di Elvira Serra
La capitana del softball azzurro invitata all’Home Run Derby della Major League. «Credevo fosse spam! Ho chiesto subito la maglia dei New York Yankees». Adesso gioca in Giappone tra le Galaxy Stars
Quando le è arrivata l’email che la invitava a partecipare all’Home Run Derby ha pensato a uno scherzo. «Poi invece leggendo bene ho capito che non era spam! Ho dato subito la mia disponibilità e ho posto come unica condizione di farmi indossare la maglia degli Yankees, la mia squadra del cuore». E non solo per Joe DiMaggio. «Beh, lui certo è al primo posto. Ma mio padre è sempre stato un grande tifoso. Io sono cresciuta guardando José Guadalupe Posada, Robinson Canó, Derek Jeter», racconta per telefono dal Giappone Erika Piancastelli, modenese di 25 anni e capitano della nazionale italiana di softball, appena ingaggiata dalla SG Holdings di Kyoto tra le Galaxy Stars, nella lega mondiale più prestigiosa.
La sfida
Il torneo organizzato dalla Major League Baseball, invece, vedrà sfidarsi dal 9 luglio New York Yankees, Chicago Cubs, Boston Red Sox e Los Angeles Dodgers a chi riesce a battere più fuori campo o a catturare più battute avversarie al volo. E prevede solo tre giocatori per squadra: la leggenda, la superstar e la wild card. Erika giocherà in quota «superstar», accanto a un altro dei suoi idoli, Nick Swisher. «Le gare si disputeranno a Londra, Seoul, Città del Messico dove mi sostituirà Stefania Aradillas, e chiuderanno negli Stati Uniti. Poter raccontare il mondo del baseball/softball in giro per il mondo, in una competizione così divertente, senza basi, mi sembra fantastico. È anche un’opportunità unica per far arrivare questo sport a chi non lo conosce».
Figlia d’arte
A lei è arrivato in culla, per osmosi. Figlia d’arte, suo padre Pier Andrea e sua madre Loredana Auletta hanno giocato entrambi in A1 a Modena. La mamma, poi, ha disputato 61 gare in azzurro, stesso ruolo della figlia (catcher, ricevitore) e stesso numero sulla maglia, il 20. «Ho scelto io di portare il suo numero. Lei ha partecipato anche alle Olimpiadi di Sydney del 2000 e sono cresciuta immaginando un giorno di poter conquistare lo stesso traguardo». Obiettivo centrato lo scorso anno a Tokyo, da capitano. «Il mio sogno adesso sarebbe di partecipare alle Olimpiadi 2028, a Los Angeles. Prima, in Francia, è impossibile perché il nostro sport non è stato ammesso, ma la speranza è che cambi per i Giochi negli Stati Uniti, dove il baseball e il softball sono amatissimi».
Nel «tempio»
Un altro italiano, da poco, è stato chiamato in America a giocare nel Celebrity Game dell’Nba: l’altista Gianmarco Tamberi. Ospite d’onore nel tempio del basket. Erika Piancastelli, però, è qualcosa in più: lei gioca in casa. Racconta: «Ci siamo trasferiti vicino a San Diego per il lavoro di nostro padre, programmatore, quando io e la mia gemella Nicole avevamo 5 anni. Dovevamo restare cinque anni e invece siamo rimasti venti. Io mi sono laureata in Scienze motorie in Louisiana nel 2018. Ho cominciato a giocare a softball a sette anni, dopo aver provato un’infinità di altri sport: i nostri genitori non volevano forzarci. Ma ho capito che avrei voluto vivere di quello al college, vedendo quanto potevo crescere ancora». Erika non lo dice, ma quando ha finito l’università la McNeese State University ha ritirato la sua maglia. In Italia ha già vinto un campionato con il Forlì, tre Europei (di cui due da capitano), e ha appena cominciato la stagione in Giappone. Conclude: «Per chi fa il mio sport questa è la Mecca, si gioca al livello più alto. Amo sushi, ramen e riso. Non potrei sentirmi più felice. Adesso, tra l’altro, c’è la fioritura dei ciliegi». Prima partita, sabato, vinta 4-2. Un buon inizio!
5 aprile 2022 (modifica il 5 aprile 2022 | 22:47)
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, 2022-04-05 20:47:00, La capitana del softball azzurro invitata all’Home Run Derby della Major League. «Credevo fosse spam! Ho chiesto subito la maglia dei New York Yankees». Adesso gioca in Giappone tra le Galaxy Stars, Elvira Serra