«Ero una segretaria d’azienda ora la mia spesa costa 10 euro, vado a farla con la calcolatrice»

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di Maristella De Michele

La vicenda di Laura T. alle prese con la disoccupazione e il caro bollette

«Come si vive con un solo stipendio? Malissimo. Vado a fare la spesa portandomi dietro la calcolatrice. Non posso spendere più di dieci euro al giorno. Per curarmi i denti devo fare un prestito, non esistono vacanze e ora devo inventarmi qualcosa per racimolare i soldi per la festa di compleanno dei bambini». Laura T., disoccupata di 40 anni, vive a Settimo Torinese con il suo compagno.È madre di tre figli, uno maggiorenne e due gemellini di 8 anni.

Ha perso il lavoro nel 2020 in piena pandemia: «Purtroppo quando è arrivato il Covid mi hanno licenziata, non c’era più posto per me, facevo la segretaria in un’azienda».

Ecco il «long covid economico», quello che dopo l’emergenza sanitaria ha prodotto macerie in tante famiglie piemontesi che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Una prova dura, già difficile prima dell’emergenza sanitaria ma che ora è diventata durissima, quasi una missione impossibile. E per precipitare nell’ansia e nelle difficoltà basta poco: come ad esempio la riparazione dell’auto, l’acquisto di un elettrodomestico, una spesa medica imprevista, o emergenze simili.

«A dicembre si è rotta la lavatrice e come dovevo fare? Ho chiesto i soldi a mio padre, che è andato in pensione da poco. Gli ho detto che prima o poi gli darò indietro quei soldi, che si è trattato di un prestito. Ma lui sa che non glieli potrò restituire. E tutto questo è frustrante».

Laura T. parla a denti stretti, l’emozione non prende il sopravvento. Quando aveva 16 anni è rimasta incinta: «Ero una ragazzina. È stata una relazione complicata, poi ci siamo lasciati. Da sei anni vivo insieme al mio attuale compagno. Stiamo bene, lui ha due gemellini bellissimi, dolcissimi, di 8 anni, avuti da un’altra relazione. È un padre adorabile».

La coppia due anni fa ha acquistato un piccolo appartamento a Settimo Torinese: «Ci siamo fatti carico di un mutuo, paghiamo quattrocento euro al mese. Io lavoravo ancora. Oggi è dura a pagare tutto: mutuo, bollette e il resto che serve per andare avanti. Stringiamo i denti a tal punto che poi si rompono».

Lei è una donna forte e umile, non si nasconde dietro le difficoltà: «È diventato tutto molto più complicato. Per arrivare alla fine del mese, che è sempre un miracolo, si fa solo colazione e cena. Il pranzo non esiste più. Evitiamo di mangiare così non consumiamo —. continua — Abbiamo ricevuto i voucher del Comune, ma servono a poco perché un supermercato ti obbliga ad acquistare solo determinati prodotti e a spendere l’intera somma. Sarebbe meglio avere una carta con lo stesso importo, così se una persona volesse spendere solo un euro, per esempio, per acquistare il pane lo potrebbe fare».

Laura e il suo compagno vivono per i propri figli: «Si va avanti per inerzia. Vivi per i bambini, non puoi permetterti di morire, devi pensare a farli crescere. Quello che lo Stato non ha capito è che qui serve lavoro e liquidità altrimenti sarà la fine per tutti. Quando ci sono i giorni bui penso sempre a chi sta peggio di me. Mi serve per andare avanti. Le spese per una famiglia sono tantissime, adesso c’è da pagare il gas, l’energia elettrica, il bollo dell’auto, è scaduta anche la revisione, l’amministratore non lo paghiamo non so da quanti mesi. Ma come si fa? Vado a rubare?».

«L’unica cosa che mi concedo è il cappuccino al bar. Mi faccio una passeggiata in via Italia e poi torno a casa per inviare il mio curriculum. Il cappuccio è una coccola per me, mi da quella spinta per affrontare la giornata» conclude.

E chissà se un giorno quel caffè potrà regalarle una piccola rivincita.

