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Enrico Vanzini, 99 anni, deportato a Dachau: «Ho conservato il pezzo di pane che mi regalò una tedesca»

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di Andrea Camurani

Vanzini riceverà la cittadinanza onoraria a Fagnano Olona. Disarmato in Grecia dai tedeschi il 13 settembre 1943, venne portato in Germania su un carro bestiame, sfruttato come schiavo nei campi di lavoro e poi inviato a Dachau

Disarmato in Grecia dai tedeschi il 13 settembre 1943, portato in Germania su un carro bestiame, sfruttato come schiavo nei campi di lavoro, poi inviato a Dachau e rientrato a casa così malconcio da non essere riconosciuto neppure da sua madre. Enrico Vanzini, 99 anni, torna domenica 24 aprile nel suo paese, Fagnano Olona, per ricevere l’abbraccio degli abitanti. E per la festa della Liberazione verrà insignito della cittadinanza onoraria del comune di in provincia di Varese. Vanzini racconterà di un’esistenza dura, fatta di orrori e sacrifici, e saprà parlare in un momento difficile per il mondo intero della capacità dell’uomo di rinascere dopo aver toccato con mano la morte.

Il pezzo di pane

«Una volta ritornato a casa, avevo ancora quel pezzo di pane che una donna di ottant’anni mi diede, una povera tedesca alla quale questo gesto, questo pezzo di pane regalato, costò la vita. Io non lo mangiai mai, e sì che avevo fame, poiché mi sarebbe sembrato di mangiare un pezzo di cuore di quella poverina. Decisi di affidarlo a mia mamma affinché ne facesse ciò che meglio credeva: lo portò in chiesa sull’altare come dono a Dio, come segno di gratitudine». Questa è stata la storia, una delle tante, che Vanzini ha raccontato alla delegazione dell’amministrazione comunale di Fagnano che il 2 aprile è andata a Cittadella, in provincia di Padova, dove l’anziano vive, per l’invito ufficiale a tornare per tre giorni nel suo paese d’origine, dove è nato il 18 novembre 1922, nella frazione di Bergoro. C’erano diversi amministratori comunali fra cui il sindaco, Marco Baroffio, e il vicesindaco e assessore Simona Michelon, insegnante, che ha realizzato una lunga intervista ad uno degli ultimi reduci dai campi, uno di quei circa 600 mila «Imi», Internati Militari Italiani, che rifiutarono di aderire alla Repubblica sociale italiana e di combattere al servizio dello stato fantoccio nelle mani di Hitler.

La cittadinanza onoraria

«Gli abbiamo annunciato la decisione votata dal consiglio comunale del 28 marzo per il riconoscimento della cittadinanza onoraria in quanto uno degli ultimi testimoni viventi del campo di sterminio di Dachau, che con i suoi racconti ha onorato e continua a onorare l’urgenza della memoria, illustre esempio di civismo e democrazia», spiega l’assessore Michelon. «Il signor Vanzini ha appreso con grande commozione la nostra decisione. Tutto il paese si è mobilitato per l’evento: molti cittadini hanno manifestato la voglia di parlare con lui, e questa sera è previsto un incontro pubblico. Domani la cerimonia ufficiale, mentre martedì le scuole, così da spiegare anche ai più giovani quello che è stato».

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24 aprile 2022 (modifica il 24 aprile 2022 | 08:17)

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