2022
Il rendering del deposito di gpl di Energas e, in alto, Lino Banfi nel suo spot
A volte ritornano. A sei anni di distanza dal referendum consultivo del novembre del 2016 ricompare la possibilità di un deposito di gpl lungo le coste pugliesi, alle porte del Gargano. L’ipotesi è emersa tra le righe del comunicato stampa del Consiglio dei ministri dello scorso 10 novembre che ha fatto riferimento al «superamento della mancata intesa della Regione Puglia ai fini dell’autorizzazione relativa alla realizzazione di un deposito costiero di GPL e delle opere connesse, nell’area industriale di Manfredonia (Foggia), proposto da Energas». Non è, tecnicamente, un via libera all’opera, ma di certo il governo ha deciso di non prendere atto della mancata intesa con la Regione Puglia che avrebbe avuto una conseguenza inevitabile: il no all’autorizzazione per Energas.
La protesta del Movimento 5 Stelle
Tanto è bastato, però, per risvegliare in Puglia l’opposizione al deposito (che, come spesso avviene in questi casi, è politicamente trasversale). I più decisi sono stati i pentastellati, che del deposito gpl a pochi chilometri dalla San Giovanni Rotondo del leader Giuseppe Conte non vogliono sentir minimamente parlare: «Si tratta del più grande deposito di gas liquido in Europa — ha sottolineato in una nota Mario Furore, europarlamentare del Movimento 5 Stelle — un vero e proprio ecomostro che prevederebbe l’installazione di serbatoi da 60 mila metri cubi, la formazione di colline alte 10 metri e un gasdotto di 10 chilometri. È vergognoso come il governo Meloni calpesti la volontà dei cittadini manfredoniani che nel 2016 avevano già espresso la propria contrarietà a quest’opera con un referendum consultivo. Ben oltre il 95% dei votanti, ben 24 mila cittadini, avevano detto no. Presenteremo un’interrogazione prioritaria alla Commissione europea, perché i terreni interessati sono siti di importanza comunitaria e zone a protezione speciale, già oggetto di procedura di infrazione e chiederemo all’Unione europea di far rispettare la legge e impedire la sua realizzazione».
La polemica con Lino Banfi
Il referendum consultivo si tenne esattamente 6 anni fa, il 13 novembre del 2016. E fu preceduto da una polemica che coinvolse il più famoso attore pugliese, Lino Banfi
. Che mai avrebbe pensato, quasi 40 anni dopo aver esclamato «Madonna benedetta di Manfredonia» durante la scena cult della visita militare del film «La dottoressa ci sta col colonnello», di dover replicare alle accuse arrivate proprio da Manfredonia, dalla sua terra pugliese, a partire dall’allora sindaco del Pd Angelo Riccardi. A causa di uno spot andato in onda dal 16 ottobre al 23 novembre 2016 (a cavallo del referendum, quindi,) su reti Mediaset, Sky e Telenorba. Uno spot per Energas, non per il deposito gpl, come volle precisare lo stesso Banfi dopo le proteste della comunità: «Ho accettato di fare il testimonial in uno spot di Energas – fu la replica dell’attore di Canosa di Puglia — un’azienda che vende gas, quello che tutti usiamo per cucinare, riscaldamento e anche locomozione. Io non ho fatto lo spot a favore del deposito di Manfredonia. Nessuno può mettere in discussione il mio amore per la Puglia». Qualcuno, adesso, vuole però rimettere in piedi l’ipotesi del deposito di gpl. Ma questa volta Lino Banfi non c’èentra neanche indirettamente.
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, 2022-11-11 18:58:00, Il consiglio dei ministri ha deliberato il «superamento della mancata intesa della Regione Puglia per il deposito costiero di gpl di Energas». Società di cui fu testimonial Lino Banfi ai tempi del referendum sull’opera: per lo spot fu oggetto di molte critiche , Michelangelo Borrillo