14 febbraio 2022 (modifica il 14 febbraio 2022 | 21:09)

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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Non posso spendere più di dieci euro al giorno. Per curarmi i denti devo fare un prestito, non esistono vacanze e ora devo inventarmi qualcosa per racimolare i soldi per la festa di compleanno dei bambini». Laura T., disoccupata di 40 anni, vive a Settimo Torinese con il suo compagno.È madre di tre figli, uno maggiorenne e due gemellini di 8 anni. Ha perso il lavoro nel 2020 in piena pandemia: «Purtroppo quando è arrivato il Covid mi hanno licenziata, non c’era più posto per me, facevo la segretaria in un’azienda». Ecco il «long covid economico», quello che dopo l’emergenza sanitaria ha prodotto macerie in tante famiglie piemontesi che non riescono ad arrivare alla fine del mese. Una prova dura, già difficile prima dell’emergenza sanitaria ma che ora è diventata durissima, quasi una missione impossibile. E per precipitare nell’ansia e nelle difficoltà basta poco: come ad esempio la riparazione dell’auto, l’acquisto di un elettrodomestico, una spesa medica imprevista, o emergenze simili. «A dicembre si è rotta la lavatrice e come dovevo fare? Ho chiesto i soldi a mio padre, che è andato in pensione da poco. Gli ho detto che prima o poi gli darò indietro quei soldi, che si è trattato di un prestito. Ma lui sa che non glieli potrò restituire. E tutto questo è frustrante». Laura T. parla a denti stretti, l’emozione non prende il sopravvento. Quando aveva 16 anni è rimasta incinta: «Ero una ragazzina. È stata una relazione complicata, poi ci siamo lasciati. Da sei anni vivo insieme al mio attuale compagno. Stiamo bene, lui ha due gemellini bellissimi, dolcissimi, di 8 anni, avuti da un’altra relazione. È un padre adorabile». La coppia due anni fa ha acquistato un piccolo appartamento a Settimo Torinese: «Ci siamo fatti carico di un mutuo, paghiamo quattrocento euro al mese. Io lavoravo ancora. Oggi è dura a pagare tutto: mutuo, bollette e il resto che serve per andare avanti. Stringiamo i denti a tal punto che poi si rompono». Lei è una donna forte e umile, non si nasconde dietro le difficoltà: «È diventato tutto molto più complicato. Per arrivare alla fine del mese, che è sempre un miracolo, si fa solo colazione e cena. Il pranzo non esiste più. Evitiamo di mangiare così non consumiamo —. continua — Abbiamo ricevuto i voucher del Comune, ma servono a poco perché un supermercato ti obbliga ad acquistare solo determinati prodotti e a spendere l’intera somma. Sarebbe meglio avere una carta con lo stesso importo, così se una persona volesse spendere solo un euro, per esempio, per acquistare il pane lo potrebbe fare». Laura e il suo compagno vivono per i propri figli: «Si va avanti per inerzia. Vivi per i bambini, non puoi permetterti di morire, devi pensare a farli crescere. Quello che lo Stato non ha capito è che qui serve lavoro e liquidità altrimenti sarà la fine per tutti. Quando ci sono i giorni bui penso sempre a chi sta peggio di me. Mi serve per andare avanti. Le spese per una famiglia sono tantissime, adesso c’è da pagare il gas, l’energia elettrica, il bollo dell’auto, è scaduta anche la revisione, l’amministratore non lo paghiamo non so da quanti mesi. Ma come si fa? Vado a rubare?». «L’unica cosa che mi concedo è il cappuccino al bar. Mi faccio una passeggiata in via Italia e poi torno a casa per inviare il mio curriculum. Il cappuccio è una coccola per me, mi da quella spinta per affrontare la giornata» conclude. E chissà se un giorno quel caffè potrà regalarle una piccola rivincita. 14 febbraio 2022 (modifica il 14 febbraio 2022 | 21:09) © RIPRODUZIONE RISERVATA, Photo Credit: , , torino.corriere.it, %%item_url %%, Torino – Economia, Torino – Economia, Torino – Economia, Leggi di più, , https://images2-torino.corriereobjects.it/methode_image/socialshare/2022/02/15/0a19e008-8dcd-11ec-a91e-e98defcaa657.jpg, Corriere.it – Homepage, Corriere.it – Notizie e approfondimenti di cronaca, politica, economia e sport con foto, immagini e video di Corriere TV. Meteo, salute, guide viaggi, Musica e giochi online , https://www.corriere.it/rss/images/logo_corriere.gif, http://xml2.corriereobjects.it/rss/homepage.xml, Maristella De Michele

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