Enrico Giovannini:  Obiettivi Onu in stallo, non fermiamo il processo

Enrico Giovannini: Obiettivi Onu in stallo, non fermiamo il processo

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di Elena Comelli

Enrico Giovannini, direttore dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ed ex ministro , richiama i Paesi. Rapporto Asvis su crisi ed effetti: pandemia e guerra frenano l’Agenda

Siamo a met del guado, ma non abbiamo ancora coperto met della distanza che ci separa dagli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda Onu. A causa della pandemia e dell’aggressione russa all’Ucraina, per il secondo anno consecutivo molti Paesi si sono fermati sul cammino verso lo sviluppo sostenibile, intrapreso nel 2015 con l’approvazione dell’Agenda 2030. In Europa, resta molto marcato il divario territoriale fra i Paesi del Nord e l’area mediterranea e orientale, con l’Italia al 19mo posto della graduatoria europea stilata dal Sustainable Development Solutions Network. uno stallo che non possiamo permetterci, rileva Enrico Giovannini, direttore dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile ed ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti nel governo Draghi.

Quali sono state le conseguenze di queste due crisi?
Il segretario generale dell’Onu Antonio Guterres ha rilevato l’impatto devastante della pandemia e dell’aumento dei prezzi dell’energia causato dall’invasione russa dell’Ucraina, non solo sulla condizione dei pi deboli ma anche sul livello d’attenzione dei governi all’emergenza climatica, drasticamente calato. Quindi c’ un effetto diretto di questi eventi e uno indiretto, sulle priorit politiche dei Paesi.

prevedibile una ricaduta a lungo termine?
La cooperazione multilaterale alla base della logica dell’Agenda Onu sta incontrando grandi difficolt, lo abbiamo visto con l’assenza di Cina e Russia alla Cop 27 e con le difficolt del G20 indonesiano a trovare un accordo. Le istituzioni fanno fatica a trovare nuovi equilibri e c’ il rischio che il processo s’interrompa. Guterres ha convocato una riunione a settembre per fare il punto sui progressi dell’Agenda e poi un vertice straordinario nel 2024 sul futuro. Si tenta di rilanciare, ma non sar semplice.

Come si sta muovendo l’Europa in questo contesto?
L’Ue procede speditamente e sta andando nella giusta direzione come nessun’altra area geografica del mondo. La Commissione europea sta dando attuazione alle politiche per la sostenibilit impostate gi nel 2019 da Ursula von der Leyen, che ha messo l’Agenda Onu e la transizione ecologica al centro della strategia. Da qui le direttive del pacchetto Fit for 55, comprese quelle sulle case green o sullo stop ai motori a combustione interna, che fanno tanto discutere in Italia. La Commissione sta accelerando, visto che nel 2024 ci saranno le elezioni europee. Non a caso emersa una serie di tensioni politiche, da parte di chi resiste alla trasformazione del nostro sistema.

Bastano le misure messe in campo dalla Commissione?
No, perch nel frattempo le crisi hanno reso pi complicata la transizione giusta, aggravando le disuguaglianze con l’aumento dei prezzi, che ha colpito soprattutto i pi deboli. A questo punto, il vero tema : quale sar la reazione degli elettori nel 2024? Prevarranno le forze che vogliono continuare in questa direzione oppure quelle che vogliono fermare il cammino della sostenibilit? Il 2024 sar un anno assolutamente fondamentale, sia per la direzione politica del mondo che dell’Europa.

Veniamo all’Italia.
L’Italia, come dimostra l’ultimo rapporto Asvis, in ritardo sulla tabella di marcia dell’Agenda Onu, in particolare sugli obiettivi relativi alla lotta a povert e disuguaglianze, ai cambiamenti climatici, alla qualit degli ecosistemi acquatici e terrestri. C’ bisogno di accelerare su queste politiche, mentre cresce la consapevolezza sui temi legati all’emergenza climatica. La grave siccit della scorsa estate, che continua ancora, ha mostrato anche ai pi scettici che la crisi climatica gi in atto e che l’Italia ne particolarmente esposta.

Emergono per forti resistenze al cambiamento.
Ci sono forti resistenze da una parte del mondo economico, ma anche grandi eccellenze, perch molte aziende italiane hanno investito nelle tecnologie green e innovative, raggiungendo posizioni di leadership internazionale. L’inserimento nella Costituzione del concetto di sviluppo sostenibile e della giustizia tra generazioni, inoltre, rappresenta un progresso molto importante.

Cosa ci manca per accelerare?
Ora bisogna usare bene i fondi europei 2021-27, per integrare quello che gi previsto nel Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza: i governatori delle Regioni hanno a disposizione 80 miliardi, pi altri 60 del fondo sviluppo e coesione, ma non in corso un dibattito pubblico su come usarli. Il modo in cui questi 140 miliardi verranno utilizzati sar decisivo per il futuro del Paese.

3 marzo 2023 (modifica il 3 marzo 2023 | 16:31)

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